Onu: niente più alibi per il terrorismo Hezbollah

La delibera approvata dal Consiglio di Sicurezza toglie lultima parvenza di pretesto ai jihadisti libanesi.

image_561La delibera approvata venerdì scorso dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite secondo cui l’area delle “fattorie Shaba” apparteneva alla Siria (prima della guerra del 1967) e non al Libano toglie completamente l’ultima parvenza di pretesto usata dai jihadisti libanesi di Hezbollah per continuare a organizzare attacchi terroristici contro Israele. Lo affermano importanti fonti della difesa israeliana.
La delibera (presentata da Francia, Usa, Gran Bretagna, Danimarca e Grecia; criticata da Russia, Algeria e Libano) ribadisce inoltre che Israele si è pienamente conformato alla risoluzione 425 del Consiglio di Sicurezza ritirandosi completamente dal territorio del Libano meridionale nel maggio 2000.
“Hezbollah non ha più alcuna scusa plausibile – dice la fonte israeliana – ma è improbabile che questo gli impedisca di continuare con le sue provocazioni violente nella regione del Monte Dov (al confine con Israele) col pretesto della lotta per liberare terra libanese occupata. Hezbollah gode del pieno sostegno dell’Iran, che è il suo mentore, finanziatore e fornitore di armi, oltre al supporto della Siria che continua a mantenere il controllo sul Libano attraverso il governo libanese, per cui è improbabile che smetta di fare ciò che ha fatto finora con futili pretesti. L’area delle fattorie Sheba – spiega la fonte israeliana – è sempre stata considerata terra siriana dai suoi abitanti e in tutta la regione finché Hezbollah, col sostegno del governo libanese controllato dai siriani e dell’Iran, non ha iniziato a sostenere che era territorio libanese. La delibera del Consiglio di Sicurezza toglie letteralmente la terra sotto i piedi al tentativo di Hezbollah di spacciarsi per un movimento di liberazione. In realtà è un’organizzazione terroristica jihadista che opera illegalmente dal territorio libanese”.
Secondo altri analisti, senza il pretesto di lottare per liberare terra libanese occupata (fosse anche solo il fazzoletto di terra delle fattorie Shaba), viene meno la giustificazione stessa per l’esistenza dell’ala militare di Hezbollah in un paese in cui tutte le altre milizie armate sono state sciolte con la fine della guerra civile.
La delibera dell’Onu sulla presunta disputa sulle fattorie Shaba coincide con la decisione di prolungare di altri sei mesi, fino al 31 luglio, il mandato della Forza Interinale in Libano (UNIFIL), presente sul terreno sin dal 1978. La delibera dell’Onu, che contiene anche una forte critica al governo libanese per non aver voluto finora dispiegare le proprie forze nel sud del paese (lasciando il confine con Israele in balia di Hezbollah), coincide anche con il primo anniversario dello scambio detenuti contro sequestrati fra Israele e Hezbollah. Con quello scambio, Israele accettò di scarcerare 30 cittadini arabi e 400 palestinesi, detenuti per vari reati, in cambio della restituzione dei corpi di tre soldati sequestrati e uccisi nel 2000 e della liberazione del cittadino israeliano Elhanan Tannenbaum sequestrato da Hezbollah mentre era all’estero.

(Da: Jerusalem Post, 31.01.05)

Nella foto in alto: terrorista Hezbollah posa per i fotografi nell’area delle fattorie Sheba