Prosciolto lufficiale accusato daver sparato a bruciapelo a una ragazzina

Il testimone chiave dellaccusa ha ritrattato le accuse

image_569Colpo di scena nell’inchiesta a carico di un ufficiale israeliano accusato d’aver sparato a bruciapelo contro il corpo della tredicenne palestinese Iman al-Hams, lo scorso ottobre, nei pressi della postazione di Girit, vicino a Rafah (striscia di Gaza meridionale). Uno dei soldati, testimone chiave dell’accusa, ha ritrattato l’affermazione secondo cui aveva visto coi propri occhi il comandante della sua compagnia sparare i “colpi di grazia” incriminati. In seguito alla ritrattazione, il tribunale ha ordinato il rilascio del capitano R. e il suo reintegro nelle forze armate.
“Il soldato ha ammesso d’aver mentito e di essersi inventato la testimonianza”, ha dichiarato l’avvocato della difesa Elad Eizenberg al Jerusalem Post. L’avvocato ha spiegato che le accuse contro il suo assistito si fondavano soprattutto sulla testimonianza di due soldati, quello che ha ritrattato domenica scorsa e un altro, che già in una precedente udienza non era stato in grado di confermare che il comandante della compagnia avesse effettivamente mirato e sparato alla ragazzina.
Secondo l’avvocato, il soldato che ha ritrattato ha ammesso davanti alla corte che lui e altri militari avevano mentito con l’intento di far espellere dalla compagnia il loro comandante. Il capitano R. aveva assunto il comando della compagnia due mesi prima dell’incidente. “Ha dovuto affrontare un sacco di problemi con i suoi soldati – spiega Eizenberg – nel tentativo di ristabilire la disciplina. A quanto pare, un gruppo di questi ha approfittato della situazione, decidendo di farlo incriminare per farlo cacciare. Avevano uno scopo ben preciso”.
Sempre secondo l’avvocato Eizenberg, prima dell’incidente della ragazzina (colpita mentre si avvicinava alla postazione senza fermarsi all’alt, in una zona off-limits soggetta ad attacchi suicidi e fuoristrada rispetto al tragitto casa-scuola), il gruppo di soldati aveva cercato di passare a Israel Radio un’altra storia, sempre nel tentativo di screditare il comandante.
Il capitano R., incriminato lo scorso novembre e messo agli arresti in una base militare, aveva sempre negato le accuse contro di lui, dicendosi deciso a dimostrare la propria innocenza in tribunale.

(Margot Dudkevitch su Jerusalem Post, 7.02.05)

Nella foto in alto: soldati israeliani in azione anti-terrorismo