L’effetto valanga delle menzogne anti-israeliane

Ecco come nascono le calunnie che poi arrivano alla stampa, al Parlamento europeo e all’opinione pubblica

Di Ben Dror Yemini

Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo

Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo

Yehuda Shaul, uno dei capi della ong israeliana “Breaking the Silence”, parlando (in perfetto inglese) di un villaggio di Cisgiordania ha affermato: “E’ interessante il fatto che i residenti vi siano tornati, perché qualche anno fa i coloni avvelenarono tutto il sistema di approvvigionamento d’acqua del villaggio”. Sono andato da “Breaking the Silence” per cercare di capire cosa intendessero dire. Mi hanno parlato di un presunto incidente che si sarebbe verificato nel 2004, quando alcuni palestinesi sostennero che delle carcasse di pollo erano state gettate in un pozzo. Quelli di “Breaking the Silence” ne scrissero sul loro sito, postando anche un breve video sulla loro pagina Facebook in cui si vede Shaul che attribuisce l’episodio all’opera di hooligans (teppisti). Il fatto – tutto da dimostrare – che dei teppisti israeliani abbiano effettivamente gettato carcasse di pollo in quel pozzo non rende comunque veritiere le affermazioni di Shaul. Ha parlato di “avvelenamento di tutto il sistema di approvvigionamento d’acqua”, cosa che non è mai avvenuta. Ha parlato di un “intero villaggio evacuato per un periodo di diversi anni”, e anche questo non è mai avvenuto.

Il comunicato del Ministero degli esteri dell'Autorità palestinese

Il comunicato del Ministero degli esteri dell’Autorità palestinese

Se prendiamo le affermazioni di Shaul e le combiniamo con quelle di Avner Gavriyahu, l’attivista di “Breaking the Silence” che sostiene che le Forze di Difesa israeliane sparano a palestinesi innocenti come se stessero giocando a un videogioco, il risultato non è una critica o una denuncia: il risultato è pura demonizzazione. Con questa propaganda di basso livello, la gente in tutto il mondo non può che arrivare alla falsa conclusione che Israele tratta i palestinesi come i nazisti trattavano gli ebrei. Non è così che si promuove la comprensione reciproca e la riconciliazione tra ebrei e palestinesi. Non è certo così che si può realizzare la fine dell’occupazione. Anzi, questo è il modo migliore per aumentare odio e ostilità, il modo migliore per allontanare sempre di più la pace.

L’Independent, la tv al-Jazeera e altri mass-media hanno pubblicato dei servizi in cui sostengono che “Israele sta tagliando l’acqua ai palestinesi durante il mese sacro del Ramadan”. Anche questo è falso: non c’è stata nessuna interruzione delle forniture d’acqua ai villaggi palestinesi in Cisgiordania. Al-Jazeera ha pubblicato un secondo servizio contenente la risposta dell’Amministrazione civile israeliana in Cisgiordania. Il quotidiano britannico ha invece insistito nel sostenere che aveva ricevuto le informazioni da fonti palestinesi e non ha ritenuto necessario correggere quello che aveva scritto. [“Alcuni giorni fa – ha spiegato l’Amministrazione israeliana – una squadra è andata a riparare una tubatura la cui rottura aveva determinato una breve interruzione della fornitura di acqua ai villaggi di Marda, Biddya, Jamma’in, Salfit e Tapuach. L’approvvigionamento idrico è stato ripristinato e attualmente funziona regolarmente”. L’Amministrazione ha anche postato un breve video della tubatura rotta, ribadendo d’essere sempre pronta a intervenire per riparare eventuali interruzioni. Essa ha anche spiegato che, a causa del maggiore utilizzo durante i mesi estivi, la società idrica Mekorot è stata costretta a ridurre l’offerta complessiva di acqua a tutte le aree della Cisgiordania, comunità ebraiche comprese].

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Il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen giovedì scorso al Parlamento europeo

La scorsa settimana i palestinesi hanno spinto la menzogna ancora più avanti, dicendo: “Il rabbino Shlomo Melamed, capo del Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania, ha dato il permesso ai coloni di avvelenare l’acqua potabile palestinese”. Ora, non esiste nessun rabbino con quel nome a capo del Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania. Anzi, non esiste nessun Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania.

La ong Palestinian Media Watch (PMW) ha magistralmente ricostruito e svelato questa spirale di bugie. Il primo stadio è costituito dalle menzogne proferite da Yehuda Shaul circa l’”avvelenamento dei pozzi di un interno villaggio”. Il secondo stadio è un comunicato ufficiale del Ministero degli esteri palestinese circa l’”avvelenamento di pozzi in tutta la Cisgiordania”, insieme alla bufala sul rabbino Melamed e il suo fantomatico Consiglio. Il comunicato, che sostiene che tutta la vicenda era stata raccontata dalla tv israeliana Canale 10, comprende anche un allarmante avvertimento circa la prevista morte di migliaia di palestinesi e la condanna del silenzio della comunità internazionale sulla questione. Il terzo stadio è un comunicato ufficiale dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che mette insieme le parole di Shaul e la presunta esortazione dei presunti rabbini del presunto Consiglio rabbinico a favore dell’avvelenamento dei pozzi palestinesi.

In realtà, se si va ad esaminatore le infrastrutture idriche in Cisgiordania si vede dal 1967 ad oggi c’è stata una vera rivoluzione. Quando Israele prese il controllo della Cisgiordania, solo quattro delle 700 municipalità palestinesi avevano l’acqua corrente. Nel 2004 le municipalità palestinesi dotate di acqua corrente erano passate da 4 a 643, sul totale di 708 in tutta la Cisgiordania. Non si può chiedere ai rappresentanti di “Breaking the Silence” di raccontare tutta la verità: va contro la loro agenda. Ma che almeno non diffondano evidenti menzogne.

(Da: YnetNews, 24.06.16)

Riecheggiando calunnie antisemite di stampo medievale che in epoche passate hanno scatenato uccisioni di massa di ebrei innocenti (così il New York Times), il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), intervenendo giovedì scorso davanti al Parlamento Europea, ha dichiarato: “Solo una settimana fa alcuni rabbini in Israele hanno esplicitamente annunciato e chiesto al loro governo di avvelenare l’acqua per uccidere i palestinesi”. Queste parole di Abu Mazen non compaiono nella trascrizione ufficiale del discorso diramata dal suo ufficio.

Sabato scorso l’ufficio di Abu Mazen ha ritrattato l’accusa con un comunicato in cui si legge: “Dopo che è emerso che le presunte dichiarazioni di un rabbino sull’avvelenamento dei pozzi palestinesi, riportate da vari mass-media, sono prive di fondamento, il presidente Mahmoud Abbas ha affermato che non era sua intenzione nuocere all’ebraismo o offendere gli ebrei nel mondo”.

Torna alla mente – scrive Honest Reporting – il discorso che fece Abu Mazen alla tv palestinese lo scorso ottobre in cui accusava Israele d’aver assassinato a sangue freddo il 13enne Ahmed Manasra: la dirigenza palestinese fu poi costretta a ritrattare l’accusa di fronte alle immagini del giovane Manasra vivo e vegeto, e curato in un ospedale israeliano.

Ha dichiarato domenica mattina il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: “Il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha diffuso aberranti menzogne circa lo stato di Israele e gli ebrei. È vero che si è poi affrettato a diramare delle mezze scuse poco convinte, ma le cose che aveva detto sono in perfetta sintonia con ciò che afferma su di noi in altre occasioni, anche davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Pertanto, penso che tutti possano dedurre da quanto accaduto chi è che vuole davvero promuovere il processo di pace, e chi no”. (Da: Times of Israel, 26.6.16)

 

Dalla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese (20.6.16): “Il Consiglio rabbinico degli insediamenti di Cisgiordania (sic) esorta ad avvelenare i pozzi palestinesi”:

 

Dal discorso di Abu Mazen al Parlamento europeo (23.6.16): “Rabbini israeliani hanno esplicitamente chiesto al loro governo di avvelenare l’acqua per uccidere i palestinesi”:

Questo video è visibile anche su PMW