LOnu chiede soldati israeliani per le missioni di pace

Si potrebbe aprire una nuova pagina nei rapporti fra Israele e Nazioni Unite.

image_955Le Nazioni Unite chiedono a Israele che metta a disposizione sue unità militari come caschi blu in servizio di peace keeping in zone turbolente del mondo. Haiti, Kosovo, Congo e Liberia sono alcune delle destinazioni proposte, secondo quanto riferisce martedì il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
L’Onu ha espressamente chiesto unità militari israeliani equipaggiate con elicotteri che intervengano in uno dei teatri indicati. L’organizzazione internazionale è inoltre interessata all’acquisto di sofisticati equipaggiamenti militari “made in Israel”, tra cui visori notturni e apparecchi di telecomunicazioni.
La notizia di colloqui in questo senso fra Israele e Onu è circolata quando è stato reso pubblico un promemoria redatto da Ronny Adam, capo del dipartimento del ministero degli esteri israeliano per i rapporti con l’Onu. Adam ha raccomandato che Israele prestasse attenzione alla richiesta Onu e ha sottoposto un promemoria in questo senso al direttore generale del ministero Ron Prosor, il quale ha dato luce verde a colloqui con l’ente internazionale.
Attualmente sono circa 70.000 i soldati e ufficiali di polizia sparsi in varie parti de mondo sotto l’egida dell’Onu. I paesi che forniscono i maggiori contingenti di forze di peacekeeping sono Pakistan, Bangladesh, India, Nigeria, Etiopia, Nepal, Ghana, Giordania, Sud Africa, Senegal, Marocco e Kenya. I soldati di questi dodici paesi coprono il 75% del totale dei caschi blu, ma sono ben 107 i paesi che vantano propri soldati in missioni di peacekeeping. I paesi del terzo mondo partecipano volentieri a tali missioni soprattutto per gli incentivi economici: ogni soldato Onu riceve 1.250 dollari al mese, una somma considerevole per gli standard di questi paesi.
Nel suo promemoria, Adam riferisce che l’Onu si è offerta di acquistare equipaggiamenti militari da Israele in cambio del consenso da parte di Gerusalemme a mandare soldati delle Forze di Difesa israeliane in servizio di peacekeeping.
I soldati dei paesi del terzo mondo, che costituiscono il grosso delle truppe Onu, spesso difettano di attrezzature moderne, mentre i paesi occidentali le cui forze ne sono fornite partecipano con poche reclute alle forze di peacekeeping.
Se l’accordo fra Israele e Onu dovesse vedere la luce, il reclutamento di soldati delle Forze di Difesa israeliane per missioni al di fuori del quadro della difesa dello Stato di Israele richiederebbe un’apposita legge da approvare in parlamento. Adam raccomanda che il governo si faccia promotore delle necessarie procedure legali che permettano di aprire una nuova pagina nei rapporti fra Israele e Nazioni Unite.

(Da: YnetNews, 8.11.05)