Preoccupazione per la comunità Baha’i in Iran

Un’ondata di angherie è culminata nell’arresto di 7 esponenti della pacifica minoranza religiosa

image_2120Secondo Albert Lincoln, Segretario generale della Comunità Internazionale Baha’i con sede a Haifa (Israele), l’arresto la scorsa settimana in Iran di alcuni leader Baha’i non è che l’ultimo di una serie di incidenti a carattere persecutorio che sono andati crescendo dall’inizio del 2008. “L’ultimo fatto è solo la cresta dell’ondata – afferma Lincoln – Non è che la punta dell’iceberg”.
Lincoln dice che negli ultimi mesi si sono registrati numerosi incidenti – roghi dolosi, intimidazioni, sequestri di persona, pestaggi – ai danni della comunità Baha’i che, in Iran, conta circa trecentomila persone. “Case e negozi sono stati bruciati o abbattuti coi bulldozer, le persone vengono picchiate e rapite, i cimiteri Baha’i vengono arati, e membri della comunità Baha’i, che per decenni hanno lavorato alle dipendenze dello stato iraniano ed ora sono in pensione, si vedono chiedere la restituzione della pensione che hanno ricevuto. Adesso c’è stato quest’ultimo incidente, l’imprigionamento di sette nostri esponenti che rappresentavano la principale fonte di notizie su quanto va accadendo laggiù. A quanto pare, i funzionari iraniani non vogliono che si venga a sapere della persecuzione in atto”.
Gli arrestati sono accusati di “relazioni con i sionisti”.
Il Dipartimento di stato Usa ha diffuso il seguente comunicato: “Condanniamo con forza l’arresto, il 14 maggio, di sei leader della comunità Baha’i iraniana – Fariba Kamalabadi, Jamaloddin Khanjani, Afif Naeimi, Saeid Rezaie, Behrouz Tavakkoli e Vahid Tizfahm – ad opera delle autorità iraniane, e la perdurante detenzione di un settimo esponente, la signora Mahvash Sabet. Si tratta di una chiara violazione degli impegni e degli obblighi internazionali del regime iraniano per il rispetto delle norme internazionali sulla libertà religiosa. Sollecitiamo le autorità a rilasciare tutti i Baha’i attualmente detenuti e a cassare le angherie ai danni della comunità Baha’i”.
I Baha’i sono perseguitati dal regime sciita in Iran per via della loro convinzione che Mirza Husayn Ali (1817-1892), noto come Baha’u’llah (in arabo, “Gloria di Dio”), sia stato l’ultimo profeta al posto di Muhammad (Maometto). Baha’u’llah venne duramente perseguitato dagli sciiti iraniani e fu costretto a riparare in Terra d’Israele, dove morì. Il centro mondiale dei Baha’i si trova infatti a Haifa, vicino alla sua tomba. Secondo il credo Baha’i, I fedeli non possono nascondere la propria fede, cosa che ha permesso all’Iran di individuarli e prenderli di mira facilmente.
Lincoln afferma che uno dei principi cardine della fede Baha’i è quello di essere leali verso lo stato di cui si è cittadini. “Sebbene la fede Baha’i sia contraria a portare armi, il dovere civico fa premio sulla nostra avversione per ogni forma di violenza. Noi crediamo nell’ordine e nell’ubbidienza, ed è così che si comportano anche i nostri membri in Iran”.
Lincoln ricorda che la comunità Baha’i ha patito vari gradi di persecuzione sin dalla rivoluzione islamista del 1979. Tuttavia, non vi è stato nessun esodo di massa. “Noi incoraggiamo i nostri membri a restare, per garantire una massa critica che protegga se stessa dalla persecuzione – spiega – E poi l’Iran è la culla della nostra fede”.

(Da: Jerusalem Post, 21,05.08)

Nella foto in alto: Il Centro mondiale dei Baha’i sul Monte Carmelo, a Haifa (Israele)