L’intellettuale arabo che dice: Israele è legittimo e degno d’ammirazione

Una posizione ancora oggi più unica che rara, a 70 anni dal rifiuto arabo della spartizione approvata dall’Onu e accettata da parte ebraica

Lo scrittore kuwaitiano Abdullah Al-Hadlaq su Alrai TV

Nel settantesimo anniversario della risoluzione con cui l’Onu, il 29 novembre 1947, raccomandò la fine del Mandato Britannico e la creazione di due stati, uno ebraico e uno arabo (anniversario anche del violento rifiuto arabo che fu all’origine del confitto e di tutte le sue conseguenze), è interessante segnalare una recente intervista, alquanto insolita, nella quale lo scrittore kuwaitiano Abdullah Al-Hadlaq ha sollecitato il riconoscimento arabo dello stato di Israele come “legittimo stato sovrano indipendente” e degli israeliti come un popolo che ha diritto alla propria terra.

Intervistato lo scorso 19 novembre in Kuwait dall’emittente Alrai TV, Abdullah Al-Hadlaq ha affermato (secondo la traduzione fornita dal Middle East Media Research Institute), che nel caso di Israele “non c’è un’occupazione: c’è un popolo che è tornato alla sua terra”.

Come era prevedibile, le parole di Al-Hadlaq hanno suscitato un’immediata reazione su siti web e social network arabi, dove è stato subissato di insulti ed etichettato come “pazzo”, “traditore” e “agente sionista”.

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Nell’intervista, Al-Hadlaq ha espresso la propria ammirazione per lo stato ebraico e i suoi valori e ha esortato a respingere la narrativa imperante in Medio Oriente secondo cui Israele sarebbe stato “rubato” agli arabi, dicendo che quella lettura corrisponde a una mentalità antiquata. “Coloro che dicono che Israele è stato rubato ragionano con la mentalità degli anni ’50 e ancora prima”.

“Quando lo stato di Israele venne fondato nel 1948 – ha ricordato Al-Hadlaq – non esisteva uno stato [arabo] chiamato Palestina. Che piaccia o no, Israele è uno stato sovrano indipendente, ed è riconosciuto dalla maggior parte delle nazioni che amano la pace e la democrazia. Il gruppo di stati che non riconoscono Israele è composto dai paesi della tirannia e dell’oppressione. Ad esempio, la Corea del Nord non riconosce Israele, ma questo non sminuisce in nulla Israele e la sua esistenza”.

Al-Hadlaq ha citato versetti del Corano a riprova che “gli israeliti hanno diritto alla Terra Santa, Allah ha assegnato loro quella terra e dunque non l’hanno rubata. La storia degli israeliti è antica e precede l’islam – ha continuato lo scrittore kuwaitiano – Pertanto noi musulmani dobbiamo riconoscere che gli israeliti hanno diritto a quella terra e che non l’hanno rubata. Non accetto slogan e termini obsoleti come l’entità sionista rubata e così via. Il fatto che io sia un arabo non mi impedisce in alcun modo di riconoscere Israele. Riconosco Israele come Stato e come un dato di fatto, senza negare la mia identità e affiliazione araba”.

Al-Hadlaq ha anche parlato con viva ammirazione “delle università e dei centri scientifici israeliani, come non ne esistono nemmeno nei più antichi e potenti paesi arabi”. E ha celebrato la lealtà di Israele verso i propri soldati, elogiando la lunga e vasta campagna di opinione pubblica volta a ottenere nel 2011 la liberazione del soldato Gilad Shalit, trattenuto come ostaggio da Hamas per quasi sei anni. E ha aggiunto: “Magari potessimo essere anche noi come la popolazione dello stato di Israele, che si è raccolta dal primo all’ultimo a difesa di un solo soldato israeliano. Vorrei essere io un soldato difeso in questo modo dal suo paese. Per Allah, se si fosse trattato di un soldato di un paese arabo, forse che il suo paese o il suo capo di stato si sarebbero mobilitati come hanno fatto in Israele? I paesi arabi hanno avuto miriadi di vittime e nessuno se ne è preoccupato più di tanto”.

“A dire la verità non amo la parola normalizzazione – ha poi spiegato Al-Hadlaq – Preferisco chiamarla coesistenza pacifica con lo stato di Israele”, e ha fatto l’esempio della pace con Israele di Egitto e Giordania che “ha beneficiato entrambe le parti”.

Al-Hadlaq ha ricordato che “il capo di un importante stato del Golfo ha detto d’essere disposto a collaborare anche con Satana contro l’entità persiana. Per Satana, intendeva Israele: loro lo chiamano Satana. Ma io dico: perché non dovremmo vivere in pacifica coesistenza con Israele e cooperare con esso contro il grande nemico, che è il regime persiano? Il regime persiano si vanta d’aver occupato quattro capitali arabe e che presto occuperà la quinta. Israele ha mai detto una cosa del genere? Si è mai vantato d’aver occupare qualcosa? No, perché non ha occupato nulla. Israele è sorto nella propria terra, mentre è l’entità persiana-iraniana che è predatrice”.

Non è la prima volta che Al-Hadlaq rende note le sue opinioni controcorrente. In passato ha scritto editoriali in cui ha sostenuto il diritto di Israele di difendersi di fronte agli attacchi di Hamas e ha lodato la democrazia israeliana in una regione di regimi dispotici. Per queste sue opinioni, che appaiono ancora molto isolate, è stato duramente attaccato praticamente in tutti gli ambienti arabi.

(Da: Times of Israel, memri.org, israele.net, 22.11.17)
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