Quando la forza (e i timori) di Israele fanno comodo

L’occidente dà per scontato che Israele non potrà tollerare un Iran nucleare, e ne approfitta

image_2172CHE ISRAELE FACCIA LO SPORCO LAVORO, E SE NE PRENDA LA COLPA
Da un articolo di Roi Mandel
L’occidente sa che Israele è ben consapevole della gravità della minaccia nucleare iraniana e presume che Gerusalemme non potrà che bombardare, prima o poi, gli impianti iraniani. È l’opinione di Yossi Kuperwasser, ex capo della divisione Ricerca e Valutazione dell’intelligence militare israeliana.
Secondo Kuperwasser, la previsione della fonte anonima del Pentagono secondo cui è probabile che Israele sferri il raid sull’Iran entro la fine dell’anno dimostra che l’occidente dà per scontato che Gerusalemme dovrà fare, prima o poi, il “lavoro sporco” a vantaggio di tutti. “E così, in caso ne conseguisse una conflagrazione globale, si potrà darne la colpa a Israele”.
Dice Kuperwasser, che per molti anni si è occupato dei tentativi iraniani di acquisire armi nucleari, che la questione più problematica è la capacità di Teheran di produrre quantità industriali di uranio arricchito. “Entro un anno, un anno e mezzo gli iraniani avranno abbastanza uranio per una bomba atomica. Questa è anche la stima dell’intelligence americana, che pure a suo tempo è stata duramente criticata e con ragione. A quanto ci risulta, gli iraniani non hanno ancora conseguito questa capacità. Nel frattempo continuano ininterrottamente le loro ricerche”.
Circa i sistemi di difesa antiaerea SA-20 acquistati dall’Iran alla Russia, Kuperwasser riconosce che si tratta di missili che potrebbero rendere considerevolmente più difficile un raid aereo. “E’ un sistema missilistico che può proteggere sia da aerei che da altri missili. Oggi gli iraniani dispongono di un altro sistema antiaereo, ma lo considerano inadeguato. Chiaramente ogni incremento nel sistema di difesa anti-aerea può diminuire l’efficacia di un raid”.
Sebbene l’occidente abbia via via recepito la minaccia nucleare iraniana, secondo l’ex ufficiale israeliano tale processo è stato troppo lento e insufficiente. “L’occidente oggi capisce che si tratta di una sfida dell’Iran all’ordine del mondo esistente, con l’obiettivo di portare ad un livello più alto l’islam politico – spiega – Alla fine si sono svegliati, ma il punto è se i dirigenti di Stati Uniti ed Europa si rendano conto della gravità della situazione attuale. Sembra che ognuno cerchi di scaricare la responsabilità su qualcun altro, convinti che alla fine, se nulla cambierà, Israele sarà quello costretto a fare il lavoro per l’occidente”.
Intanto, secondo Kuperwasser, gli iraniani portano avanti senza sosta il loro progetto nucleare nella convinzione che nessuno oserà davvero sbarrargli la strada. “L’Iran sa che l’occidente è sensibile al dolore e al denaro e che non si imbarcherà in un’operazione che potrebbe costare molto, anche solo in termini di prezzo del petrolio. Ogni volta che viene ventilata la possibilità di una opzione militare, il comandante delle Guardie Rivoluzionarie minaccia apertamente il caos totale. Sono realmente convinti che le probabilità di un raid siano molto basse. In questa partita a poker, gli iraniani in questo momento hanno la meglio. Bisognerebbe incrementare considerevolmente le pressioni – conclude Kuperwasser – e bisognerebbe mettere bene in chiaro che, se necessario, la mossa militare sarà fatta. Se gli iraniani si convincessero che l’occidente fa sul serio, ci penserebbero due volte prima di continuare”.
(Da: YnetNews, 1.07.08)

CHI AMMICCHERÀ PER PRIMO?
Da un articolo di Alex Fishman
L’amministrazione Americana sta usando Israele per spaventare qualcuno. Chi? Gli europei? Gli iraniani? Le Nazioni Unite? Non fa molta differenza. Ciò che conta è creare un’atmosfera di crisi incombente rispetto all’Iran con fatali conseguenze per il mondo intero.
La forza strategica militare di Israele viene usata come una pedina dall’amministrazione Usa per tirare la crisi fino al limite della detonazione, fino a quando qualcuno non ammiccherà per primo. Non c’è nulla di spontaneo o casuale: sembra piuttosto una “crisi controllata” da entrambe le parti, americani e iraniani.
Americani ed europei sono impegnati in trattative segrete con Teheran parallele alle sanzioni. E quando viene il momento di tirar fuori le armi della furia militare, cosa c’è di più comodo di Israele? Il messaggio è chiaro: lasciate perdere le vostre ambizioni nucleari e avrete un sacco di benefici; ma tenete a mente che stiamo frenando quei pazzi furiosi degli israeliani e che non potremo trattenerli ancora per molto.
Agli occhi degli iraniani (convinti dalla propria propaganda), Israele è un paese imprevedibile, insensato e irresponsabile che possiede armi atomiche, che non rispetta il diritto internazionale e che non esita ad attaccare reattori nucleari (in Iraq, Siria…). Così le forze aeree israeliane sono diventate la spada di Damocle sospesa sulla testa di Ahmadinejad.
Israele è anche una carta eccellente rispetto a russi, cinesi e altri che ancora esitano sulla questione iraniana: prima o poi gli israeliani potrebbero bombardare l’Iran scatenando tutto il mondo fondamentalista. Se non ci aiutate a risolvere il problema iraniano, non potremo trattenerli ancora a lungo e allora saremo nei guai tutti quanti. Molto meglio fare pressione sugli iraniani e indurre gli israeliani a lasciar cadere l’opzione militare, di cui non fanno mistero.
Ecco perché gli americani hanno diffuso la notizia delle esercitazioni aeree israeliane sul Mar Egeo e hanno fatto trapelare le stime del Pentagono circa una finestra di possibilità che si starebbe rapidamente chiudendo, per cui entro meno di un anno Israele potrebbe sferrare il colpo sull’Iran per bloccarne il programma nucleare all’ultimo momento. Non sono che i primi passi della minaccia militare.
Il problema è che questo genere di minacce tendono a sviluppare una dinamica loro propria e possono finire con l’auto-avverarsi. Cosa accadrà se gli iraniani non ammiccheranno?
(Da: YnetNews, 2.07.08)