Lo scrittore che sorrideva delle debolezze degli israeliani

? morto Ephraim Kishon, Premio Israel 2002. Le sue opere sono state tradotte in 37 lingue.

image_559Ephraim Kishon, già vincitore del Premio Israel, è deceduto in seguito ad un attacco cardiaco sabato notte all’età di 81 anni.
Kishon, nato a Budapest, ha esercitato una forte influenza sulla cultura israeliana come prolifico autore satirico, drammaturgo e regista.
Nato Ferenc Hoffman, Kishon cambiò nome quando immigrò in Israele nel 1949.
La citazione per il premio Israel dice, tra l’altro:”Ephraim Kishon riflette nei suoi scritti il volto della società israeliana e i problemi dell’assorbimento degli immigranti nei primi anni dello stato, ed ha quindi contribuito immensamente al morale nazionale ed alla compatta integrazione delle ondate di immigrazione”.
Domenica, all’apertura del consiglio dei ministri, il primo ministro Ariel Sharon ha dichiarato: “Le monumentali imprese culturali di Kishon vivranno per sempre con noi e con le nostre generazioni future”.
Kishon, sopravvissuto a Budapest durante la guerra grazie a una fuga miracolosa da un campo di concentramento, era un ardente sionista. Dopo la fine delle seconda guerra mondiale, durante il regime stalinista, Kishon si guadagnava da vivere a Budapest scrivendo per un giornale satirico che era sotto l’ala protettrice dell’amministrazione comunista, ma trovava quel lavoro soffocante e frustrante. Con la scusa di un viaggio a Praga, riuscì a scappare in Israele con la moglie, passando dalla Cecoslovacchia.
Il teatro Habimah di Tel Aviv nel 1953 mise in scena la sua prima commedia “Il suo nome lo precede”, che ebbe un grande successo popolare e rappresentò l’inizio alla sua carriera come satirico e scrittore. Negli anni ’60, Kishon rivolse il suo talento anche al cinema.
Gli scritti satirici di Kishon facevano da contrappunto all’immagine mitica ed eroica del giovane stato. In rubriche sui giornali, parodie e film, come il grande successo del 1964 Salah Sabati (interpretato da Haim Topol), Kishon descriveva gli aspetti tristi e anti-eroici di uno stato eccessivamente burocratizzato, diventando uno dei primi scrittori a legittimare lo sviluppo del ben noto umorismo auto-ironico israeliano.
La sua rubrica settimanale su Maariv ha creato personaggi che sono diventati icone nazionali, da Schtuks, l’idraulico che non arriva mai in tempo e non fa mai il suo lavoro, al “Gingi”, il generico israeliano disincantato la cui sbadataggine può essere a volte simpatica, ma altre volte è causa di disastri.
Oltre a vincere il Premio Israel 2002 per la carriera, Kishon fu anche nominato per il Premio Nobel per la letteratura. I suoi scritti sono tradotti in 37 lingue.
Tra le sue molte opere sono da ricordare soprattutto i film Salah Sabati (1963) e Il poliziotto Azoulai (1971), vincitori del Golden Globes nella categoria dei migliori film stranieri e nominati nella stessa categoria per l’Oscar.

(Da: Jerusalem Post, 30.01.05)

Nella foto in alto: Ephraim Kishon