“L’Unesco si è coperta di ridicolo”

“Quale sarà il prossimo passo? Proclamare che i cattolici non hanno alcun legame con il Vaticano e i musulmani con la Mecca?"

Carmel Shama Hacohen, rappresentante d'Israele all'Unesco

Carmel Shama Hacohen, rappresentante d’Israele all’Unesco

L’Unesco, l’agenzia Onu per la cultura, ha approvato giovedì una risoluzione che disconosce i legami storici di ebrei e cristiani con i luoghi santi della Città Vecchia di Gerusalemme, che vengono menzionati esclusivamente con i loro nomi musulmani, e condanna una presunta “escalation di aggressioni” ai luoghi santi islamici da parte di Israele, definito “potenza occupante”.

Dei 58 paesi membri della Commissione Relazioni Esterne, 24 hanno votato a favore, 26 si sono astenuti mentre 6 hanno votato contro, e cioè: Stati Uniti, Gran Bretagna, Lituania, Paesi Bassi, Germania ed Estonia. Si sono astenuti tutti gli altri paesi europei presenti, e cioè: Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svezia. Si sono astenuti anche: Albania, Argentina, Camerun, Costa d’Avorio, El Salvador, Ghana, Guinea, Haiti, India, Giappone, Kenya, Nepal, Uganda, Paraguay, Sud Corea, Saint Kitts e Nevis, Slovenia, Sri Lanka, Togo, Trinidad e Ucraina. Hanno invece votato a favore: Algeria, Bangladesh, Brasile, Ciad, Cina, Repubblica Dominicana, Egitto, Iran, Libano, Malaysia, Mauritania, Messico, Marocco, Mozambico, Nicaragua, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar, Russia, Senegal, Sud Africa, Sudan e Vietnam. Assenti: Serbia e Turkmenistan. La decisione dovrà essere ratificata lunedì o martedì dal Comitato Esecutivo dell’Unesco.

L’ambasciatore d’Israele all’Unesco, Carmel Shama-Hacohen, ha sottolineato che “i palestinesi hanno perso il supporto di tutta l’Europa, comprese Francia, Spagna e persino la Svezia. Insieme allo spostamento verso l’astensione di paesi chiave come India e Argentina, il voto costituisce un risultato significativo rispetto alle condizioni di partenza in analoghe votazioni precedenti. Palestinesi e stati arabi – ha spiegato l’ambasciatore – godono di una maggioranza automatica contro Israele in ogni istituzione dell’Onu. L’obiettivo di Israele è quello di erodere questa maggioranza automatica”.

Moneta coniata nel 134/5 e.v., durante la rivolta ebraica anti-romana di Bar Kokhba. Vi è rappresentata la facciata del Tempio di Gerusalemme, all’interno del quale si intravede l’Arca dell’Alleanza

Moneta coniata nel 134/5 e.v., durante la rivolta ebraica anti-romana di Bar Kokhba. Vi è rappresentata la facciata del Tempio di Gerusalemme, all’interno del quale si intravede l’Arca dell’Alleanza

“Naturalmente Israele e il popolo ebraico non hanno alcun bisogno che l’Unesco o qualsiasi altro ente riconosca il legame speciale che li lega a Gerusalemme in generale, e in particolare ai loro luoghi santi come il Muro Occidentale e il Monte del Tempio”, ha poi commentato Carmel Shama Hacohen. E ha aggiunto: “Non vi è legame fra un popolo e un luogo del mondo che possa essere paragonato alla forza e alla profondità del nostro legame storico, religioso e nazionale con Gerusalemme, un legame che ha superato un test di duemila anni durante i quali gli ebrei in tutto il mondo hanno ricordato Gerusalemme ogni giorno”. Carmel Shama-Hacohen ha spiegato ad Ha’aretz che la votazione di giovedì costituisce un duro colpo per l’Unesco, giacché sono gli atti come questo che causano la sospensione dei finanziamenti da parte degli Stati Uniti. “L’ostinazione dei palestinesi sta già costando all’Unesco circa 100 milioni di euro in mancate quote americane – ha spiegato Shama-Hacohen – Solo pochi giorni fa l’ambasciatore americano ha detto per la prima volta in pubblico, in un dibattito dell’Unesco, che le risoluzioni su Gerusalemme impediscono all’amministrazione Usa di ottenere dal Congresso l’approvazione ai pagamenti”.

Secondo un alto funzionario del ministero degli esteri israeliano citato da Ha’aretz, nei giorni scorsi Israele ha saputo che molti paesi arabi hanno votato a favore solo per assecondare la loro opinione pubblica interna, “ma esprimono forte insoddisfazione per le mosse palestinesi all’Unesco: li criticano apertamente e dicono che esagerano con le posizioni estremiste, ma che non hanno altra che sostenere la risoluzione per considerazioni di politica interna”.

“Con o senza l’Unesco, il Monte del Tempio è e rimarrà il luogo più sacro per il popolo ebraico”, ha detto la ministra israeliana della cultura Miri Regev. Ed ha aggiunto: “Abbracciando la falsa narrazione palestinese, del tutto infondata rispetto ai dati della storia, l’Unesco si è coperta di ridicolo”.

Sopra, la Menorà trafugata dal Tempio di Gerusalemme dalle legioni romane, rappresentata sull’Arco di Tito a Roma (I sec. e.v.). Sotto, l’emblema ufficiale dell’odierno Stato d’Israele

“Per la seconda volta quest’anno, l’Unesco vota la negazione della storia assecondando mozioni anti-israeliane, quando non antisemite, avanzate da stati arabi e musulmani”. Lo ha scritto il ministro israeliano dell’istruzione Naftali Bennett in una lettera aperta al Direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova. “L’Unesco – scrive Bennett – è tenuta a insegnare i fatti, non a riscrivere la storia. In questo caso una tradizione di migliaia di anni, suffragata da testimonianze archeologiche, offre un quadro chiarissimo: due Templi ebraici sono esistiti in quel sito secoli prima che l’islam venisse al mondo. Monete, iscrizioni in pietra, sigilli e altri reperti, oltre alle testimoniane di storici greci e romani, confermano che il Monte del Tempio è da migliaia di anni il punto focale della tradizione ebraica. Ignorare i legami ebraici con il Monte del Tempio costituisce una sfacciata negazione della storia”.

La vice-ministra degli esteri israeliana Tzipi Hotovely ha dichiarato: “Il fatto che si siano astenuti più membri di quelli che hanno votato a favore mostra le profonde riserve di molti paesi circa questa vergognosa risoluzione. Dal canto loro, i paesi che hanno votato a favore hanno prestato la loro voce alla menzogna propagata dai palestinesi secondo cui il Monte del Tempio è un sito esclusivamente islamico: una falsificazione della storia che è un oltraggio agli antichi legami ebraici e cristiani con Gerusalemme”.

“L’Unesco tradisce la sua missione e rende un pessimo servizio alla diplomazia e alle istituzioni internazionali: chi cerca di riscrivere la storia, distorcere i fatti e inventare la favola secondo cui il Muro Occidentale e il Monte del Tempio non avrebbero alcuna connessione con il popolo ebraico, afferma una spaventosa menzogna che serve solo ad aumentare l’odio”. Lo ha scritto su Facebook il leader dell’opposizione laburista israeliana Isaac Herzog, che ha aggiunto: “Su questo punto non vi è nessun disaccordo fra israeliani, ed esorto l’Unesco a ritirare questa assurda risoluzione e impegnarsi a tutelare, e non a distorcere, la storia umana”.

“Spetta al nostro governo e al nostro ministro degli esteri chiedere ai paesi del mondo di condannare questa decisione antisemita e di sospendere immediatamente i finanziamenti alle Nazioni Unite”. Lo ha scritto giovedì il ministro dell’agricoltura israeliano Uri Ariel in una lettera aperta al suo primo ministro e ministro degli esteri Benjamin Netanyahu.

“Quale sarà il prossimo passo? – si è chiesto su Facebook il parlamentare israeliano Micki Levy (di Yesh Atid) – Proclamare che i cattolici non hanno alcun legame con il Vaticano e i musulmani con la Kabaa della Mecca?”.

“Sono indignato per il voto di oggi all’Unesco, che nega migliaia di anni di legame fra gli ebrei e il Muro Occidentale di Gerusalemme”, si legge in una dichiarazione rilasciata ai mass-media dal sindaco della città Nir Barkat. Anche Barkat si chiede se l’Unesco “voterebbe la negazione dei legami cristiani con il Vaticano o dei legami musulmani con la Mecca”, e aggiunge: “Il voto dell’Unesco sostiene che non vi è alcun collegamento tra il popolo ebraico e il Muro Occidentale. In realtà, è il voto dell’Unesco che non ha alcun collegamento con la realtà”.

“Il teatro dell’assurdo continua all’Unesco, che oggi ha approvato la sua decisione più strampalata che dice che il popolo d’Israele non ha alcun collegamento con il Monte del Tempio e il Muro Occidentale – ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – Evidentemente non hanno mai letto la Bibbia, ma vorrei consigliare ai membri dell’Unesco di visitare l’Arco di Tito, a Roma, dove possono vedere ciò che i romani portarono a Roma dopo aver distrutto e saccheggiato il Monte del Tempio duemila anni fa. Sull’arco si può vedere scolpita la Menorà (candelabro) a sette bracci, che è il simbolo del popolo ebraico ed oggi il simbolo dello stato ebraico. Sicuramente l’Unesco dirà che l’imperatore Tito fa parte della propaganda sionista. Dire che Israele non ha alcun legame con il Monte del Tempio e il Muro Occidentale – ha continuato Netanyahu – è come dire che la Cina non ha alcun legame con la Grande Muraglia, e che l’Egitto non ha alcun legame con le piramidi. Con questa insensata decisione l’Unesco cancella la poca legittimità che le restava. Sono convinto che la verità storica è più forte e prevarrà. Ed è appunto della verità che stiamo parlando oggi”.

“Nessun forum o ente mondiale può venire a negare il legame tra il popolo ebraico, la Terra d’Israele e Gerusalemme, e qualunque organismo lo faccia non fa che mettere in  imbarazzo se stesso”. Lo ha detto il presidente d’Israele Reuven Rivlin, che ha aggiunto: “Possiamo accettare le critiche, non possiamo accettare lo stravolgimento della storia”.

(Da: YnetNews, Ha’aretz, Jerusalem Post, Times of Israel, 13.10.16)

Il partito Fatah (che fa capo ad Abu Mazen) ha accolto con soddisfazione la risoluzione dell’Unesco che nega ogni collegamento tra ebrei e Monte del Tempio di Gerusalemme. “E’ una vittoria importante per il popolo palestinese, per i difensori della moschea al-Aqsa e per la difesa nazionale”, ha detto giovedì un portavoce palestinese. Un comunicato stampa di Fatah sottolinea che l’importanza della decisione risiede nel suo contenuto, in particolare nel fatto che nega qualsiasi collegamento storico tra ebrei e Monte del Tempio, e che sia stata approvata “mentre è in aumento la giudaizzazione di Gerusalemme”. Fatah mette inoltre in evidenza il fatto che la risoluzione non sarebbe mai passata senza l’abilità diplomatica di Abu Mazen e l’aiuto dei paesi arabi e di altri paesi del mondo. Questa parte della dichiarazione viene vista dagli osservatori come un stoccata a Hamas, rivale di Fatah e Autorità Palestinese. Dopo aver ringraziato i paesi che “hanno sostenuto i palestinesi”, Fatah invita gli stati che hanno votato contro a riconsiderare le loro posizioni riguardo ai “diritti legittimi della nazione palestinese”. (Da: YnetNews, 13.10.16)