Ma in che mani sono le agenzie Onu?

Protesta ufficiale dell’Unesco per una vignetta “pericolosa” su Ha’aretz.

image_3284L’ambasciatore d’Israele all’Unesco non sapeva se ridere o piangere, mercoledì, quando un alto funzionario dell’Agenzia Onu per l’educazione, la scienza e la cultura l’ha convocato per fargli una ramanzina. Motivo? Una vignetta satirica pubblicata sul quotidiano Ha’aretz.
La vignetta comparsa lo scorso 4 novembre – una satira sull’ira del governo israeliano per la decisione dell’Unesco di accettare la “Palestina” come stato-membro a pieno titolo (senza negoziato né accordo con Israele) – mostra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak mentre danno le ultime istruzioni a una squadra di piloti evidentemente incaricata di attaccare gli impianti nucleari iraniani, con Netanyahu che aggiunge: “E sulla strada del ritorno, colpirete gli uffici dell’Unesco a Ramallah”.
Convocato da Eric Falt, assistente del direttore generale dell’Unesco per le relazioni esterne e la pubblica informazione, l’ambasciatore israeliano Nimrod Barkan è rimasto senza parole quando si è visto consegnare una copia della vignetta di Ha’aretz accompagnata da una lettera di protesta ufficiale a firma del direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova. Si tratta, diceva Falt all’ambasciatore d’Israele, di un caso di “istigazione”. “Una vignetta come questa – spiegava – mette in pericolo la vita di diplomatici disarmati, e voi avete l’obbligo di proteggerli. Ci rendiamo conto che in Israele vige la libertà di stampa, ma il governo ha il dovere di impedire attacchi all’Unesco”.
L’ambasciatore Barkan, naturalmente, faceva notare che il governo israeliano non esercita alcun controllo sulle vignette pubblicate dai giornali. “Domandatevi piuttosto che cosa avete fatto voi per far sì che un giornale misurato come Ha’aretz, con una forte inclinazione ad aderire al punto di vista internazionale, pubblicasse una vignetta del genere. Forse il problema siete voi”.
Dopo che l’ambasciatore ha riferito al ministero degli esteri a Gerusalemme della sua conversazione con Falt, il ministero ha inviato questa risposta: “Cosa vuole esattamente l’Unesco da noi? Che mandiamo i nostri ragazzi migliori a difendere lo staff dell’Unesco? O che facciamo chiudere il giornale? A quanto pare, il vostro ambiente di lavoro [all’Unesco] ricorda sempre più da vicino la Fattoria degli Animali di George Orwell”.

(Da: Ha’aretz, 11.11.11)

Nelle immagini in alto: La vignetta “incriminata” di Ha’aretz e (sotto) un paio di esempi di vignette violentemente antisemite pubblicate regolarmente dalla stampa araba (controllata dai rispettivi governi) e che non risulta abbiano mai suscitato alcun commento da parte della direzione generale dell’Unesco

Si veda anche: