Ombrello anti-missili

LArrow rappresenta una risposta parziale, ma importante, alla minaccia missilistica contro Israele.

Da un editoriale di Ha'aretz

image_335I due test del missile anti-missile israeliano Arrow condotti di recente da ricercatori israeliani negli Stati Uniti dimostrano ciò che ci si può attendere da questo sistema difensivo, operativo in Israele.
Il primo test, il 29 luglio scorso, superò ogni aspettativa colpendo il proprio bersaglio 50 km prima che esso raggiungesse il suo obiettivo: si trattò di un grosso successo tecnologico e operativo, che tuttavia non significa che Israele sia ora dotato di un ermetico ombrello difensivo contro i vari tipi di missili terra-terra.
Il test, più sofisticato e complesso, di giovedì scorso è invece fallito. Questa volta il bersaglio era una testata che si separa in volo dal corpo del missile, come fa lo Shihab-3 iraniano. Sui radar delle squadre addette all’intercettazione compaiono dunque due bersagli, e talvolta anche altri frammenti, ed è difficile individuare correttamente la testata da colpire.
L’insuccesso non deve essere considerato il capolinea dell’impresa. Sono alti e bassi assolutamente normali in questo genere di test. Essi non fanno che confermare un dato già noto: per quanto avanzato ed efficace possa essere, l’Arrow rappresenta una risposta soltanto parziale alla minaccia missilistica contro Israele. Parziale, ma importante.
La minaccia missilistica, sia da vicino che da lontano, è oggi più grave che mai. Israele è uno dei pochissimi paesi al mondo che è già stato colpito [nel 1991] da missili lanciati da un paese non confinante, l’Iraq. I danni degli Scud iracheni in quella prima guerra del Golfo non furono sostanziali, ma bisogna tenere in considerazione il fatto che oggi l’Iran continua a sviluppare il suo programma missilistico e che Israele, insieme ad altri paesi mediorientali, è già nel raggio della gittata dello Shihab-3.
La minaccia missilistica è destinata a diventare ancora più grave se i missili saranno armati con testate chimiche, cosa che la Siria ha già fatto, o nucleari, cosa che l’Iran sta cercando strenuamente di fare.
L’ultimo test dello Shihab-3, che Tehran ha esplicitamente presentato come una misura rivolta in primo luogo contro Israele, non è riuscito. Ma nelle foto del missile pubblicate sulla stampa iraniana si intravedono modifiche apportate al corpo del missile che dimostrano come gli iraniani continuino a sviluppare il progetto con grande assiduità. Dunque i due recenti test del missile anti-balistico Arrow non sono che una tappa di una ricerca che Israele dovrà continuare e sviluppare.

(Da: Ha’aretz, 29.08.04)