Quella curiosa crisi umanitaria

Le immagini dell’inaugurazione del nuovo shopping center di Gaza sollevano qualche interrogativo.

Di Jacob Shrybman

image_2898La sera di sabato scorso nella striscia di Gaza si è tenuta l’inaugurazione ufficiale di un nuovo centro commerciale, noto col nome di Gaza Mall.
Sicché, mentre il mondo continua a condannare Israele per il cosiddetto “blocco” o “assedio”, gli abitanti della striscia di Gaza (compresi quei 10.500 e più che sono stati accolti in Israele nel corso del 2009 per ricevere cure mediche) possono godersi il loro nuovo e lussuoso shopping center multipiano e con aria condizionata.
Curiosamente, proprio il giorno successivo all’apertura del centro commerciale l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Catherine Ashton, ribadiva la richiesta a Israele di revocare il “blocco” su Gaza. Viene spontaneo domandarsi se la Ashton, durante la sua vista, tra un sopralluogo e l’altro nei terribili luoghi della crisi umanitaria di Gaza, non abbia trovato il tempo di fare una sosta presso il nuovo centro commerciale per informarsi su come vadano le vendite.
Intanto, sempre sabato scorso, proprio mentre erano in corso i festeggiamenti per il Gaza Mall, Sky News riferiva della situazione “tuttora atroce” di Gaza. Il servizio rimarcava: “Il blocco significa che Israele permette l’ingresso a Gaza soltanto dei beni più essenziali come farina, riso e zucchero”. Cosa su cui è impossibile non porsi qualche interrogativo quando si vedono le gaie immagini dell’inaugurazione del raffinato shopping center di Gaza e della varietà di prodotti in offerta.
Analogamente, il giorno stesso in cui veniva inaugurato il Gaza Mall, il presidente dell’agenzia Onu UNRWA, John Ging, affermava che la gente di Gaza “non può nemmeno permettersi di acquistare lattine di Coca Cola da Israele”. Ma com’è che possono permettersi abiti, cosmetici e giocattoli per bambini nel nuovo centro commerciale di Gaza?
In effetti, le immagini del nuovo shopping center pongono seri interrogativi circa la crisi umanitaria verso cui si dirigono tutte queste navi cariche di “aiuti” internazionali. Chissà, forse il dittatore libico Gheddafi, che ha recentemente mandato l’ennesima nave, è proprietario di uno dei negozi dentro all’elegante centro commerciale della striscia di Gaza.

(Da: YnetNews, 20.7.10)

Per un video (in inglese) sul nuovo Centro commerciale di Gaza:

Per un video più lungo (con sarcastiche didascalie in inglese):

Si veda anche: