Qualche dubbio sul ruolo dellUnifil

Le unità di stanza in Libano non possono che cercare legittimità agli occhi della popolazione locale

Da un articolo di Anshel Pfeffer

image_1415(…) Pochi in Israele si erano davvero illusi che la nuova forza Unifil avrebbe agito con forza contro il silenzioso ritorno dei terroristi Hezbollah nelle loro roccaforti nel Libano meridionale o che avrebbe fatto seri sforzi per impedire i rifornimenti dalla Siria volti a rimpiazzare le armi usate o perdute d Hezbollah durante la guerra della scorsa estate. È vero che Gerusalemme ha cercato di presentarle l’Unifil come una forza nuova e risoluta, ma lo ha fatto più che altro per dimostrare che qualcosa era davvero cambiato, sul fronte nord, dopo l’ultima guerra. Ma il massimo che Israele poteva realisticamente aspettarsi era che i caschi blu fornissero sufficiente sostegno all’esercito libanese che doveva schierarsi al confine dove forse, un giorno, potrebbe ristabilire la sovranità di Beirut e rimuovere la capacità bellica di Hezbollah. Il rischio è che la diplomazia israeliana, mentre insisteva con varie nazioni perché mandassero forze significative nella regione, abbia in qualche misura trascurato il rovescio della medaglia.
In un Libano meridionale già affollato di truppe e milizie armate, era assai improbabile che gli ulteriori 20.000 soldati stranieri, equipaggiati con carri, navi ed elicotteri da guerra, puntassero le loro armi contro Hezbollah. Indipendentemente da quelle che possono essere le loro simpatie, le unità di stanza in Libano non possono fare altro che cercare di ottenere legittimità agli occhi della popolazione locale, e il modo più rapido e semplice per guadagnarsi questa legittimità è quello di fare la voce grossa con Israele. Di qui le spacconate della scorsa settimana da parte del ministro della difesa francese sulla possibilità di aprire il fuoco contro gli aerei israeliani se continueranno a sorvolare il Libano. In fondo, finché sono solo chiacchiere, cosa hanno da perdere i francesi? E se anche, per dire, uno di loro lanciasse un missile terra-aria, a chi verrebbe data la colpa?
Agli occhi di Israele, la nuova forza internazionale in Libano dovrebbe essere una sorta di versione migliorata dell’Esercito del Libano Meridionale, incaricata di fare da cuscinetto fra Israele e le minacce terroristiche provenienti dal territorio libanese. È così che i politici israeliani l’hanno presentata al paese. Ma siamo gli unici al mondo a credere a questa illusione.
Qualunque paese disposto a mettere a rischio le proprie truppe a Bint Jbail e a Marjayoun cercherà di ottenere sul posto la garanzia che non verranno attaccati e che non dovranno subire attentati suicidi (come avvenne invece a francesi e americani nel 1983). Apparire come i difensori di Israele non è certo il modo migliore per ottenere tale garanzia. Se la nuova Unifil riuscirà alla fine a migliorare la sicurezza al confine israelo-libanese resta una questione aperta, ma di certo in prospettiva la vicenda è destinata a suscitare guai seri.

(YnetNews, 29.10.06)

Nella foto in alto: Bandiera Onu e aerei israeliani nel cielo del Libano meridionale