Quel piccolo inconfessabile segreto dei boicottatori d’Israele

L’ipocrisia di Oxfam che boicotta il concorrente israeliano della Coca-Cola, dalla quale prende soldi che poi dona a organizzazioni che demonizzano Israele

Di Yaniv Halily

Nelle scorse settimane l’organizzazione umanitaria Oxfam ha guidato una campagna in tutto il mondo per il boicottaggio dell’azienda israeliana SodaStream. Come si ricorderà, l’azienda delle macchinette per produrre bevande gassate a domicilio è finita al centro di una polemica internazionale quando l’attrice americana Scarlett Johansson, sua testimonial pubblicitaria, si è rifiutata di annullare il contratto con la società israeliana e anzi ha pubblicamente espresso la propria opposizione a iniziative di boicottaggio internazionale contro Israele.

Oxfam ha criticato aspramente Johansson sollecitando e poi accettando immediatamente la rottura del suo rapporto con l’attrice che da otto anni, come “ambasciatore globale”, ne sosteneva le campagne di raccolta fondi per finanziare le attività umanitarie dell’organizzazione.

Ora si scopre che la furibonda polemica di Oxfam contro SodaStream potrebbe essere motivata da qualche ragione inconfessabile. Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, infatti, l’organizzazione ha ricevuto grossi finanziamenti dalla Coca-Cola Company. SodaStream produce un articolo che è in diretta competizione con la Coca-Cola. Diverse fonti in Gran Bretagna, dove hanno sede gli uffici direzionali della Oxfam, affermano che la grande società di Atlanta non ha fornito informazioni adeguatamente trasparenti sulla vicenda.

E la Oxfam, cosa ha da dire in proposito? Interpellati, i portavoce dell’organizzazione non hanno risposto alle nostre domanda circa la questione dei finanziamenti.

Non basta. Si viene a sapere che la Oxfam ha finanziato uno studio sui possibili effetti dell’introduzione della Coca-Cola in diversi paesi africani e le conclusioni della ricerca sono prevalentemente positive, evitando accuratamente di citare voci critiche sui danni che le bevande zuccherate possono procurare ai consumatori, soprattutto bambini, e su malattie come il diabete o l’obesità che questo genere di prodotti possono contribuire ad accelerare. Il rapporto tra Coca-Cola e Oxfam lascia alquanto perplessi, giacché i possibili effetti dannosi di certe bevande non sembrano collimare con la lotta alla povertà e la tutela dei diritti umani che sono lo scopo dichiarato dell’organizzazione umanitaria.

Ma la faziosità non si ferma qui. I suoi portavoce dichiarano che Oxfam non finanzia attività che propugnano il boicottaggio di Israele in quanto tale (ma solo il boicottaggio degli insediamenti). Attenzione alle parole precise usate dal portavoce dell’organizzazione, che si riferiscono ad “attività” e non a “organizzazioni”: una sottigliezza semantica tutt’altro che trascurabile. Infatti Oxfam finanzia molte organizzazioni che a loro volta propugnano il boicottaggio contro Israele. Tra queste, la Coalition of Women for Peace (Coalizione di donne per la pace): un’organizzazione collegata al sito web Who Profits che pubblica una lista di aziende israeliane e internazionali di cui incoraggia il boicottaggio.

Oxfam finanzia anche organizzazioni estremiste israeliane – come Zochrot, che diffonde la propaganda palestinese sulla “Nakba” e sul “diritto al ritorno” anche a costo di cancellare Israele come stato nazionale ebraico – a loro volta ampiamente utilizzate come piattaforma da innumerevoli organizzazioni in tutto il mondo che propugnano il boicottaggio di Israele in quanto tale.

Quando Oxfam sostiene di non finanziare “attività” per il boicottaggio di Israele fa della demagogia ipocrita: come possono sapere che uso verrà fatto del loro denaro (raccolto per scopi umanitari) dopo che l’hanno donato a organizzazioni che lanciano esplicite campagne contro Israele in quanto tale? Non è forse ora che l’organizzazione umanitaria si faccia un esame di coscienza, anziché scaldarsi tanto per le bollicine israeliane pubblicizzate da Scarlett Johansson?

(Da: YnetNews, 12.2.14)