Quel vecchio vizio di oscurare la verità ingigantendo dettagli insignificanti

In realtà Israele gode del sostegno, della cooperazione e del rispetto di tutti i più importanti paesi progrediti e democratici

Di Shlomo Cesana

Shlomo Cesana, autore di questo articolo

Shlomo Cesana, autore di questo articolo

La visita a Gerusalemme del cancelliere tedesco Angela Merkel, con i suoi 16 ministri al seguito, può servire nuovamente da lezione per tutti coloro che hanno a cuore una semplice verità: che Israele gode del sostegno, dell’attenzione, della cooperazione e persino – ebbene sì – dell’ammirazione (non sta male affermarlo) di buona parte della comunità internazionale.

Una verità che è già emersa con evidenza un paio di settimane fa, quando il primo ministro canadese Steven Harper è venuto in Israele per una visita di solidarietà, e che si era già vista circa un anno fa durante la visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, così come in una lunga lista di altri capi di stato.

Il cancelliere Agela Merkel e il presidnete d'Israele Shimon Peres lo scorso 24 febbraio, a Gerusalemme

Il cancelliere Angela Merkel e il presidente d’Israele Shimon Peres, lo scorso 25 febbraio a Gerusalemme

Scorrendo l’elenco delle potenze mondiali – Stati Uniti, Russia, Cina, Germania, Canada, Francia, Gran Bretagna, Australia, Italia ecc – si può affermare che, nonostante le divergenze d’opinione, per inciso perfettamente legittime, Israele è in ottima compagnia, ed è parte a pieno titolo del club esclusivo dei paesi progrediti e democratici, dove tutti gli portano autentico rispetto.

Certo, è vero che in seno all’Assemblea Generale dell’Onu e nelle sue varie istituzioni e agenzie, Israele patisce gli effetti automatici della barriera costituita da un blocco di una sessantina di nazioni (su 194) capitanate dai paesi arabi, come avviene in ogni forum dove il gioco diplomatico anti-Israele è ampiamente prestabilito. Ma a Berlino come a Washington, a Mosca come a Pechino, sanno perfettamente chi sono i “buoni” e i “cattivi” in questo difficile quartiere in cui viviamo. La discussione su e con Israele è una discussione tra amici, se non addirittura fra soci.

Questa foto, in cui l'indice del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che indica qualcosa fuoricampo, proietta casualmente un’ombra sotto il naso del cancelliere tedesco Angela Merkel, evocando vagamente l’immagine del famigerato Fuhrer, ha avuto una enorme diffusione “virale” in internet attirando molta più attenzione di ogni altro aspetto della visita ufficiale del governo di Berlino a Gerusalemme

Questa foto, in cui l’indice del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che indica qualcosa fuoricampo, proietta casualmente un’ombra sotto il naso del cancelliere tedesco Angela Merkel evocando vagamente l’immagine del famigerato Fuhrer, ha conosciuto nei giorni scorsi un’enorme diffusione “virale” in internet attirando molta più attenzione di ogni altro aspetto della visita ufficiale del governo di Berlino a Gerusalemme

Angela Merkel ha lasciato Israele solo dopo aver messo in chiaro che non permetterà all’Iran di conseguire l’obiettivo della bomba nucleare, che è contro il boicottaggio economico e che è favorevole alla richiesta che Israele venga riconosciuto come stato nazionale del popolo ebraico. La realtà è che la cooperazione fra Israele e questa importante potenza europea in materia di sicurezza, di intelligence, in campo politico, economico e culturale è all’apice.

Come per ogni storia di successo, anche qui ci sarà sempre qualcuno che vuole rovinare la festa. I fatti non potranno mai arginare un’accattivante interpretazione sfavorevole. Ci sarà sempre qualcuno che deve sostenere che le cose non sono così luminose come possono sembrare. È chiaro che le critiche al governo sono il fondamento della democrazia e che i mass-media svolgono un ruolo essenziale sotto questo aspetto. Ma a quanto pare, alcune cattive abitudine dei mass-media – in questo caso quella di ingigantire le cose negative sino a proporzioni mastodontiche, concentrando tutta l’attenzione su dettagli insulsi anziché sull’evento principale – possono spiegare una certa tendenza dei mass-media a perdere parecchio in fatto di credibilità e affidabilità.

(Da: Israel HaYom, 26.2.14)