Quali opzioni per la Livni?

Dopo la decisione dello Shas di non entrare nella coalizione di maggioranza

image_2294La sessione invernale della 17esima Knesset, che inizia lunedì, potrebbe essere l’ultima sessione parlamentare per l’attuale governo. Dopo la dichiarazione di venerdì scorso con cui il partito religioso sefardita Shas ha fatto sapere che non entrerà nella nuova coalizione, la leader di Kadima Tzipi Livni si trova di fronte ad alcune possibili opzioni.
Se opterà per un governo ristretto, al fine di totalizzare il minimo di 60 voti necessario per avere la maggioranza alla Knesset (120 membri), dovrà fare affidamento sui 29 parlamentari di Kadima e sui 19 laburisti, più i cinque del Meretz (estrema sinistra sionista) e quelli del partito dei pensionati (sei membri più uno che nel frattempo ha creato il suo proprio gruppo). Ma per garantirsi una minima “rete di sicurezza”, molto probabilmente la Livni avrà bisogno anche del voto dei partiti arabi.
In alternativa, Tzipi Livni potrebbe dare ascolto al suggerimento di alcuni suoi consiglieri e optare per le elezioni anticipate.
A questo punto il presidente Shimon Peres ha la facoltà di conferire a un altro parlamentare l’incarico formare una coalizione entro 28 giorni. Comunque, senza l’appoggio di Kadima vi sono ben poche probabilità che questa opzione abbia successo.
Nell’eventualità teorica che Peres decida di dare a un altro parlamentare la possibilità di creare una nuova coalizione e che questi fallisse, il presidente dovrebbe indire elezioni anticipate entro 90 giorni. A questo punto la Knesset andrebbe in sospensione pre-elettorale e questa sessione invernale risulterebbe la più breve della sua storia.
D’altra parte, a sua volta il parlamento può cercare di influenzare il presidente. Se 61 parlamentari (indipendentemente dal gruppo di appartenenza) comunicano ufficialmente alla presidenza il loro sostegno per un certo candidato alla carica di primo ministro, il presidente può chiedere a questo parlamentare di formare la nuova coalizione di governo. Ma si tratta di un’evenienza assai improbabile.
Più verosimile il varo di una legge per lo scioglimento anticipato della Knesset, con elezioni in una data concordata dai grandi partiti fra loro. In questo caso, le elezioni si terrebbero entro cinque mesi dall’approvazione della legge, dando più tempo ai partiti per prepararsi.
Quando si considera l’attuale situazione politica israeliana è importante ricordare che esiste sempre la possibilità che l’attuale primo ministro Ehud Olmert venga formalmente incriminato, come effetto delle indagini di polizia sul suo conto. In questo caso ne assumerebbe le funzioni la Livni giacché tecnicamente è lei il suo sostituto. Dal punto di vista della Livni, si tratta di un’opzione favorevole perché le garantirebbe più tempo prima delle elezioni.
Non è ancora chiaro chi, fra Olmert e Livni, terrà il discorso di apertura della sessione invernale della 17esima Knesset. Ovviamente, se nel frattempo la Livni sarà riuscita a formare la nuova coalizione, sarà lei a tenere il discorso nella sua qualità di primo ministro. In caso contrario, la questione rimane aperta.

(Da: YnetNews, 24.10.08)