Netanyahu: “Una coalizione più ampia aiuta ad affrontare le sfide e cogliere le opportunità”

Porta aperta ai laburisti di Unione Sionista, che si divide sul fallimento delle trattative per entrare nel governo

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Dopo aver snobbato il maggiore partito dell’opposizione preferendogli l’ultra-nazionalista Yisrael Beytenu, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto domenica di sperare ancora che i laburisti di Unione Sionista decidano di entrare nella coalizione di governo. Secondo varie fonti, Netanyahu ha detto ai suoi ministri che non intende nominare in questo momento un ministro degli esteri, di cui detiene l’interim, proprio per poter offrire l’incarico a Unione Sionista qualora decidesse di entrare nella coalizione. Il portavoce di Netanyahu, David Keyes, ha confermato a Times of Israel che il primo ministro manterrà per adesso l’interim degli esteri, oltre a quello di comunicazioni, economia e cooperazione regionale.

La settimana scorsa Netanyahu ha scosso la scena politica israeliana quando ha interrotto le trattative in corso con Unione Sionista per la formazione di un governo di unità nazionale e ha annunciato che aveva invece cooptato i sei parlamentari di Yisrael Beytenu (scesi a cinque dopo l’uscita dal partito della parlamentare Orly Levy-Abekasis) promettendo il Ministero della difesa all’ex ministro degli esteri Avigdor Lieberman. Finora il governo poteva contare alla Knesset su una maggioranza di soli 61 seggi su 120.

Negativa la reazione del leader di Unione Sionista, Isaac Herzog. “Al momento della verità ognuno prende le proprie decisioni – ha detto Herzog – Netanyahu ha scelto Liberman-Bennett e noi abbiamo scelto di opporci. Per noi il capitolo è chiuso”.

Avigdor Lieberman

Avigdor Lieberman, leader di Yisrael Beytenu

Interpellato domenica mattina dai ministri del Likud, Netanyahu ha spiegato: “Mantengo il portafoglio della difesa come opzione aggiuntiva per allargare ulteriormente il governo aggiungendovi anche il partito laburista. E sia chiaro che questo non riguarda solo l’attribuzione di ministeri, ma anche decisioni circa le iniziative diplomatiche”.

Il partito laburista è il principale membro del raggruppamento Unione Sionista, che comprende anche il partito HaTnuà di Tzipi Livni.

“Un governo più ampio possibile è la cosa migliore per lo stato di Israele – ha detto Netanyahu aprendo domenica la riunione settimanale del governo – Ritengo che una coalizione più ampia ci aiuterà ad affrontare le molte sfide che abbiamo di fronte e a cogliere le eventuali opportunità”. Netanyahu ha assicurato che un governo più ampio comprendente anche Yisrael Beytenu “continuerà a battersi per l’avvio di un processo diplomatico con i palestinesi, obiettivo che perseguiremo con l’aiuto di altri soggetti della regione”.

Nel quadro del patto raggiunto con Yisrael Beytenu, Netanyahu ha di fatto spodestato Moshe Ya’alon da Ministro della Difesa per dare il posto a Liberman. Mentre le trattative sui particolari dell’accordo tra Yisrael Beytenu e Likud erano ancora in corso, venerdì mattina Ya’alon ha annunciato le sue dimissioni, formalmente entrate in vigore domenica, mentre Liberman dovrebbe subentrargli solo martedì.

Il dimissionario ministro della difesa Moshe Ya'alon mentre si congeda, domenica, dai suoi collaboratori

Il dimissionario ministro della difesa Moshe Ya’alon mentre si congeda, domenica, dai suoi collaboratori

Dopo aver rassegnato le dimissioni sia dalla carica di ministro della difesa che da parlamentare, Ya’alon ha tenuto una conferenza stampa a Tel Aviv durante la quale ha specificato che non intende affatto abbandonare definitivamente la vita politica e pubblica. A proposito delle circostanze che hanno portato alle sue dimissioni, Ya’alon ha detto: “Ho avuto discussioni politiche difficili con il primo ministro su valori fondamentali”. E ha aggiunto: “Purtroppo ci sono politici di alto livello nel nostro paese che preferiscono istigare e dividere i settori della società israeliana anziché collegarli e unirli. Coloro che ci guidano devono farlo sulla base dell’etica, di una bussola interna, a volte anche contro forti venti contrari. Devono adoperarsi per delineare un percorso, e non farsi spingere fuori rotta da motivazioni elettorali o da sondaggi d’opinione, e non dovrebbero mai condurre o accettare discorsi avventati e irresponsabili”. Ya’alon  ha anche denunciato “influenze fondamentaliste che hanno preso il sopravvento nel Likud che non è più lo stesso Likud a cui mi sono iscritto, il Likud di Ze’ev Jabotinsky e di Menachem Begin”, aggiungendo: “Ho combattuto tutta la mia vita contro estremismo, violenza e razzismo nella società israeliana, che minacciano la sua resistenza e si insinuano anche nelle forze armate”. Lo scorso 15 maggio aveva esortato gli ufficiali israeliani a “continuare a dire quello che avete a cuore, a dirlo anche se non siete allineati con le posizioni e le idee espresse dai vostri comandanti o dai leader politici”.

Il leader dell'opposizione laburista Isaac Herzog con Tzipi Livni, leader di HaTnuà, durante una riunione domenica del gruppo parlamentare di Unione Sionista

Il leader dell’opposizione laburista Isaac Herzog con Tzipi Livni, leader di HaTnuà, durante una riunione domenica del gruppo parlamentare di Unione Sionista

Sempre venerdì mattina, in un messaggio postato su Twitter e Facebook, Ya’alon ha anche parlato di una “crisi di fiducia” nel primo ministro. Secca la reazione di Netanyahu: “Suppongo che se a Ya’alon non fosse stato chiesto di lasciare il Ministero della difesa, la cosiddetta ‘crisi di fiducia’ tra noi non ci sarebbe stata e non si sarebbe dimesso”. Circa i “valori fondamentali”, Netanyahu ha tenuto a ribadire: “Le Forze di Difesa israeliane sono un esercito morale, un esercito che si attiene al più alto codice etico. Non c’è, né ci sarà mai, alcun disaccordo su questo. Inoltre le Forze di Difesa israeliane sono un esercito composto da tutti i cittadini, e ritengo che debbano essere tenute fuori dalla politica. Il tentativo di coinvolgere nel dibattito politico militari e alti ufficiali è inaccettabile e mette in pericolo la democrazia. In democrazia i militari sono obbligati verso la leadership politica, non il contrario”. Netanyahu ha poi aggiunto: “Vi sono opportunità nella sfera politica, in particolare legate a certi sviluppi nella regione sui quali sto personalmente lavorando senza sosta. E’ proprio per questo che ho cercato con grande sforzo di portare Unione Sionista nel governo, e mantengo la porta aperta affinché possano aggiungersi e contribuire alla coalizione di governo, cosa che non farebbe che bene a Israele”.

Shelly Yachimovich, avversaria di Herzog all'interno del partito laburistqa

Shelly Yachimovich, avversaria di Herzog all’interno del partito laburista

A seguito delle dimissioni di Ya’alon, si è creata una situazione senza precedenti in cui i principali portafogli del governo israeliano non sono attribuiti a ministri del Likud, che pure è il maggiore partito della coalizione con 30 seggi su 120. Infatti, a parte l’interim degli esteri a Netanyahu, il ministero della difesa andrà Lieberman di Yisrael Beytenu, mentre quello delle finanze è ricoperto da Moshe Kahlon, di Kulanu. Nel seggio parlamentare lasciato da Ya’alon alla Knesset subentrerà il primo dei non eletti della lista del Likud, vale a dire Yehuda Glick, 50 anni, noto attivista di destra. Identificato soprattutto con la battaglia per il diritto degli ebrei ad accedere liberamente al Monte del Tempio di Gerusalemme, Glick è sopravvissuto a un tentativo di assassinio nel 2014 e ha ripreso l’attività politica dopo mesi di convalescenza. Glick ha dichiarato che, una volta diventato parlamentare, non intende entrare di nuovo nel complesso del Monte del Tempio. “Rispetterò le decisioni della Knesset – ha detto – E penso che la decisione [di bandire i parlamentari dal Monte del Tempio] sia stata giusta, giacché alcuni parlamentari arabo-israeliani vi si sono recati in modo provocatorio attizzando gli animi”.

Dura la resa dei conti scatenata dentro Unione Sionista, con il leader Herzog che accusa l’opposizione interna “di estrema sinistra” d’aver sabotato la sua trattativa per l’ingresso nel governo con una campagna aggressiva e insolente contro il suo tentativo. In particolare, Herzog ha accusato sabato la rivale interna Shelly Yachimovich d’averlo descritto come “un cane” quando martedì scorso aveva dichiarato: “Netanyahu ha gettato a Herzog un osso e gli ha ordinato di recuperarlo a quattro zampe. Quella offerta avrebbe dovuto essere categoricamente rifiutata”. Herzog ha anche parlato del processo diplomatico che sarebbe stato avviato se il suo tentativo di aderire al governo avesse avuto successo: “Con l’avvio del processo diplomatico sul quale avevo lavorato molto con il primo ministro Netanyahu e con rappresentanti internazionali – ha detto Herzog – Israele avrebbe risposto per la prima volta in modo positivo all’iniziativa di pace araba, e per la prima volta in assoluto avrebbe potuto avviare su di essa un negoziato con gli stati arabi: uno sviluppo che avrebbe sicuramente cambiato il volto della regione”.

(Da: Times of Israel, YnetNews, Jerusalem Post, israele.net, 22.5.16)