Oppositore siriano ai palestinesi: “In confronto, voi vivete in paradiso”

Invitato all’Università di Gerusalemme, esponente anti-Assad zittisce i contestatori palestinesi che volevano impedirgli di parlare

Di Dov Lieber

Dov Lieber, autore di questo articolo

Un insolito incontro pubblico tra israeliani e siriani, martedì scorso a Gerusalemme, è stato interrotto da dimostranti palestinesi che esprimevano la loro indignazione per il fatto stesso che dei siriani cooperassero con degli israeliani. Ma i manifestanti hanno dovuto fare i conti con la furibonda reazione degli ospiti siriani, che li hanno accusati di non avere la minima idea di cosa significhi una vera oppressione. “Voi vivete in un paradiso in confronto al regime in Siria – ha tuonato Issam Zeitoun, ufficiale di collegamento con la comunità internazionale per l’Esercito Libero Siriano (anti-Assad), rivolto ai dimostranti che non smettevano di gridare per impedire il proseguimento del dibattito – Voi dovreste vergognarvi”.

L’alterco si è verificato in una sala gremita delll’Università di Gerusalemme, dove l’ufficiale di collegamento dell’Esercito Libero Siriano e un rappresentante dei curdi siriani erano stati invitati a parlare agli studenti nel quadro di un’iniziativa organizzata dall’Istituto di Ricerca Harry S. Truman per la promozione della pace.

“Non sono sorpreso per quello che è successo – ha poi detto Zeitoun a Times of Israel – Metto in conto che molte persone si comportino in questo modo quando parlo in un istituto israeliano, perché è davvero una cosa grossa. Molti siriani e palestinesi ci vedono come traditori. Io invece credo che nessuno possa giudicare dei siriani perché parlano in pubblico con gli israeliani. L’intensità del conflitto, e il numero delle persone che abbiamo perduto, è troppo grande – ha continuato Zeitoun – e io personalmente continuerò a fare tutto ciò che posso e a parlare con tutti, non solo in Israele ma in tutto il mondo, pur di cambiare la situazione”.

Issam Zeitoun, ufficiale di collegamento con la comunità internazionale per l’Esercito Libero Siriano

Quando le proteste si sono spente, Zeitoun ha detto all’uditorio che gli aiuti di Israele ai siriani, tra cui la ben nota assistenza medica gratuita con cui Israele ha curato più di duemila siriani nei suoi ospedali a partire dal 2013, è preziosa ma non è sufficiente per influenzare la popolazione siriana in senso più amichevole verso Israele. Secondo Zeitoun, ci deve essere qualche intervento sul piano politico affinché la maggioranza dei siriani muti atteggiamento verso lo stato ebraico.

Zeitoun, un rappresentante dell’opposizione siriana già noto alla stampa israeliana, sostiene che Israele dovrebbe contribuire a creare una zona di sicurezza nel sud della Siria. Non che Israele debba intervenire militarmente, precisa, ma dovrebbe farsi sentire politicamente nel conflitto siriano. “Israele – spiega – potrebbe svolgere un ruolo per ottenere la copertura politica di russi e americani per la creazione di una zona sicura, e noi penseremo al resto”. Secondo Zeitoun si potrebbe creare una zona di sicurezza nella regione della Siria al confine con Israele, e questo potrebbe segnare l’inizio di un ritorno alla normalità in un paese in cui le infrastrutture civili come scuole e ospedali, per non parlare delle istituzioni della società civile, sono state devastate da sei anni di sanguinosa guerra interna.

Il dibattito è stato moderato da Ksenia Svetlova, parlamentare laburista di Unione Sionista, una ex giornalista che per anni ha coperto il mondo arabo per mass-media israeliani e russi, oggi membro della commissione affari esteri e difesa della Knesset e presidente del comitato parlamentare per le relazioni israelo-curde. Sul palco con lei, l’autore e giornalista curdo siriano Sirwan Kajjo, originario dalla città  siriana di Qamishili, al confine con la Turchia, ma oggi residente a Washington, negli Stati Uniti. Svetlova ha detto che i ministri israeliani, quando parlano di Siria, spesso chiedono: “Chi c’è dall’altra parte con cui si possa parlare e preparare la prossima fase?”.

Da sinistra: Issam Zeitoun, lo scrittore e giornalista curdo siriano Sirwan Kajjo, la parlamentare di Unione Sionista Ksenia Svetlova

Ha poi sottolineato che il gruppo terroristico libanese filo-iraniano Hezbollah, votato alla distruzione di Israele, si è andato rafforzando in sei anni di combattimenti in Siria. “Nel 2017 vedremo la crescente influenza di Hezbollah – ha detto – e dovremo fare scelte difficili in termini di azione o inerzia su quello scacchiere”. Parlando a Times of Israel al termine della conferenza, Svetlova ha criticato con forza chi sostiene che in Siria sarebbe auspicabile il ritorno di un “uomo forte” nella persona di Bashar Assad che riprenda il controllo del paese e metta fine alla guerra. E’ un’illusione, dice Svetlova, perché ciò porterebbe inevitabilmente a un’altra ribellione e ad altri spargimenti di sangue. “Ogni controllo con la forza imposto a una popolazione sfocia in una ribellione. Quando dicono che bisognerebbe resuscitare Assad, dimenticano che la carneficina, e il caos che ne è seguito, sono opera sua. Ritornare alla dittatura non è mai la risposta”. Alla domanda se accetterebbe un ritorno di Assad unito a riforme politiche, Svetlova risponde: “Se intendeva fare riforme, le avrebbe potute fare già da molto tempo. Riportarlo in auge sarebbe molto peggio. Rafforzerebbe l’ISIS e i suoi affiliati come il Fronte al-Nusra, perché acquisterebbero ancora più rilevanza”.

(Da: Times of Israel, 18.1.17)