L’enorme differenza fra un accordo nucleare che rinvia e uno che impedisce

L’inquietante precedente della Corea del Nord

Di Alan Dershowitz

Alan Dershowitz, autore di questo articolo

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L’accordo con l’Iran impedirà davvero ai mullah di sviluppare mai un’arma nucleare? Oppure potrà solo impedirglielo per qualche anno? Questa è la domanda chiave che rimane ancora senza una chiara risposta.

Nelle sue dichiarazioni sull’accordo, il presidente americano Barack Obama sembra suggerire che all’Iran non sarà mai consentito sviluppare un’arma nucleare. Ha detto infatti che “questo accordo a lungo termine con l’Iran gli impedirà di ottenere un’arma nucleare”. Ed ha poi ripetuto questa rassicurazione: “Per via di questo accordo, la comunità internazionale potrà verificare che la Repubblica Islamica d’Iran non sia in grado di sviluppare un’arma nucleare”. Queste categoriche dichiarazioni hanno evidentemente lo scopo di rassicurare il mondo sul fatto che Obama ha mantenuto la sua originaria promessa secondo cui all’Iran non sarebbe mai stato permesso di sviluppare armi nucleari.

Ma è questo che fa l’accordo raggiunto a Vienna? Oppure, come sostengono i critici, garantisce in realtà che all’Iran sarà permesso sviluppare un arsenale nucleare dopo un breve ritardo di alcuni anni? Questa è la domanda chiave a cui l’amministrazione Obama evita di rispondere direttamente. Ora lo dovrebbe fare, prima di chiedere al Congresso di accettare l’accordo a scatola chiusa a nome del popolo americano.

Strutture nucleari della Corea del Nord. Punggye-ri e Kilju indicano i siti dei testi atomici sotterranei rispettivamente del 9 ottobre 2006 e del 25 maggio 2009 (clicca per ingrandire)

C’è un’enorme differenza tra un accordo che si limita a ritardare per un po’ di anni lo sviluppo da parte dell’Iran di un arsenale nucleare, e un accordo che impedisce all’Iran di sviluppare mai un arsenale nucleare. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e molti altri critici dell’accordo lo descrivono come un semplice rinvio, mentre l’amministrazione Obama sembra suggerire che l’accordo garantisce uno stop definitivo.

Il diavolo, questa volta, non è tanto nei dettagli quanto nelle grandi linee dell’accordo e nel modo in cui lo interpretano le parti. Permette o non permette all’Iran di sviluppare armi nucleari dopo una moratoria relativamente breve? L’Iran sembra molto convinto che lo permetta, Israele lo pensa sicuramente e così anche molti membri del Congresso, sia repubblicani che democratici. Il presidente invece sembra dire al pubblico americano e al resto del mondo che queste critiche sono sbagliate, e che in base a questo accordo all’Iran non sarà mai consentito sviluppare un’arma nucleare.

Quel che è certo è che le dichiarazioni degli iraniani non sono le stesse del presidente Obama. Chi dei due descrive fedelmente il significato dell’accordo che ci viene chiesto di sottoscrivere? E’ ora di essere chiari e trasparenti sul senso di questo accordo: se intende impedire del tutto all’Iran di sviluppare armi nucleari il presidente deve dirlo nel modo più inequivocabile e deve ottenere che gli iraniani si dichiarino d’accordo con questa interpretazione. L’ambiguità può essere utile all’inizio di un negoziato, ma è deleteria nell’interpretazione e nell’attuazione di un accordo con una posta in palio così alta.

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Vale la pena ricordare che il presidente Bill Clinton nel 1994 diete analoghe rassicurazioni per quanto riguardava la Corea del Nord (come mostra lo schema nella figura). Eppure, pochi anni dopo la firma di un accordo che – ci avevano assicurato – prevedeva lo smantellamento del programma nucleare nordcoreano, la Corea del Nord testò con successo la sua prima arma nucleare. Oggi dispone di un intero arsenale atomico. Come possiamo essere sicuri che l’Iran non agirà allo stesso modo? L’accordo con l’Iran è stato giustamente definito da David Sanger, in una analisi sul New York Times, come un “atto di fiducia, una scommessa, un lancio di dadi”. La scommessa è che, quando le disposizioni più restrittive dell’accordo verranno a scadenza, l’Iran sarà ormai un paese diverso con leader più ragionevoli. Ma possono il mondo e soprattutto le nazioni più esposte al rischio di un arsenale nucleare iraniano affidarsi alla fiducia, alle scommesse e ai dadi, quando sanno che, l’ultima volta che furono lanciati i dadi nucleari, all’America e ai suoi alleati andò assai male mentre la Corea del Nord si è ritrovata con un arsenale nucleare?

(Da: Jerusalem Post, 15.7.15)

Come i presidenti Usa hanno presentato gli accordi con l’Iran e la Corea del Nord

Dalle dichiarazioni del presidente Clinton sull’accordo nucleare con la Corea del Nord (18 ottobre 1994) e del presidente Obama sull’accordo nucleare con l’Iran (14 luglio 2015)

Sull’obiettivo degli accordi

Clinton: “Oggi, dopo 16 mesi di negoziati intensi e difficili con la Corea del Nord, abbiamo completato un accordo che renderà più sicuri gli Stati Uniti, la penisola coreana e il mondo”.

Obama: “Dopo due anni di negoziati gli Stati Uniti, insieme con i loro partner internazionali, hanno raggiunto qualcosa che decenni di ostilità non avevano conseguito: un accordo globale a lungo termine con l’Iran che gli impedirà di ottenere un arma nucleare. Questo accordo dimostra che la diplomazia americana può determinare cambiamenti reali e significativi, cambiamenti che rendono il nostro paese e il mondo più protetti e più sicuri”.

Su contenuto e attuazione degli accordi

Clinton: “Questo accordo rappresenta il primo passo sulla strada per una penisola coreana senza nucleare. Non si affida alla fiducia. L’adempimento sarà certificata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica”.

Obama: “Ogni percorso verso un’arma nucleare è troncato e sarà messo in atto il regime di ispezioni e trasparenza necessario per verificare questo obiettivo. Per via di questo accordo, per la prima volta saremo nella posizione di verificare tutti questi impegni. Il che significa che questo accordo non è basato sulla fiducia. E’ basato sulla verifica”.

Sulle implicazioni dell’accordo

Clinton: “E’ un passo cruciale sulla strada per portare la Corea del Nord nella comunità globale. Gli Stati Uniti e la Corea del Nord hanno anche concordato di allentare le restrizioni al commercio e di muovere verso l’istituzione di uffici di collegamento nelle rispettive capitali. Gli uffici attenueranno l’isolamento della Corea del Nord”.

Obama: “Una strada diversa, una strada di tolleranza e risoluzione pacifica dei conflitti conduce a maggiore integrazione nell’economia globale, a maggiore impegno con la comunità internazionale e alla possibilità per il popolo iraniano di svilupparsi e prosperare. Questo accordo offre l’opportunità di muovere verso una nuova direzione. Dobbiamo afferrarla”.

Sul sostegno agli alleati nella regione

Clinton: “E gli Stati Uniti hanno un impegno irremovibile per la difesa della democrazia sudcoreana, nostro alleato e partner. Trentottomila soldati di stanza nella penisola sono i garanti di questo impegno”.

Obama: “Continueremo i nostri sforzi senza precedenti per rafforzare la sicurezza di Israele, sforzi che vanno al di là di ciò che qualunque amministrazione americana ha fatto prima d’ora”.