Mai sprecare l’occasione per un bel titolo contro Israele

Giornate curiose, fra remoti Cananei, boicottaggi futuri e il solito buon vecchio regime iraniano

Di Boaz Bismuth

Boaz Bismuth, autore di questo articolo

Boaz Bismuth, autore di questo articolo

Questi ultimi due giorni sono stati particolarmente appassionanti. Tanto per iniziare, il “professore di storia” Saeb Erekat, capo della squadra negoziale palestinese (un beduino originario della Giordania, come ha scritto Reuven Berko) è stato così gentile da informarci che i palestinesi sono in realtà i discendenti dei Cananei: anche se non ha specificato se discendano dai Gebusei, dai Ghirgasei o dagli Amorrei, ha comunque sottolineato il fatto che erano qui molto prima degli ebrei.

Nel frattempo, a Monaco di Baviera, il Segretario di Stato americano John Kerry, nel suo nuovo ruolo di opinionista e analista politico, ha avvertito che il fallimento dei negoziati porterebbe Israele a subire un boicottaggio internazionale e che tutta la nostra “prosperità” non è altro che una “illusione temporanea”.

David M. Weinberg

David M. Weinberg

“Il Segretario di Stato americano John Kerry e tutti quelli che, come lui, avvertono Israele del boicottaggio e delle sanzioni che subirà se i negoziati falliranno, stanno facendo la classica profezia che si auto-avvera. Inutile dire che, per contro, non hanno mai avvertito pubblicamente la dirigenza dell’Autorità Palestinese che potrebbe perderebbe i frutti della generosità internazionale se non si dimostrerà moderata e incline ad accettare le proposte di pace, né le hanno mai detto che questa è la sua ultima possibilità di arrivare a uno Stato palestinese. Si sa, fare la voce grossa coi palestinesi non è politicamente corretto, e in ogni caso è molto più divertente dare addosso a Netanyahu”. (David M. Weinberg su Israel HaYom, 3.2.14)

Poi lunedì, giornalisti ed editorialisti a cui normalmente non par vero di esercitare pressione su Israele hanno dovuto ammettere che quello alle viste è tutt’al più un “boicottaggio limitato”. Ma sono tempi, questi, in cui i fatti non contano granché, per cui è sempre possibile riscrivere il passato, il presente e anche futuro, pur di chiudere Israele nell’angolo.

Negoziati alla Chicago Anni Venti: “Non vi sto minacciando di boicottaggio e roba del genere. Sto solo dicendo che queste cose possono “accadere”, e senza la nostra “protezione” voi israeliani potreste farvi male, molto male”

Martedì, ad esempio, abbiamo appreso che il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif (l’eroe degli accordi di Ginevra sul nucleare) ha promesso che, quando il problema palestinese sarà risolto secondo i desideri dei palestinesi, allora si creeranno le condizioni per un riconoscimento di Israele. Zarif, bontà sua, ci ha anche onorati di una sua riflessione sull’Olocausto degli ebrei “che è stato tragicamente crudele”. Insomma, Zarif avrebbe sganciato una vera e propria bomba iraniana, suscitando grandi entusiasmi tra gli esperti: allora l’Iran è davvero cambiato, tirate fuori i passaporti, dopo una sosta per un hummus a Damasco, preparatevi a godervi un po’ di sabzi ghormeh a Teheran.

Peccato che, subito dopo, l’agenzia di stampa statale iraniana si sia precipitata a diffondere una dichiarazione del vice ministro degli esteri che afferma d’aver parlato al telefono con Zarif il quale smentisce tutte le dichiarazioni che gli sono state attribuite. Contrordine totale, e non solo su Israele ma anche sull’Olocausto.

E perché fosse ben chiaro a tutto il mondo che quello in Iran è sempre il buon vecchio regime iraniano, hanno aggiunto alcune parole dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema della Repubblica Islamica, il quale dice che l’Iran non è implicato negli affari interni del Bahrain (affermazione quantomeno opinabile), ma ammette il suo coinvolgimento in Libano e Palestina. Tradotto in buon ebraico significa che l’Iran ammette d’essere complice del terrorismo. “L’Iran sosterrà e aiuterà tutti coloro che si oppongono al regime sionista” ha proclamato Khamenei, aggiungendo che “il regime sionista è un vero e proprio tumore canceroso che deve essere tagliato e sarà tagliato, per grazia di Dio”. E per grazia di Zarif e del presidente Hassan Rohani, a quanto pare.

Il regime iraniano non è cambiato davvero, Israele verosimilmente sopravvivrà ai boicottaggi “limitati”, e non è nemmeno vero che il bisnonno di Erekat era Gebuseo. Ma perché prendersi la briga di controllare i fatti quando si può sparare un bel succoso titolo contro Israele?

(Da: Israel HaYom, 4.2.14)