Prima visita in Israele del nuovo inviato Onu

Forse si apre la possibilità di voltare pagina nei rapporti fra Israele e Nazioni Unite.

image_784Funzionari del ministero degli esteri israeliano hanno accolto cordialmente domenica il nuovo inviato Onu in Medio Oriente, il peruviano Alvaro de Soto, nella sua prima visita in Israele, dicendo che si apre una possibilità di voltare pagina nei rapporti fra Israele e Nazioni Unite.
Alvaro de Soto prende il posto occupato per dieci anni dal norvegese Terje Roed-Larsen, assiduo frequentatore di Yasser Arafat alla Muqata di Ramallah, malvisto da Israele per le sue posizioni considerate troppo scopertamente di parte soprattutto dopo che nella primavera 2002 aveva avallato la calunnia anti-israeliana di un presunto deliberato massacro di centinaia di civili palestinesi a Jenin, definito da Roed-Larsen “un orrore oltre ogni immaginazione”.
“I rapporti con Roed-Larsen erano assai complicati – dice una fonte del ministero degli esteri israeliano – Guardiamo a questo cambiamento come a una possibilità as a clean slate di cambiare aria e di ripartire da zero. Per quanto ci riguarda, ciò che c’è stato finora non si rifletterà sul rapporto con de Soto”.
Il funzionario israeliano sottolinea che de Soto si presenta con “un ottimo curriculum quale mediatore e negoziatore di pace”, ricordando i suoi successi a Cipro, nei Balcani e in America Latina. “Riteniamo – aggiunge la fonte – che possa essere un mediatore leale. Le Nazioni Unite recentemente si stanno dimostrando un po’ più equilibrate. Vi sono segnali positivi”.
Un altro funzionario del ministero degli esteri israeliano sottolinea tuttavia che, in ogni caso, “non è l’inviato che conta, ma l’istituzione”.
Un’istituzione che, come ha detto il ministro degli esteri Silvan Shalom accogliendo de Soto, negli ultimi tempi ha migliorato il proprio atteggiamento verso Israele. Parlando alla stampa prima dell’incontro, Shalom ha detto: “Noto con piacere il cambiamento positivo intercorso nelle relazioni fra Israele e Nazioni Unite”. Shalom ha ricordato la sessione speciale tenuta dall’Onu per commemorare la Shoà, l’elezione dell’ambasciatore d’Israele a vice presidente dell’Assemblea Generale per la prima volta in oltre 40 anni, e la condanna da parte del Consiglio di Sicurezza, su richiesta di Israele, dell’ultimo letale attacco di Hezbollah al confine settentrionale riconosciuto dalle stesse Nazioni Unite. Una condanna, ha aggiunto Shalom, che “potrebbe sembrare ovvia, ma che nel nostro caso è una novità”.
Shalom ha comunque sollecitato l’Onu a non assecondare la richiesta palestinese di indire una sessione speciale dell’Assemblea Generale contro la barriera difensiva anti-terrorismo israeliana, e di resistere “al tentativo da parte dell’Autorità Palestinese di trasformare di nuovo l’Onu e i suoi organismi in casse di risonanza della propaganda anti-israeliana”, anziché luoghi di mediazione per la ricerca di soluzioni concrete.
Il “positivo” incontro con de Soto, in ogni caso, è stato definito dalle fonti diplomatiche “introduttivo” più che “produttivo”. Un funzionario israeliano ha descritto un de Soto ben informato e disposto all’ascolto. “Ha fatto i suoi compiti – dice il funzionario – Questa regione e questo conflitto gli sono nuovi, ma è chiaro che ne ha letto molto”.
“Siamo ansiosi di costruire un rapporto più positivo e costruttivo con l’Onu e tutti i suoi inviati – ha dichiarato il portavoce degli esteri Mark Regev – E confidiamo di poter lavorare con de Soto in modo positivo e costruttivo”.

(Da: Jerusalem Post, 11.07.05)

Nella foto in alto: L’inviato Onu in Medio Oriente, Alvaro de Soto