Lo stato marittimo e lo stato sulle alture

Per quanto potrà esistere uno stato palestinese diviso in due parti non contigue fra loro?

Di Gideon Biger

image_3129Sta per accadere. C’è la pressione a livello mondiale per il riconoscimento dell’indipendenza palestinese, e nel frattempo l’Autorità Palestinese ha firmato un accordo con Hamas, che controlla la striscia di Gaza, per l’unità e una comune attività politica. Ma, a parte il dibattito politico, c’è da porre una questione di carattere geopolitico: può esistere per un lungo periodo uno stato diviso in due parti separate da un altro stato?
Per come stanno le cose, sembra che stiamo per assistere alla nascita sulla mappa del mondo di uno stato la cui caratteristica più singolare sarà quella d’essere composto da due parti senza contiguità territoriale, per terra o per mare, fra l’una e l’altra. Al di là delle diverse opinioni politiche e di ogni considerazione sul fatto se questo sia positivo o negativo per Israele, sorge la domanda se un siffatto stato sia in grado di durare.
Una breve rassegna di casi analoghi del passato non lascia molto spazio all’ottimismo. Nel secolo scorso vi sono stati diversi paesi le cui varie parti non erano territorialmente confinanti. Dopo la prima guerra mondiale, venne creato uno stato tedesco che aveva una parte – la Prussia Orientale e la città di Danzica (Gdansk) – che non era contigua con le altre parti. L’accesso avveniva attraverso un corridoio nel territorio polacco che connetteva la capitale Varsavia col mare. Dopo la seconda guerra mondiale venne creata la Germania Occidentale di cui una parte, Berlino Ovest, non era territorialmente contigua con le altre parti. Quando l’India britannica si sciolse, venne creato lo stato del Pakistan sulla base della popolazione musulmana del subcontinente. Lo stato pakistano del 1947 consisteva in due parti, est e ovest, separate da territorio indiano. Analogamente, tra il 1948 e il 1967 lo stato di Israele ebbe una enclave territoriale, il Monte Scopus di Gerusalemme, che non era territorialmente contigua con le altre parti del paese.
In tutti questi casi vennero messi in atto dei meccanismi intesi a collegare le diverse parti: una strada a passaggio garantito (Berlino), strade o linee ferroviarie speciali, linee aeree, convogli periodici (Monte Scopus) e così via. Tali meccanismi restarono in vigore per periodi di tempo limitati e alla fine vennero meno o a seguito di un’altra tornata di guerra (è il caso delle enclave di Danzica e del Monte Scopus), o per l’unificazione delle due parti (Berlino), o perché una delle parti si è staccata rendendosi indipendente (il Pakistan Orientale, diventato il Bangladesh).
Oggi esiste un solo esempio rilevante di uno stato con un territorio non contiguo: gli Stati Uniti, dove il Canada separa l’Alaska dalle altre parti. Ma esiste un passaggio marittimo sicuro e libero fra le due aree, e le relazioni fra Stati Uniti e Canada sono tali che non occorre nessun accordo speciale per passare da una parte all’altra.
Altri casi si sono creati quando si è sciolta l’Unione Sovietica. Nella regione del Caucaso c’è l’area di Nakhchivan che appartiene all’Azerbaijan, ma è separata da esso da territorio armeno e fra le due parti non c’è collegamento diretto. Contemporaneamente, all’interno dello stesso Azerbaijan esiste la provincia, non ufficiale e provvisoria, del Nagorno-Karabakh che è abitata per lo più da armeni, ma non ha contiguità territoriale con l’Armenia. Un terzo caso è quello dell’area di Kaliningrad, il territorio russo sulle sponde del Mar Baltico tagliato fuori dal resto della Russia. Questi territori peculiari esistono da vent’anni e sono collegati da diversi tipi di vie d’accesso, ma è ancora difficile dire se e come potranno continuare ad esistere.
Per quanto riguarda la Cisgiordania e la striscia di Gaza, si è fatto un gran parlare di passaggi garantiti, strade, ponti, tunnel, collegamenti aerei, dispositivi di supervisione di veicoli e passeggeri ecc. e c’è molta gente che se ne sta occupando. Tuttavia l’esperienza storica dimostra che meccanismi di questo genere, anche quando funzionano per un po’ di anni, alla fine non riescono a durare. Si può sostenere che non si debba trarre conclusioni per il futuro dai fatti del passato. Comunque sembra assai probabile che – sia per le evidenti differenze fra Gaza e Ramallah, sia perché ambedue i territori sono legati dal fatto di essere il frutto di un’occupazione militare del 1948 (egiziana sulla striscia di Gaza e giordana sulla Cisgiordania) senza nessun precedente fondamento di unicità – alla fine ne scaturiranno due stati arabi separati, nella Terra d’Israele/Palestina: uno stato marittimo a Gaza, sulla pianura prospiciente il mare, maggiormente collegato con l’Egitto e il Mar Mediterraneo; e uno stato sulle alture di Cisgiordania, maggiormente collegato con la Giordania e con l’est.

(Da: Ha’aretz, 06.05.11)