Manovre bellicose, poche speranze di pace

Notizie dal versante palestinese e dal versante israeliano.

image_3609NOTIZIE DAL VERSANTE PALESTINESE

Hamas ha deciso di dotarsi di un suo “ministero della difesa” nella striscia di Gaza in vista dei futuri conflitti con Israele. Lo ha annunciato mercoledì il “ministro degli interni” di Hamas a Gaza, Fathi Hammad, l’uomo a capo dell’apparato di sicurezza di Hamas, nel corso di una cerimonia in onore del ruolo svolto dai “poliziotti” di Gaza durante la recente operazione anti-terrorismo israeliana “Cupola di nube difensiva”.
Hammad non ha detto quando verrà istituito il nuovo “ministero”. Sarebbe in ogni caso la prima volta che i palestinesi istituiscono un “ministero della difesa”. L’Autorità Palestinese – nata grazie agli accordi con Israele del 1995, oggi presente solo in Cisgiordania dopo il sanguinoso golpe di Hamas nella striscia di Gaza – non ha un ministero della difesa. Anche in Cisgiordania il ministero degli interni è ufficialmente responsabile dei vari rami delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, di cui il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) figura come comandante in capo.
“Tutti i nostri uomini sono eroi che hanno combattuto contro gli attacchi israeliani”, ha detto Hammad vantando il fatto che Hamas avrebbe impresso un passo avanti verso la sconfitta d’Israele sul piano militare, psicologico e nei mass-media. “Le prossime guerre – ha avvertito Hammad – saranno più feroci, ma noi siamo determinati a liberare la Palestina”.
Nel frattempo, il “primo ministro” di Hamas, Ismail Haniyeh, ha detto a una delegazione egiziana in visita a Gaza che il suo governo “non cederà mai un solo centimetro di Palestina, che è tutta terra di proprietà islamica. L’unico modo per liberare la Palestina è attraverso la lotta armata, la jihad e la fermezza” ha continuato Haniyeh che ha elogiato l’appoggio dell’Egitto a Hamas dicendo che “oggi l’Egitto sta riscrivendo la storia di tutta la nazione araba e islamica, e ha iniziato a riprendere il suo ruolo guida nella nazione araba, dopo i molti anni sprecati dai corrotti”.
(Da: Jerusalem Post, 6.12.12)

Il gruppo terrorista palestinese Ansar Allah ha annunciato la totale separazione “militare, di sicurezza e politica” dal suo sostenitore Hezbollah. Ne ha dato notizia mercoledì il quotidiano libanese Al-Mustaqbal.
Ansar Allah, guidato dall’ex ufficiale di Fatah Jamal Suleiman, ha diramato una dichiarazione martedì in cui ricorda che il gruppo per molti anni si è adoperato per la “lotta armata jihadista” e afferma che “continuerà sulla strada della jihad e della lotta armata fino alla liberazione di tutta la Palestina occupata”. La dichiarazione, che è stata diffusa nel campo palestinese di Ain el-Hilweh alle porte di Sidone, dice che Ansar Allah continuerà ad esistere come “movimento jihadista indipendente” armato il cui scopo è “liberare la terra e i luoghi santi profanati dagli occupanti ebrei”.
Ansar Allah, che gli Stati Uniti hanno classificato come “un sotto-gruppo clandestino di Hezbollah”, venne costituito nel 1982 durante la prima guerra in Libano e conterebbe oggi diverse centinaia di miliziani che fanno base nei campi palestinesi in Libano. Attraverso Hezbollah (il “partito di Dio” libanese, islamista sciita filo-Siria e filo-Iran), Ansar Allah è stato un importante agente di Tehran di cui il regime iraniano si è servito per la sua guerra-ombra contro obiettivi israeliani ed ebraici. Nel 1994 il gruppo palestinese Ansar Allah venne alla ribalta con un comunicato in cui esprimeva sostegno per l’attentato esplosivo contro il centro culturale ebraico di Buenos Aires, in Argentina (85 morti, 300 tra feriti e mutilati), di cui sono considerati responsabili Hezbollah e autorità iraniane. Ansar Allah è anche sospettato di coinvolgimento nell’attentato contro il volo Alas Chiricanas 00901 (21 morti, di cui 12 ebrei) a Panama, la notte successiva alla strage di Buenos Aires. Anche in quel caso Ansar Allah pubblicò una dichiarazione di sostegno all’attentato. Israele ritiene che entrambi gli attentati siano stati concepiti dall’Iran, che ne aveva incaricato Hezbollah. Successivamente Ansar Allah riconobbe pubblicamente i suoi legami con Hezbollah. Nel 2007 il capo militare del gruppo, Maher Oweid, ammise che tutti i fondi di Ansar Allah e la copertura politica e di sicurezza erano garantiti da Hezbollah e che i suoi miliziani venivano addestrati nei campi Hezbollah in Libano.
Secondo il quotidiano Al-Mustaqbal, l’annuncio della defezione di Ansar Allah da Hezbollah ha suscitato scalpore nei campi palestinesi soprattutto perché ha confermato il sostanziale rapporto di dipendenza politica, militare e logistica del gruppo palestinese dal gruppo sciita e dal suo sostenitore estero, l’Iran. Secondo fonti palestinesi citate dal giornale, la frattura sarebbe dovuta alla drastica riduzione dei fondi passati da Hezbollah ad Ansar Allah, che a sua volta potrebbe essere legata a un sostanziale disaccordo fra i due gruppi circa il sostegno al regime del presidente Bashar Assad in Siria, il più stretto alleato dell’Iran nella regione.
Nel frattempo, secondo le fonti citate dal giornale libanese, Hezbollah ha iniziato a coltivare rapporti con altri gruppi estremisti palestinesi ad Ain el-Hilweh, e in particolare due gruppi qaedisti: Asbat al-Ansar (La Lega dei partigiani, gruppo salafita classificato come terrorista da Stati Uniti e Onu) e al-Haraka al-Islamiya al-Mujahid (Movimento di lotta islamica, gruppo sunnita guidato da Jamal Khattab).
Come Ansar Allah, pure Hamas, anch’essa sunnita, si è alla fine schierata con i ribelli sunniti siriani, e si è avvicinata al Qatar, che ha subito aperto il portafogli.
(Da: Jerusalem Post, 6.12.12)

NOTIZIE DAL VERSANTE ISRAELIANO

La maggioranza degli israeliani ritiene che l’operazione anti-terrorismo condotta il mese scorso dalla Forze di Difesa israeliane nella striscia di Gaza fosse giustificata e auspica il ritorno ai negoziati, ma non crede che questi abbiano molte chance di successo. Questo in sintesi è quanto emerge dall’ultimo sondaggio “Indice della pace” pubblicato giovedì dall’Israel Democracy Institute e dall’Università di Tel Aviv.
In particolare, il 79% degli intervistati ritiene che la decisione del governo di lanciare l’operazione “Colonna di nube difensiva” fosse giustificata, un parere sottoscritto dall’84% degli israeliani ebrei e dal 47% degli israeliani arabi. Il sostegno all’operazione non è limitato a un campo politico: si va dal 74% di favorevoli fra gli ebrei israeliani che si definiscono di sinistra, all’86% di favorevoli fra quelli che si identificano con il centro, all’89% di quelli che si collocano a destra.
Il 57% degli ebrei israeliani approva la decisione del governo di porre fine all’operazione nel momento in cui l’ha fatto, mentre una consistente minoranza (41%) la contesta. Il 53% ritiene che gli obiettivi dell’operazione siano stati raggiunti. In particolare, per il 37% la forza deterrente di Israele è stata rafforzata, mentre un altro 37% ritiene che sia rimasta invariata.
Circa il cessate il fuoco che ha posto fine all’operazione, il 55% degli israeliani intervistati ha fiducia che possa durare almeno un anno, mentre poco meno di un terzo dice che durerà solo pochi mesi. Circa le più generali prospettive di pace, la maggior parte degli israeliani ritiene che il governo debba senz’altro impegnarsi in negoziati con l’Autorità Palestinese, ma una percentuale ancora maggiore afferma di non credere che quei negoziati possano portare a una sistemazione di pace definitiva.
Circa la condotta di singole istituzioni durante l’ultimo conflitto con Gaza, l’88% degli israeliani esprime soddisfazione per la performance delle Forze di Difesa e l’82% esprime soddisfazione per le prestazioni di municipalità e autorità locali. Il comportamento del governo, pur conservando il sostegno della maggioranza, viene promosso solo dal 60% degli intervistati.
(Da: Jerusalem Post, 6.12.12)

Nell’immagine in alto: Il logo con cui Hamas celebra, sabato, il proprio 25esimo anniversario: la mappa rappresenta la “Palestina” che comprende tutto il territorio dal Mediterraneo al Giordano: Israele è cancellato.