Netanyahu ai ministri UE: “Lo stato palestinese sarà un Costa Rica o uno Yemen?”

La pace si basa sulla realtà. Trump ha detto ai palestinesi la verità, l'Europa li lascia vivere in una bolla di fantasie

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la rappresentante esteri dell’Unione Europea Federica Mogherini in conferenza stampa lunedì presso la sede del Consiglio dell’UE a Bruxelles

Il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump non è altro che la presa d’atto di una realtà. Lo ha ribadito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante i suoi due giorni di colloqui in Europa all’inizio della settimana. “Ciò che ha fatto il presidente Trump – ha detto lunedì Netanyahu nella sede dell’Unione Europea a Bruxelles – è mettere onestamente sul tavolo i fatti così come sono. La pace si basa sulla realtà, sul riconoscimento della realtà, e il fatto che Gerusalemme è la capitale di Israele è una realtà chiaramente evidente a tutti voi che visitate Israele e vedete dove si trova la sede del nostro parlamento, la Knesset, quella del nostro governo e il mio ufficio di primo ministro, la residenza del nostro presidente della repubblica, la Corte Suprema”.

Il giorno prima, a Parigi, durante una conferenza stampa con il presidente francese Emmanuel Macron, Netanyahu aveva già sottolineato che la pace “deve avere le sue fondamenta nella verità dei fatti del passato e del presente”. E aveva aggiunto: “Prima i palestinesi accetteranno la realtà di Gerusalemme capitale d’Israele, meglio sarà per tutti. La mossa di Trump ha bucato la bolla della fantasia dei palestinesi secondo cui Gerusalemme è soltanto loro, e in questo modo ha fatto fare un passo avanti alla causa della pace”.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la colazione di lavoro con i ministri degli esteri dell’UE, lunedì a Bruxelles

Parlando coi giornalisti martedì, poco prima di partire da Bruxelles, Netanyahu ha detto che le nazioni europee continuano a “viziare” i palestinesi che si rifiutano di riconoscere la legittimità dello stato ebraico, mentre il presidente Usa Donald Trump, riconoscendo la scorsa settimana che la capitale d’Israele è a Gerusalemme, “ha detto ai palestinesi la verità”.

Netanyahu ha affermato d’aver parlato con i ministri degli esteri di “quasi tutti i 28 stati membri dell’Unione Europea” e che le conversazioni sono state “rispettose da entrambe le parti”. Netanyahu ha detto loro che è ora di avviare una discussione più realistica sul futuro della regione, spiegando che l’attuale travaglio in Medio Oriente è dovuto a una battaglia tra “modernità e medioevalismo arcaico”. Netanyahu ha detto d’aver voluto fare chiarezza su due concezioni sbagliate: che il conflitto israelo-palestinese sia al centro dei problemi della regione e che gli insediamenti siano al centro del conflitto israelo-palestinese. “Ho chiesto loro: c’è qualcuno che lo pensa davvero? Il poveretto che si diede fuoco in Tunisia (dando inizio alla stagione delle rivolte arabe del 2011) aveva davvero al centro delle sue preoccupazioni il fatto se Abu Mazen e io negoziamo e arriviamo a un accordo?”.

La Palestina come parte del “mondo arabo” in un testo dell’Autorità Palestinese per la quarta elementare usato nell’anno 2016-17. Israele è cancellato dalla carta geografica (clicca per ingrandire)

“L’idea, poi, che al centro del nostro conflitto vi siano gli insediamenti è infondata – ha proseguito Netanyahu – L’ostilità contro il sionismo è iniziata molto prima che esistessero gli insediamenti e continua dopo che gli insediamenti sono stati smantellati” (come a Gaza). Alla domanda se accetta la soluzione a due stati, Netanayhu dice d’aver risposto chiedendo a sua volta ai ministri europei che tipo di stato sarà il nuovo stato a ridosso di Israele: “Sarà un Costa Rica o sarà uno Yemen?”.

Il primo ministro ha detto d’aver ribadito ai ministri europei che Israele chiede che vi siano accordi sulla sicurezza “blindati” e che i palestinesi riconoscano Israele come stato nazionale del popolo ebraico. Il rifiuto di riconoscere il diritto del popolo ebraico a un proprio stato nazionale entro qualunque confine, ha detto Netanyahu, è all’origine di tutto il conflitto israelo-arabo-palestinese. “È ora che queste cose vengano dette – ha sostenuto Netanyahu coi giornalisti – Ho detto ai ministri europei che se non si affronta la radice del conflitto, non si fa nessun passo avanti. E ho chiesto loro: quante volte avete parlato degli insediamenti e quante volte, invece, avete detto ai palestinesi di riconoscere Israele come stato ebraico? I palestinesi vengono viziati dagli europei. Trump invece ha detto loro la verità”.

Netanyahu ha sottolineato che tutti gli europei intervenuti hanno fermamente condannato il terrorismo contro Israele, aggiungendo che ciò ha verosimilmente fatto seguito alla dichiarazione precedentemente rilasciata sera dal primo ministro israeliano in cui accusava l’Europa di “ipocrisia” e “doppia morale” per aver condannato il riconoscimento di Gerusalemme da parte di Trump senza dire una parola sul perdurante terrorismo anti-israeliano come i razzi lanciati da Gaza, l’accoltellamento al cuore di una guardia giurata domenica a Gerusalemme, l’ennesimo tunnel terroristico di Hamas scoperto lo scorso fine settimana, che penetrava per centinaia di metri all’interno del territorio israeliano.

Netanyahu ha infine riferito d’aver detto ai ministri degli esteri dell’Unione Europea che non dovrebbero sostenere e finanziare ong anti-sioniste che promuovono il terrorismo. “E ho promesso che farò avere loro un elenco di organizzazioni non governative che lo fanno”, ha concluso.

(Da: Times of Israel, 12.12.17)