“Non abbandoneremo i nostri kibbutz”

Lo dicono gli israeliani che vivono attorno a Gaza, dopo “il peggiore attacco dai tempi del disimpegno”

image_2081Gli abitanti dei kibbutz attorno alla striscia di Gaza si sono trovati nei giorni scorsi sotto una pioggia di granate di mortaio, missili Qassam e con la crescente paura per i tentativi di infiltrazioni terroristiche, come quella che ha avuto luogo sabato scorso al valico di Kerem Shalom. Dopo quell’attacco, che ha causato il ferimento di tredici soldati israeliani, gli abitanti della zona parlano di momenti di terrore, ma insistono nel dire che non hanno alcuna intenzione di abbandonare le loro case.
Alle 6 di mattina di sabato scorso gli abitanti del kibbutz Kerem Shalom sono stati svegliati dalle esplosioni delle granate di mortaio sparate dai terroristi palestinesi in tutta l’area. Mentre gli uomini venivano immediatamente convocati nelle squadre di soccorso, le donne si chiudevano coi bambini nelle stanze fortificate.
I bambini stavano ancora dormendo quando è iniziato l’attacco palestinese, racconta Sharon Caspi del kibbutz Kerem Shalom. “Per fortuna non capivano cosa stesse succedendo, e li ho portati immediatamente nella stanza fortificata, una cosa che qui non era ancora successa. Le granate cadevano su tutta l’area del kibbutz e mi sono sentita nel mezzo di una guerra. Mio marito Amit è stato convocato dalla squadra speciale d’emergenza e io sono rimasta sola nella stanza coi bambini. Non potevo fare niente, né parlare con nessuno. Così ho telefonato ad altri membri del kibbutz, chiusi nelle stanze sigillate. Sentivo una grande rabbia perché questa è la nostra casa e loro, i palestinesi, non vogliono che stiamo qui. Ma questo è il nostro paese e, anche se non so cosa accadrà in futuro, si può star certi che non scapperemo e non ci faremo cacciare via dalla nostra casa tanto facilmente”.
Una delle granate ha centrato la rete elettrica, ma molte famiglie hanno scelto di celebrare ugualmente la cena della pasqua ebraica, sabato sera, nella sala mensa del kibbutz.
Amit Caspi spiega che questa situazione di insicurezza non è nuova, per gli abitanti di questa zona. “Un attacco simile ebbe luogo durante la scorsa festa di Sukkot. Purtroppo ci siamo abituati a questa situazione, anche se questa volta l’attacco è stato decisamente pesante. Ma cerchiamo subito di tornare alla vita normale”.
Carmela Habaz, un’altra residente del kibbutz, racconta: “Quando hanno sentito le esplosioni delle granate, i miei due figli di 9 e 11 anni sono corsi subito nella mia stanza, e mio marito veniva chiamato alla squadra di emergenza. Ero terrorizzata perché è stato un bombardamento pesante, ed era saltata la corrente elettrica. Per paura non abbiamo celebrato la pasqua nella sala del kibbutz, ma questa resta la mia casa, e i miei amici sono qui”.

“E’ stato il peggiore attacco che abbiamo visto dopo il disimpegno da Gaza”, ha detto il comandante della regione sud delle Forze di Difesa israeliane, Yoav Galant, durante una visita sabato sul luogo dell’infiltrazione terroristica palestinese contro il valico merci fra Israele e striscia di Gaza di Kerem Shalom. Tredici soldati sono rimasti feriti quando i terroristi hanno fatto esplodere delle auto bomba, sparando granate di mortaio e aprendo il fuoco contro le truppe per quello che la difesa israeliana considera un tentativo – sventato – di catturare ostaggi israeliani.
Le Brigate Izz al-Din al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno rivendicato l’aggressione.
“L’attacco ha interessato l’intero settore – spiega Galant – E’ stato un tentativo di sequestro e uccisione di quanti più israeliani possibile. Hamas approfitta della generosità di Israele e si accanisce contro i valichi di passaggio che garantiscono le necessità vitali alla popolazione palestinese. I palestinesi devono capire che non otterranno altro che frustrazioni, con questo genere di attacchi”.
Galant ha elogiato la determinazione dei soldati, dicendo che il loro intervento ha sventato quella che avrebbe potuto essere una strage. “E’ stato un intervento di ottimo livello da parte dei nostri soldati beduini e dei loro compagni; soprattutto è stata una dimostrazione della determinazione dei nostri soldati e dei nostri ufficiali”.
Secondo la valutazione delle Forze di Difesa israeliane, l’attacco di sabato era un’azione di carattere “strategico” intesa a colpire le celebrazioni per il 60esimo anniversario dell’indipendenza di Israele

(YnetNews, 19-20.04.08)

Nella foto in alto: Scorta armata per un trattore al lavoro nei campi di un kibbutz (Ein Hashlosha) ai confini con la striscia di Gaza.