Nuovo no dei palestinesi al negoziato

Fraintesi i presunti segnali di apertura di Abu Mazen, secondo i dirigenti dell’Olp.

image_3454Le dichiarazioni fatte venerdì dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che sembravano delineare le condizioni in base alle quali era disposto a incontrare finalmente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, non significano affatto che Abu Mazen intenda riprendere i negoziati di pace con Israele. Questo è quanto si sono affettati a chiarire, sabato, importanti fonti palestinesi.
Venerdì scorso, dopo il suo incontro a Parigi con il neo presidente Francois Hollande, Abu Mazen aveva detto che, dal momento che Israele si rifiuta bloccare tutte le attività edilizie ebraiche in Cisgiordania e Gerusalemme est e di accettare le linee armistiziali del periodo 1949-67 come confini del futuro stato palestinese – entrambe condizioni poste da tempo dall’Autorità Palestinese per accettare la ripresa dei negoziati – allora egli avrebbe fissato “diversi standard” prima di intavolare colloqui con Netanyahu. I nuovi standard posti da Abu Mazen sarebbero la scarcerazione di tutti i palestinesi detenuti in Israele e l’attuazione di politiche che consentano di distribuire direttamente le armi alle forze di polizia palestinesi.
Sabato, tuttavia, autorevoli rappresentanti palestinesi si sono affrettati a chiarire che quella delineata dalle parole di Abu Mazen non è una nuova strada per arrivare a colloqui completi. “Ciò che intendeva il presidente Abu Mazen – ha dichiarato Wasel Abu Yousef, membro del comitato esecutivo dell’Olp – non è un ritorno ai negoziati. Non si tratta di negoziati, ma soltanto di un dialogo per spingere Netanyahu a bloccare gli insediamenti”.
Mentre la richiesta di permettere una incontrollata distribuzione di armi alle forze di sicurezza palestinesi appare come una novità, le altre richieste citate – fermare le attività edilizie ebraiche in Cisgiordania e Gerusalemme est, accettare le linee pre-’67, scarcerare tutti i detenuti palestinesi – erano già state precedentemente avanzate in numerose occasioni come condizioni per la ripresa delle trattative, e di fatto costituiscono il motivo per cui i negoziati sono da tempo interrotti.
Il governo israeliano ha più volte ribadito d’essere pronto a riprendere i negoziati anche immediatamente, in qualunque luogo e a qualunque livello, purché i palestinesi non impongano pre-condizioni.
Dal canto suo, Abu Yousef ha invece chiarito che la decisione di non tornare al tavolo negoziale prima che Israele abbia accettato le pre-condizioni è stata presa dalla “dirigenza palestinese”, e pertanto qualunque decisione di riprendere i negoziati diretti con Israele dovrebbe essere pressa “dalla stessa dirigenza”.

(Da: Ha’aretz, isarele.net, 9.6.12)

Nelle foto in alto: il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e Wasel Abu Yousef, membro del comitato esecutivo dell’Olp

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