«Mentre a Teheran parlavamo con gli europei, a Isfahan installavamo apparecchiature»

Sempre col suo celebre sorriso, Rohani si era vantato in tv d’aver beffato gli impegni presi con la comunità internazionale

«Non abbiamo permesso che questo accadesse. Fermammo solo l’approvvigionamento di gas a quelle dieci centrifughe a Natanz»

In un video, che sta attirando molta attenzione nel momento in cui la comunità internazionale cerca di valutare la credibilità del nuovo presidente iraniano, si vede Hasan Rohani che solo quattro mesi fa si vantava, alla televisione di stato iraniana, del fatto che lui e il regime sono stati capaci di beffare un accordo del 2003 con l’AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) in base al quale Teheran aveva promesso di sospendere del tutto l’arricchimento dell’uranio e altre attività nucleari.

Nel video Rohani, intervistato dalla TV della Repubblica Islamica IRIB lo scorso 27 maggio, cioè meno di tre settimane prima di vincere le elezioni presidenziali del 14 giugno, reagisce con stizza all’affermazione secondo cui, quando era capo negoziatore nucleare iraniano nel periodo 2003-05, ” tutto venne sospeso” circa il programma nucleare sotto la sua supervisione.

Sorridente come sempre ma evidentemente assai irritato dall’allusione dell’intervistatore, Rohani reagisce definendola senza mezzi termini “una menzogna” che potrebbe essere creduta solo da “un analfabeta”, e accusa l’interlocutore e “chiunque le stia parlando nell’auricolare” di diffondere informazioni false. Dopodiché Rohani passa a spiegare in dettaglio come, di fatto, l’Iran abbia consapevolmente violato la “Dichiarazione di Teheran” dell’ottobre 2003 che “avrebbe dovuto indicare obblighi e sospensioni”.

In pratica, dice Rohani nell’intervista, sebbene l’Iran avesse sottoscritto con i ministri dell’Unione Europea in visita a Teheran nell’ottobre 2003 una dichiarazione congiunta nota come Dichiarazione di Teheran con la quale si impegnava a rispettare precisi obblighi, “noi – si vanta Rohani – non abbiamo permesso che questo accadesse”.

L’intervista, condotta da Hassan Abedini, faceva parte di una serie di trasmissioni con i candidati presidenziali su un canale televisivo molto seguito, strettamente controllato dai fedeli della Guida Suprema ayatollah Ali Khamenei, e Rohani chiaramente si è sentito in dovere di sottolineare che egli non è un avversario facile per l’Occidente.

Lungi dall’onorare l’impegno in cui l’Iran affermava (al punto 2.b.II) “d’aver volontariamente deciso di sospendere tutte le attività di arricchimento e ritrattamento dell’uranio”, Rohani dice all’intervistatore che tutto quello che l’Iran fece fu semplicemente sospendere “dieci centrifughe” nell’impianto di arricchimento di Natanz. “E non una sospensione totale – aggiunge – Solo una riduzione della produzione”.

Non convinto, l’intervistatore Abedini afferma che l’attività venne sospesa anche nell’impianto di arricchimento di Isfahan. “Tutto il contrario” ribatte Rohani, specificando una per una le varie fasi del completamento del lavoro a Isfahan sotto la sua supervisione nel periodo 2004 e 2005. Per poi proseguire affermando orgogliosamente che anche il reattore iraniano ad acqua pesante di Arak venne sviluppato sotto la sua supervisione, nel 2004. E insiste: “Lo sa quando abbiamo sviluppato la yellowcake [prodotto finale dei processi di purificazione dei minerali che contengono uranio]? Nell’inverno 2004! E lo sa quando arrivò a 3.000 il numero delle centrifughe? Nell’inverno 2004!”.

15 novembre 2011 - Studentesse iraniane mandate a fare da scudi umani attorno all’impianto di conversione dell'uranio a Isfahan, dopo un rapporto dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (AIEA) che accusava l'Iran di utilizzare la tecnologia nucleare per produrre armi

15 novembre 2011 – Studentesse iraniane mobilitate per fare da scudi umani attorno all’impianto di conversione dell’uranio a Isfahan, dopo un rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA) che accusava l’Iran di utilizzare la tecnologia nucleare per produrre armi

Stupefatto che si pensi che in quel periodo l’Iran abbia ceduto alle pressioni internazionali e abbia bloccato le attività nucleari, Rouhani incalza l’intervistatore: “Noi avremmo fermato il programma nucleare? Ma se siamo stati noi a completarlo! Noi abbiamo completato la tecnologia”. Per poi chiarire subito che tale “successo” (in violazione degli impegni presi) non si deve solo a lui personalmente, ma al lavoro “dei nostri valenti e beneamati scienziati, a cui baciamo le mani”. E ribadisce: “Noi siamo stati i primi ad avviare tutto questo, e quando dico ‘noi’ intendo tutto il governo, non il solo Hasan Rohani; intendo la Guida Suprema e tutti noi gomito a gomito. Ecco perché la Guida Suprema, nel suo discorso dell’11 novembre 2003, disse che in quei negoziati era stato infranto il complotto di Washington e Israele”. L’Iran aveva preso “la posizione giusta [nei colloqui sul nucleare ] senza sottomissione né coercizione”.

Rohani attacca poi nuovamente l’intervistatore e “il tizio che parla nel suo auricolare” accusandoli di fuorviare gli spettatori. Al che Abedini replica: “Ho letto il suo libro due volte, dalla prima all’ultima pagina”. “Ben fatto – ribatte Rohani – Allora lo legga una terza volta, signor Abedini. È così che abbiamo completato il programma di arricchimento nucleare”.

Nel suo discorso la scorsa settimana all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto che Rohani, con la sua apparente apertura verso l’Occidente, sta ingannando la comunità internazionale. Tra il 2003 e il 2005, ha detto Netanyahu alle Nazioni Unite, Rohani nella sua qualità di capo negoziatore iraniano sul nucleare “ideò la strategia che permise all’Iran di portare avanti il programma per le armi nucleari dietro una cortina fumogena di impegni diplomatici e di retorica rassicurante”.

Netanyahu ha poi citato dal libro di Rohani del 2011, nel quale si legge: “Mentre a Teheran parlavamo con gli europei, a Isfahan installavamo apparecchiature”. “Ora – ha spiegato Netanyahu – per chi non lo sapesse, l’impianto di Isfahan costituisce una parte essenziale del programma di armamento nucleare iraniano. È lì che il minerale grezzo chiamato yellowcake viene convertito in forma arricchibile. E Rouhani si vanta, cito dal suo libro: “Creando un’atmosfera tranquilla (ripeto: “un’atmosfera tranquilla”), siamo riusciti a completare il lavoro a Isfahan”. Concludeva Netanyahu all’Onu: “Ha ingannato il mondo una volta. Ora conta di poterlo ingannare di nuovo”.

(Da: Times of Israel, 6.10.13)

 

TV IRIB, 27 maggio 2013 (sottotitoli in inglese):

 

Si veda anche:

Dichiarazione del Governo iraniano e dei ministri degli esteri dell’Unione Europea in visita a Teheran – 21 ottobre 2013 (in inglese)