La guerra etica delle Forze di Difesa israeliane

Ambasciatore palestinese al Consiglio Onu per i diritti umani: “I nostri razzi contro i civili sono un crimine, i raid israeliani no”

Dovendo spiegare agli ascoltatori della TV dell’Autorità Palestinese i rischi che comporterebbe una denuncia di Israele alla Corte Penale Internazionale, il rappresentante palestinese presso il Consiglio Onu per i diritti umani Ibrahim Kraishi ha affermato con chiarezza che, per il diritto internazionale, i lanci di razzi palestinesi contro civili israeliani sono un “crimine contro l’umanità” mentre non lo sono le operazioni israeliane che mirano ai nemici facendo di tutto per non colpire civili.

Dopo aver premesso di non essere candidato a nessuna carica e quindi di sentirsi libero di parlare senza doversi preoccupare della sua popolarità presso il pubblico palestinese, l’ambasciatore ha dichiarato: «I missili che in questo momento vengono lanciati contro Israele, ognuno di quei missili, costituisce un crimine contro l’umanità, che colpisca o che manchi [il bersaglio], perché è diretto contro obiettivi civili». E ha aggiunto: «Che sia contro un civile o mille civili, è considerato un crimine contro l’umanità». Per contro, Israele è nella legalità perché le forze armate israeliane si adoperano per avvertire i civili palestinesi di lasciare siti e aree prima di colpire. «Non si dimentichi – ha spiegato il rappresentante palestinese – che molti dei palestinesi di Gaza hanno detto in televisione che i militari israeliani li avevano avvertiti di sgomberare le case prima del bombardamento. In questo caso, se qualcuno resta ucciso, per la legge si tratta di un errore e non di omicidio intenzionale, perché sono state seguite le procedure legali. Per quanto riguarda i missili lanciati dalla nostra parte, noi non avvertiamo mai nessuno circa il luogo dove questi missili stanno per cadere o circa le operazioni che effettuiamo. Dunque – ha concluso Ibrahim Kraishi – la gente dovrebbe conoscere meglio le cose prima di parlare in modo emotivo circa appelli da fare alla Corte Internazionale». (Da: Times of Israel, 14.7.14)

Il video dalla TV dell’Autorità Palestinese (9 luglio 2014, sottotitoli in inglese a cura di MEMRI):

 

Missioni cancellate per risparmiare civili. In questo video, diffuso dal portavoce delle Forze di Difesa israeliane, tre casi di missioni aeree anti-terrorismo sulla striscia di Gaza, nell’ambito dell’operazione “Margine protettivo”, cancellate all’ultimo momento per evitare di colpire civili troppo vicini al bersaglio. Segue la traduzione dei dialoghi in ebraico fra i piloti e il centro di comando (sottotitolati in inglese):

Primo filmato – Vedo del movimento sull’asse e poi ci sono due civili all’interno dei cerchi – Tutta l’area è piena di civili – C’è un gruppo di bambini – Gli operatori sono in sospeso – Ci sono molti bambini – In questo momento ci sono circa quindici persone nel raggio di 10-15 metri dalla struttura – Vedo, ricevuto. Portatevi su un altro obiettivo.

Secondo filmato – Ricevi questa immagine? – Sì – Ci sono anche dei bambini sul tetto dell’edificio a sud-ovest dell’obiettivo. Riesci a vederli che giocano? Stai guardando questo obiettivo? Ci sono bambini che giocano sul tetto e anche della gente che si muove lungo il passaggio. C’è qualcuno laggiù in questo momento. Sembra che l’obiettivo non sia sgombro. Ci porteremo su un altro obiettivo perché questo non è sgombro – Va bene.

Terzo filmato – Ci sono delle persone in questo momento – L’obiettivo non è sgombro, non è sgombro. Ci sono tre persone in piedi a cinque metri da […] E’ possibile che due delle tre persone siano donne – Capito. Registrare. Abortire [la missione].

Un altro video con un caso di missione cancellata per lo stesso motivo:

– Ci sono persone, ci sono persone. Ci sono persone vicino al nostro obiettivo. Sembra che ci siano persone, forse bambini, nell’area del nostro obiettivo … Non colpiremo questo obiettivo ora. Andiamo oltre.

(Da: idfblog.com, youtube idfnadesk, 14.7.14)

 

Gli scudi umani di Hamas. Questo video mostra come Hamas approfitta cinicamente degli sforzi fatti dalle Forze di Difesa israeliane. Si vedono i palestinesi sgomberare un obiettivo di Hamas dopo che l’esercito israeliano ha sparato un colpo di avvertimento (la tecnica detta “bussare sul tetto”). Poco dopo, però, altri civili “cooptati” da Hamas accorrono sul tetto per fare da scudi umani. L’aviazione israeliana ha cancellato in tempo la missione evitando perdite innocenti:

Didascalie in inglese: Le Forze di Difesa israeliane sparano un colpo di avvertimento – dando ai civili la possibilità di sgomberare la zona – Gli abitanti lasciano la casa – Altri civili salgono sul tetto dell’edificio – facendo da scudi umani – Le Forze di Difesa israeliane si sono astenute dal colpire l’edificio – per evitare vittime civili.

 

Volantino di pre-avvertimento distribuito dalle Forze di Difesa israeliane alla popolazione palestinese

Volantino di pre-avvertimento distribuito dalle Forze di Difesa israeliane alla popolazione palestinese: “Agli abitanti di Beit Lahia. Le Forze di Difesa israeliane si propongono di attaccare dall’aria strutture e operativi del terrorismo nella zona a est di via Al-Atatra e Al-Salatin, e a nord e a ovest del campo profughi di Jabaliya. Israele attacca e attaccherà qualsiasi zona da cui vengono sparati i razzi verso il proprio territorio. I civili devono lasciare le loro case entro le 12.00 del 13.7.2014 e dirigersi a sud attraverso la città di Jabaliya lungo via Al-Fallujah. L’attività delle Forze di Difesa israeliane sarà temporanea e breve. Chi non obbedisce alle istruzioni delle Forze di Difesa israeliane metterà in pericolo se stesso e la vita della sua famiglia. Prestate attenzione e siete al sicuro”.

Dalla pagina Facebook del “ministero” degli interni di Hamas, 12 luglio 2014: “Messaggio importante e urgente. Il Ministero degli interni e della sicurezza nazionale chiede al nostro onorabile popolo in tutte le parti della striscia [di Gaza] di ignorare gli avvertimenti diffusi dall’occupante israeliano attraverso volantini e messaggi telefonici, perché sono parte di una guerra psicologica volta a seminare confusione sul fronte interno [palestinese]”. Firmato: il portavoce del Ministero degli interni di Hamas, Iyad al-Buzu.

Dalla pagina Facebook del “ministero” degli interni di Hamas, 13 luglio 2014: “Rispondere agli appelli dell’occupante non farà che aiutarlo a realizzare i suoi piani per indebolire il fronte interno [palestinese]. Esortiamo tutti i nostri che hanno lasciato le case a tornarvi immediatamente”. Firmato: il portavoce del Ministero degli interni di Hamas, Iyad al-Buzu.

La TV di Hamas ha anche trasmesso una conferenza stampa per protestare contro l’apertura agli sfollati palestinesi delle scuole dell’UNRWA (agenzia Onu per i palestinesi). Un rappresentante delle Forze Nazionali e Islamiche palestinesi ha letto le decisioni prese alla conferenza  (sottotitoli in inglese a cura di PMW):

Testo: “Chiediamo al nostro popolo palestinese, in particolare ai residenti del nord-ovest di Gaza, di non obbedire a ciò che è scritto nei volantini distribuiti dall’esercito d’occupazione israeliano. Chiediamo loro di rimanere nelle loro case e ignorare le richieste di lasciarle, per quanto grave possa essere la minaccia “. (TV Al-Aqsa, Hamas, 13 luglio 2014).

Ha scritto l’editorialista americano Will Saletan su Slate e sulla rivista americana Business Insider: «Nella storia della guerra, questo tipo di avvertimenti sistematici – diretti, specifici e a doppio livello – sono senza precedenti. Consentono la fuga dell’ufficiale militare nemico allo scopo di risparmiare la sua famiglia». Pur domandandosi con quanta regolarità le Forze di Difesa israeliane applichino il sistema di pre-allarme adottato, l’articolo conclude che “sotto certi aspetti Israele sta fissando nuovi e più elevati standard a proposito di ciò che si può esigere in tempo di guerra”.

Il colonnello T, un pilota veterano al comando di uno squadrone di F-16 della forza aerea israeliana che ha volato in missioni di combattimento per tutta la scorsa settimana, afferma che il controllo fattuale dei possibili obiettivi e la consapevolezza dei suoi piloti del rischio di colpire civili non hanno eguali. I piloti sotto il suo comando, dice, sono pienamente consapevoli della natura dei bersagli, e vengono istruiti sui vincoli e le considerazioni morali implicati nella lotta contro un nemico che si mescola alla popolazione civile. Un improvviso cambiamento di circostanze, come la comparsa di civili sopra o vicino all’obiettivo, significa cancellazione immediata della missione. “Posso affermare categoricamente che al minimo dubbio non sparano – conclude il colonnello – Non credo che vi sia nulla di equivalente nel mondo, e io conosco piuttosto bene parecchie altre forze aeree”. (Da: Times of Israel, 14.7.14)