Nel 69esimo dell’indipendenza, sia gli ebrei che gli arabi d’Israele si dicono fieri di essere israeliani

Sondaggio: israeliani inguaribili ottimisti, con i cittadini arabi che più di quelli ebrei vedono un futuro positivo per il paese

Israele compie 69 anni e la sua popolazione è assai più soddisfatta di quanto sembrerebbe stando all’immagine che ne restituiscono mass-media e conversazioni casuali. E’ quanto risulta da un sondaggio pubblicato domenica dall’Israel Democracy Institute, secondo il quale il 71% della popolazione israeliana definisce la propria situazione personale “buona” o “molto buona”, e solo il 3% la definisce “cattiva” o “molto cattiva”. Un altro 25% definisce la propria situazione semplicemente come “okay”.

Questo sul piano individuale. A livello collettivo, poco meno della metà degli intervistati (il 47,5%) dice che la situazione di Israele oggi è “molto buona” o “buona”, e solo il 15% la definisce “cattiva” o “molto cattiva”. Anche qui, un buon 40% dice che è “okay”.

Un risultato assai interessante, e forse inaspettato, è che la percentuale di arabi per cui il paese è in buone o ottime condizioni risulta significativamente superiore a quella degli ebrei che esprimono la stessa opinione. Tra gli arabi, il 66% ritiene che la situazione di Israele sia “buona” o “molto buona”, e solo il 12% la definisce “cattiva” o “molto cattiva”. Nella comunità ebraica – che, secondo i dati recentemente diffusi dall’Ufficio Centrale di Statistica, costituisce il 74,7% della popolazione totale – il 44% valuta il paese in condizioni “buone” o più, vale a dire il 22% meno che nella comunità araba.

Preparativi per la Giornata dell’Indipendenza

Quando invece si tratta della propria situazione individuale, i cittadini arabi che affermano di star bene sono il 57%, contro il 74% degli ebrei. Solo lo 0,2% degli intervistati ebrei ha descritto la propria situazione personale come “molto cattiva”, rispetto al 4% degli intervistati arabi.

Nonostante gli interminabili discorsi su Israele che starebbe perdendo la sua “anima” e/o la sua bussola morale e democratica, ben l’80% della popolazione generale si definisce “fiero” o “molto fiero” di essere israeliano. Come ci si poteva aspettare, gli intervistati ebrei esprimono maggiore orgoglio nella loro identità israeliana (86%), ma anche tra gli intervistati arabi è la maggioranza (51%) che si definisce “fiera” o “molto fiera” di essere israeliana.

Il sondaggio conferma gli israeliani come inguaribili ottimisti, con il 71% degli intervistati che si dichiarano “ottimisti” o “molto ottimisti” circa il futuro del paese (73% fra gli ebrei, 61% fra gli arabi) e solo il 24% vede il futuro in termini negativi. Non male, considerando che il paese ha Hezbollah su un confine, l’ISIS e varianti di al-Qaeda su un altro confine e Hamas su un terzo confine, più la minaccia incombente di un Iran nucleare e il terrorismo palestinese che alligna ad ogni angolo.

Ahmad Eid, chirurgo arabo-israeliano presso l’ospedale Hadassa sul Mount Scopus dell’Università di Gerusalemme: uno degli otto cittadini meritevoli chiamati lunedì sera ad accendere le torce nella cerimonia di inizio della Giornata dell’Indipendenza

Tuttavia, quasi la stessa percentuale dice che i propri leader politici non sono “granché buoni” o “non sono affatto buoni” nel prestare attenzione a ciò che vogliono i cittadini. I cittadini ebrei tendono ad essere più severi di quelli arabi: appena il 2% degli intervistati ebrei dice che i politici israeliani hanno fatto “un ottimo lavoro” nell’ascoltarli, mentre tra gli intervistati arabi i soddisfatti sono quasi il 19%.

Per quanto riguarda l’atteggiamento degli israeliani circa i risultati del paese in vari campi, l’81% degli intervistati considera “moderatamente buona” o “buona” la capacità di Israele di mantenere la sicurezza del paese, il 70% parla bene del sistema sanitario, il 62% dà buoni voti all’economia e il 61% ritiene buoni o molto buoni i risultati del paese in fatto di scienza e istruzione. La cattiva notizia è che solo il 24% degli intervistati ritiene che la politica stia muovendosi bene per diminuire i divari sociali.

(Il sondaggio è stato condotto per telefono, fra il 18 e 19 aprile, su un campione nazionale rappresentativo della popolazione adulta dai 18 anni in su, con un margine di errore di ± 4,1%.)

(Da: Jerusalem Post, Ha’aretz, 1.5.17)