Protocolli di Sion nei libri scolastici palestinesi

In imbarazzo il governo belga, che li ha finanziati.

image_797Il Center for Monitoring the Impact of Peace (CMIP) ha condotto una serie di ricerche sui nuovi libri di testo scolastici pubblicati dall’Autorità Palestinese nel 2004 destinati agli allievi dal quinto al decimo anno di studi. Nel suo rapporto, che riguarda l’ultima edizione di trenta testi, il CMIP afferma d’aver rilevato che l’islam e i musulmani vengono frequentemente descritti come superiori, gli ebrei non sono quasi mai menzionati in un contesto storico, i legami storici degli ebrei con la terra d’Israele sono sistematicamente ignorati, il sionismo viene dipinto come un movimento razzista fortemente collegato all’imperialismo occidentale, e il falso russo antisemita “I Protocolli dei Savi di Sion” viene presentato come aderente alla realtà e “parte integrante” della storia del sionismo. Inoltre, Israele non viene riconosciuto come uno stato sovrano e il suo nome non appare mai su nessuna carta geografica.
Secondo il CMIP, quest’ultima edizione dei libri scolastici con cui vengono istruiti gli scolari palestinesi non risponde agli standard internazionali considerati indispensabili per l’educazione alla pace e al rispetto dell’altro.

Dopo che il Jerusalem Post ha pubblicato martedì i risultati della ricerca del CMIP, l’Autorità Palestinese si è impegnata a rimuovere i riferimenti ai “Protocolli dei Savi di Sion” nelle future edizioni dei suoi libri di testo. “Il ministro dell’istruzione palestinese Naim Abu al-Humos – ha dichiarato un portavoce del ministro dello sviluppo belga (che finanzia i testi palestinesi) – ha spiegato che si tratta di un errore che verrà presto corretto. Si sono scusati e hanno detto che ci faranno sapere da dove è originato il riferimento”.
Anche un sito web del ministero dell’istruzione palestinese che conteneva riferimenti ai Protocolli è stato immediatamente corretto dopo la pubblicazione del rapporto, ha aggiunto il portavoce belga.
I “Protocolli dei Savi di Sion” sono un famoso falso antisemita, fabbricato per accreditare la tesi di un complotto mondiale ebraico per dominare tutto il mondo. Dopo aver conosciuto largo successo in Europa fino alla metà del XX secolo, oggi i Protocolli vengono regolarmente ripubblicati nel mondo arabo e in internet.
Il governo belga, che finanzia la pubblicazione dei libri di testo palestinesi sin dal 2000 e che pochi giorni fa aveva respinto l’accusa di non controllare bene la qualità di quei testi sostenendo che oggi essi non contengono più istigazioni all’odio anti-ebraico, oggi afferma invece: “A questo punto non stiamo considerando di finanziare i testi per un altro anno. In futuro, se dovremo riconsiderare il finanziamento di questi testi, sarà solo attraverso un migliore meccanismo di controllo”.
“Il riferimento ai Protocolli – aggiunge il portavoce del governo belga – è effettivamente sbagliato. Il Belgio considera i Protocolli un documento antisemita. È una cosa che non possiamo sostenere e che riteniamo completamente sbagliata”. Il governo belga sta ora cercando di capire come mai questi riferimenti non siano stati colti dal “meccanismo di controllo” che comprendeva personale di madrelingua araba incaricato di leggere da cima a fondo i testi e certificare che non contenessero accenti antisemiti.
Precedentemente i testi scolastici dell’Autorità Palestinese erano finanziati anche da Italia, Finlandia e Olanda. Quest’anno invece, nei testi vengono ringraziati per il finanziamento solo il Belgio e “paesi arabi”.

“Molto di ciò che viene pubblicato su questi testi, dai Protocolli alla non esistenza d’Israele sulle mappe, non fa che alimentare quell’odio che l’Autorità Palestinese si più volte impegnata a contrastare – sottolinea un funzionario dell’ufficio del primo ministro israeliano – Non è che un altro esempio del non rispetto della prima fase della Road Map da parte palestinese”.

(Da: Jerusalem Post, 13-14.07.05)

Nella foto in alto: un’edizione in arabo del falso antisemita “I Protocolli dei Savi di Sion”

Vedi anche:
Center for Monitoring the Impact of Peace (in inglese)

http://www.edume.org/