Poche illusioni: è terrorismo globale

Israele respinge lidea che la causa del terrorismo jihadista sia il conflitto israelo-palestinese.

image_782Rappresentanti israeliani hanno respinto, domenica, la tesi del primo ministro britannico Tony Blair secondo cui una delle causa principali del terrorismo nel mondo sarebbe il conflitto mediorientale. “E’ un atteggiamento assai diffuso in Europa – dice una fonte a Gerusalemme – Quelli credono veramente che tutti i loro problemi siano colpa nostra”. Gli attentati a Londra, secondo gli israeliani, fanno parte piuttosto di una più ampia guerra condotta dall’estremismo jihadista islamico contro l’occidente e le nazioni libere.
I rappresentanti israeliani da tempo sottolineano la natura globale di questo terrorismo. “I terroristi all’opera a Londra – ha detto domenica il vice primo ministro israeliano Ehud Olmert – hanno agito nel quadro di una più generale aggressione terroristica contro la civiltà libera, similmente a ciò che hanno fatto in America e in Spagna”. Il ministro Matan Vilna’I ha dichiarato che le democrazie occidentali, Israele compreso, sono tutte nel mirino dei terroristi: “Ci siamo noi, e ora c’è tutto il mondo libero”, ha detto.
Sabato Blair aveva dichiarato alla BBC che “questo tipo di terrorismo ha radici molto profonde e, mentre se ne affrontano le terribili conseguenze e cerchiamo di proteggerci come ogni società civile può fare, bisogna anche sradicarlo affrontandone le radici”. E aveva aggiunto: “Bisogna creare le circostanze in cui vi sia una appropriata comprensione tra popoli di diverse fedi, in cui alcune delle questioni più critiche in Medio Oriente vengano affrontate e risolte, in cui la gente là in Medio Oriente possa vedere che c’è una buona strada verso la democrazia, se la gente vuole imboccarla”.
Ambienti politici israeliani esprimono la preoccupazione che dietro a queste parole si celi l’illusione di risolvere il terrorismo globale semplicemente aumentato le pressioni su Israele perché faccia maggiori e più rischiose concessioni, insomma facendo pagare a Israele gli attentati in Europa.
Altre fonti dicono che le uscite di Blair non sono altro che un ulteriore segnale che gli europei non hanno ancora aperto gli occhi sulla reale natura del pericolo rappresentante dall’estremismo jihadista islamico. Parlando al Jerusalem Post, un diplomatico israeliano ha detto: “La minaccia alla Gran Bretagna viene dal suo interno, non da fuori. Blair cerca solo di ammansire i suoi estremisti musulmani dicendo: Non siete voi, è il conflitto mediorientale”. Downing Street, aggiunge il diplomatico, “cerca di gettare la colpa su qualcun altro, il che è anche comprensibile data la pressione e la preoccupazione che c’è oggi all’interno della Gran Bretagna”.
Interpellati, funzionari dell’ufficio del primo ministro israeliano Ariel Sharon hanno declinato di commentare le dichiarazioni di Blair, dicendo che Sharon non intende trasformare quei commenti in una crisi diplomatica. Venerdì scorso Sharon aveva personalmente telefonato a Blair per esprimere le condoglianze e la solidarietà del governo e del popolo d’Israele verso la popolazione britannica “in questo momento di profondo dolore”. Blair aveva risposto dicendo di sapere che gli israeliani avrebbero capito bene cosa stanno provando i britannici, data la loro triste esperienza con questo genere di aggressioni.
Un funzionario dell’ambasciata britannica in Israele ha detto che le dichiarazioni di Blair non devono essere intese come rivolte solo a israeliani e palestinesi, bensì a un gran numero di problemi che affliggono la regione.

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, 10.07.05)

[P.S. 11.07.05 – La Associated Press (AP) ha ritrattato il lancio in cui affermava che il pm britannico Tony Blair attribuiva l’attacco terroristico di giovedì a Londra al conflitto arabo-israeliano. Nel lancio, la AP aveva riferito le parole di Blair “bisogna cercare di sradicare le cause del terrorismo” come riferite alla necessità di “risolvere il conflitto fra israeliani e palestinesi”. Ora la AP ammette che, nell’intervista alla BBC, Blair non ha specificamente menzionato il conflitto israelo-palestinese.]