Piano israeliano per risolvere il problema dei profughi

Gli aiuti stranieri verrebbero usati per sostituire i campi profughi con abitazioni definitive.

image_484Israele ha deciso di varare un nuovo piano diplomatico per trovare una soluzione al problema dei profughi palestinesi sia nei territori che nei paesi arabi e intende chiedere alla comunità internazionale di contribuire per porre termine a una questione vecchia ormai di 56 anni. Lo afferma un servizio trasmesso martedì mattina da Israel Radio.
In particolare, Israele intenderebbe chiedere ai paesi che sostengono finanziariamente l’Autorità Palestinese di investire fondi nella ricerca di soluzioni abitative permanenti per i palestinesi che vivono nei cosiddetti campi profughi (oggi più che altro desolati quartieri suburbani) in Cisgiordania, striscia di Gaza, Siria e Libano.
Il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom ne avrebbe già parlato con i leader dei paesi che appoggiano l’Autorità Palestinese e con rappresentanti di Cisgiordania, chiedendo loro di aiutare Israele a promuovere il nuovo piano. Israele inoltre chiederebbe a questi paesi di fare uno sforzo per assorbire parte dei profughi al loro interno.
Il piano giunge a un mese dalla morte di Yasser Arafat, considerato dai profughi palestinesi in tutto il mondo come il leader che non sarebbe mai sceso a compromessi, in qualunque futuro accordo di pace, sul cosiddetto “diritto al ritorno” (dei profughi e dei loro discendenti all’interno del territorio d’Israele anche dopo la nascita dello stato palestinese).
Lo scorso 6 dicembre, durante un incontro alle Nazioni Unite, 18 paesi donatori si sono impegnati a versare nel prossimo anno circa 90 milioni di $ all’UNRWA, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi, portando il budget 2005 dell’agenzia a 339 milioni di $ (più 2,7% rispetto all’anno precedente).
Un terzo del milione e 300mila profughi palestinesi ufficialmente registrati vive in 59 “campi profughi” riconosciuti, sotto le competenze dell’UNRWA, in Cisgiordania, striscia di Gaza, Giordania, Libano e Siria. Da tempo osservatori israeliani e non sostengono che i campi gestiti dall’UNRWA, anziché operare per una soluzione definitiva del problema dei profughi, servono solo a perpetuarlo.

(Da: Jerusalem Post, 14.12.04)

L’amaro destino dei profughi per nascita

http://israele.net/prec_website/analisi/02093pro.html