Mancanza di civiltà

Perché mai una persona sinceramente interessata alla pace dovrebbe esigere e celebrare la scarcerazione di irriducibili terroristi?

Di Ophir Falk

Una fossa comune nei sobborghi di Damasco verosimilmente colpiti da attacco chimico

Per anni, politologi e antropologi hanno meditato, analizzato e discusso se sia in atto uno “scontro di civiltà” tra il “mondo sviluppato” e il “mondo islamico” fondamentalista, o se sia in atto uno scontro “entro la civiltà” di paesi islamici affetti da una lacerazione interna tra coloro che vogliono la pace con l’Occidente e coloro che vogliono la guerra contro l’Occidente. I recenti video girati a Ramallah e a Gaza in cui i capi politici palestinesi e le loro folle festeggiano la scarcerazione di 26 terroristi condannati per stragi e omicidi a sangue freddo porta alla conclusione che ciò con cui abbiamo a che fare, qui, non è né uno “scontro fra civiltà” e nemmeno uno “scontro all’interno di una civiltà”, quanto piuttosto uno spaventoso caso di totale mancanza di civiltà.

Oltre ad essere legalmente e moralmente ignobile, il rilascio di questi assassini, e la pretesa del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) che vengano rimessi in libertà altri carnefici di bambini, dimostra meglio di qualsiasi altra cosa che abbiamo a che fare, qui, con persone primitive e incivili. Certamente non con credibili interlocutori per la pace.

Abu Mazen, che è corso a deporre una corona di fiori sulla tomba di Yasser Arafat subito dopo la scarcerazione dei terroristi, ci ha dato una chiara indicazione di chi egli sia realmente, e di ciò che realmente rappresenta, quando ha dichiarato d’aver giurato di liberare tutti i terroristi detenuti. Che peccato che un’intera generazione di colloqui sia stata sprecata con l’Olp invece di andare alla ricerca di autentici rappresentanti di base, senza le mani lorde di sangue innocente. Sbagliano quelli che pensano che i palestinesi non possano esprimere una tale leadership, o che non valga la pena darle il tempo di emergere.

Più volte si è visto che la scarcerazione anticipata di spietati terroristi non fa che alimentare ulteriore terrorismo. I 1.150 terroristi rilasciati nel cosiddetto “accordo Jibril” del 1985 gettarono le basi della “prima intifada” scoppiata alla fine del 1987. I terroristi dell’Olp rilasciati negli anni successivi alla malaugurata firma degli Accordi di Oslo del 1993 andarono a formare il nerbo dell’intifada delle stragi scoppiata nel settembre 2000. Anche alcuni dei terroristi scarcerati nel recente ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit sono già tornati alle loro vecchie abitudini. Ed è solo questione di tempo – secondo vari segnali, pochissimo tempo – perché alcuni dei 26 terroristi rilasciati l’altra settimana tornino a dedicarsi alle attività terroristiche. Perché mai una persona sinceramente interessata a un compromesso di pace dovrebbe esigere e celebrare la liberazione anticipata di irriducibili terroristi?

Abu Mazen non è certo solo in questa mancanza di civiltà. Il massacro di cittadini per le strade del Cairo, sancito dallo Stato, non è uno scontro all’interno di una civiltà: è mancanza di civiltà (indipendentemente dal fatto che la scomparsa dalla scena di Mohammed Morsi e dei Fratelli Musulmani risponda agli interesse a breve termine di chi desidera davvero la pace).

L’uso di agenti chimici da parte dell’esercito siriano contro i propri cittadini, l’uccisione di quasi centomila persone in due anni di guerra civile, le esecuzioni sommarie non sono uno scontro all’interno di una civiltà: sono mancanza di civiltà (indipendentemente dal fatto che, nell’immediato, la paura di Damasco per le bande qaediste e il coinvolgimento di Hezbollah nel caos siriano lascino relativamente tranquillo il fronte nord d’Israele).

I cinici diranno che la violenza, le angherie e il terrore fanno parte del DNA di questa regione, il che nel migliore dei casi è una assurdità, nel peggiore vero e proprio razzismo.

Il Medio Oriente ha il diritto e la necessità di avere leader civili. Ma finché questo non accadrà, la vera pace rimarrà un sogno illusorio. (Da: YnetNews, 26.8.13)

 Esecuzioni disumane

Domenica scorsa un’organizzazione qaedista attiva nella rivolta anti-Assad in Siria ha orgogliosamente diffuso su YouTube un impressionante filmato nel quale si vedono dei camionisti, impiegati dal regime, che vengono catturati e spietatamente “giustiziati” sul bordo della strada.

Nel video si vedono uomini dell’organizzazione “Stato islamico”, appartenente ai rami iracheno e siriano di al-Qaeda, che fermano un camion con un carico di rifornimenti destinati alle truppe del regime di Damasco, e ne fanno scendere i guidatori obbligandoli a inginocchiarsi sul ciglio della strada. Dopo un breve interrogatorio, gli uomini mascherati offrono ai camionisti come unica via di salvezza la possibilità di rispondere correttamente a delle domande sui comandamenti dell’islam. Dopo di che, chiedono ai tre civili sequestrati: “Quante volte mi devo inginocchiare a terra quando prego: tre, quattro o cinque?”. Gli sventurati non sanno rispondere e implorano invano per la propria vita. Pochi istanti dopo i membri di al-Qaeda sparano a bruciapelo ai tre camionisti inneggiando “Allahu Akbar” (Allah è grande), gettano da parte i loro corpi e danno fuoco al camion di rifornimenti. (Da: Jerusalem OnLine, 26.8.13)

Per uno spezzone del filmato (da cui è stata tagliata la scena dell’esecuzione vera e propria), si veda:

Jerusalem OnLine: The Most deadly Quiz- Syrian Al-Qaeda execute men for not knowing answer

Si veda anche:

Crudeltà incredibile: le nazioni arabe si frantumano per etnie, tribù, confessioni. E si uccide con insostenibile leggerezza