Peccato domissione
Condannare il terrorismo non dovrebbe essere una cosa complicata per il leader della chiesa cattolica.
Da un editoriale del Jerusalem Post
Condannare il terrorismo non dovrebbe essere una cosa complicata per il leader della chiesa cattolica. Tuttavia domenica scorsa, quando ha condannato le recenti stragi terroriste in Gran Bretagna, Egitto, Iraq e Turchia, papa Benedetto XVI ha vistosamente omesso di citare il rinnovato terrorismo contro Israele. Quand’anche per lui non contassero i lanci di mortai e missili Qassam, sicuramente l’attentato suicida che ha stroncato cinque vite a Netanya il 12 luglio [quattro giorni dopo gli attentati del 7 luglio a Londra] non era meno condannabile delle atrocità commesse nei paesi che il papa ha ritenuto di dover elencare.
[Anche i falliti attentati a Londra del 21 luglio erano meno recenti dell’attentato sventato in Israele il 23 luglio con l’arresto di un terrorista suicida delle Brigate al-Aqsa diretto da Gaza a Tel Aviv con una cintura esplosiva, seguito a sua volta dall’assassinio a freddo di due coniugi nella loro auto].
Speriamo che il papa voglia trovare il modo di correggere in modo inequivocabile questo errore, se è un errore. In caso contrario, si ritroverebbe a collocare il Vaticano assi più vicino alle giustificazioni del terrorismo sottintese dal sindaco di Londra Ken Livingstone che alle posizioni delle Nazioni Unite e persino della Lega Araba.
(Da: Jerusalem Post, 27.07.05)
Nella foto in alto: I due attentatori (a destra Yahya Taha, delle Brigate Al-Quds della Jihad Islamica, e a sinistra Tareq Yassin, delle Brigate Al-Aqsa di Fatah), responsabili dell’assassinio a freddo di una coppia di civili israeliani il 23 luglio: il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida ha pubblicato il 25.07 questa foto indicando i due come “shahid”, martiri della fede.