Lo stanco rito dellUfficio Arabo per il boicottaggio dIsraele

Fondato a Damasco nel 1951 (16 anni prima dell'occupazione di Cisgiordania e striscia di Gaza)

image_1226Il Comitato della Lega Araba per il boicottaggio economico contro Israele, riunito lunedì, ha lanciato il suo rituale appello ai paesi membri perché facciano uno sforzo maggiore per bloccare ogni commercio da e per Israele. Ma alla riunione erano presenti meno di due terzi dei paesi membri della Lega Araba.
Gli stati arabi “devono intensificare il boicottaggio come strumento per costringere Israele a rispettare le risoluzioni dell’Onu”, ha detto il Commissario generale per il boicottaggio, il tunisino Mohammed al-Tayyeb Bouslaa, facendo riferimento all’interpretazione araba secondo cui le risoluzioni Onu imporrebbero a Israele un ritiro totale e senza condizioni.
Alla riunione, un evento di quattro giorni regolarmente convocato due volte all’anno presso la sede a Damasco dell’Ufficio per il boicottaggio arabo, erano rappresentati 14 dei 22 stati della Lega Araba. Tra i paesi assenti, Egitto e Giordania (che hanno firmato trattati di pace con Israele), la Mauritania (che intrattiene rapporti diplomatici con Israele), Bahrain e Oman.
L’Ufficio per il boicottaggio economico d’Israele venne creato dalla Lega Araba nel 1951 (sedici anni prima che Cisgiordania e striscia di Gaza finissero sotto controllo israeliano) con il compito di intimidire le aziende straniere che facevano affari con Israele e costringerle a scegliere, nella loro attività economica, tra Israele e il ben più vasto mercato arabo.
In altri tempi l’Ufficio di Damasco era arrivato a stilare una “lista nera” di 8.500 aziende che dovevano essere boicottate dagli arabi per aver comprato prodotti israeliani, utilizzato il porto di Haifa, aperto succursali in Israele, o fatto un qualunque altro movimento che potesse risultare in un vantaggio economico per Israele. L’Ufficio per il boicottaggio arabo si spinse anche oltre, arrivando a mettere sulla “lista nera” anche aziende che straniere che, pur non avendo rapporti con Israele, fossero tuttavia in affari con altre aziende straniere già sulla lista.
Oggi, invece, l’Ufficio non riesce nemmeno a impedire ai suoi stessi membri di intrattenere affari direttamente con Israele. La legislazione anti-boicottaggio varata negli Stati Uniti, il declino della forza di ricatto dei paesi arabi produttori di petrolio, gli accordi di pace fra Israele e alcuni suoi vicini, le pressioni da parte di Stati Uniti e paesi occidentali hanno indebolito molto forza e portata del boicottaggio anti-israeliano. Oggi anche i paesi arabi più estremisti e intransigenti tendono a lasciar cadere il boicottaggio pur di entrare a far parte di organismi e trattati economici e commerciali internazionali.
Ciò nondimeno, negli ultimi anni la Lega Araba ha cercato di resuscitare il boicottaggio contro Israele sostenendo che si tratti di una politica a favore della rivolta palestinese.

(Da: Jerusalem Post, 16.05.06)

Nella foto in alto: rappresentanti di 14 paesi arabi a Damasco durante i lavori del Comitato arabo per il boicottaggio economico contro Israele.