Lo straordinario spettacolo della democrazia

I devoti al terrorismo scopriranno presto che il legame fra due democrazie supera le differenze di partito

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_2307Nelle stesse ore in cui i cittadini degli Stati Uniti eleggevano presidente Barack H. Obama, i terroristi di Hamas stavano finendo di mettere a punto l’ennesimo attacco per prendere in ostaggio soldati israeliani, infrangendo il relativo cessate il fuoco in vigore da cinque mesi. I solerti ingegneri di Hamas avevano già completato un tunnel lungo quasi 250 metri tra la striscia di Gaza e il territorio israeliano. Quando l’intelligence militare israeliana ha valutato che i preparativi erano giunti al punto di costituire una minaccia imminente, unità di forze speciali sono state mandate all’imboccatura del tunnel col compito di demolirlo in una operazione breve e mirata. Negli scontri che ne se sono seguiti, sei terroristi sono rimasti uccisi, quattro soldati sono rimasti feriti.
La reazione di Hamas all’intervento preventivo con cui Israele ha sventato l’attentato è stata quella di lanciare una lunga bordata di missili Qassam e di bombe da mortaio sugli agglomerati civili israeliani attorno alla striscia di Gaza, colpendo fra l’altro il centro della città di Ashkelon. Poco prima di questi sviluppi, il capo “emerito” dei bombaroli di Hamas Mohammed Deif aveva improvvisamente rilanciato via web le sue minacce contro il “nemico sionista”.
Dunque, mentre la striscia di Gaza – dominata da Hamas, esaltata dal fanatismo religioso e inchiodata nella sua mentalità aggressiva e vittimista – proseguiva imperterrita la sua parabola di violenza, a diecimila chilometri di distanza andava in scena sotto gli occhi di tutti lo straordinario spettacolo del cambio di governo pacifico, della democrazia rappresentativa, della civiltà politica. Quarant’anni dopo l’assassinio di Martin Luther King, gli Stati Uniti d’America eleggevano presidente un cittadino di colore. Per molti sostenitori, il “meticcio” Obama incarna l’ideale stesso del XXI secolo: post-razziale, post-ideologico ed anche post-cinico. […]
C’è molto da imparare dal modo in cui Obama e McCain hanno reagito ai risultati elettorali. Nel garbato discorso con cui riconosceva la sconfitta, McCain ha sottolineato che “un secolo fa l’invito a cena alla Casa Bianca rivolto dal presidente Theodore Roosevelt al [nero] Booker T. Washington fece scandalo in molti ambienti: l’America di oggi è lontana anni luce dalla crudele, orribile intolleranza di quel tempo”. E ha continuato: “Il senatore Obama ed io abbiamo discusso le nostre diverse opinioni, e lui ha prevalso. Non v’è dubbio che quelle differenze rimangono. Questi sono tempi difficili per il nostro paese. E io mi impegno questa sera a fare tutto ciò che è in mio potere per aiutarlo a guidarci attraverso le tante sfide che abbiamo davanti”. […] Nell’affermare la sua vittoria davanti a migliaia di sostenitori, non pochi in lacrime, Obama ha reso omaggio alla dedizione di McCain per l’America (“da sempre lotta con tutte le sue forze per il paese che ama e noi tutti abbiamo beneficiato dei servizi resi da questo leader coraggioso e generoso”); poi ha riconosciuto le sfide che il paese deve affrontare: due guerre, un pianeta a rischio ambientale, la crisi economica globale, il terrorismo – che si è impegnato a sconfiggere – e alleanze logorate. Quindi ha fatto appello allo spirito di sacrificio e al patriottismo, e ha concluso: “A quegli americani il cui sostegno devo ancora guadagnarmi, dico: non sono riuscito a ottenere il vostro voto stasera, ma ascolto la vostra voce. Ho bisogno del vostro aiuto. Sarò anche il vostro presidente”.
Ben presto, nella nostra parte di mondo, coloro che sono votati all’intransigenza, alla violenza e al terrorismo scopriranno – ancora una volta – che il legame fra due democrazie, Stati Uniti e Israele, supera le differenze di partito. E i membri della nuova amministrazione americana vedranno coi loro occhi che nessuno aspira alla pace più di Israele. Nessuno.
Mazal tov, presidente Obama, congratulazioni per la storica vittoria. E buona fortuna.

(Da: Jerusalem Post, 6.11.08)

Nella foto in alto: Barack Obama a Sderot (Israele) il 23 luglio scorso