Quelli che difendono i palestinesi solo se possono dare addosso a Israele

Dov’è lo sdegno internazionale per i palestinesi fatti letteralmente morire di fame nel campo di Yarmouk, in Siria?

Di Frank Dimant

Frank Dimant, autore di questo articolo

Frank Dimant, autore di questo articolo

Com’è che per perorare gli interessi dei palestinesi – indipendentemente che a farlo sia la dirigenza palestinese o il mondo arabo o la comunità internazionale – Israele deve sempre andarci di mezzo ed essere in qualche modo denigrato e condannato? A quanto pare, affinché pacifisti, terzomondisti, Ong, sindacati e mass-media prestino attenzione, si allarmino e si mobilitino per la situazione dei palestinesi, è indispensabile che in un modo o nell’altro vi sia coinvolto, o vi si possa coinvolgere lo stato ebraico.

Vale la pena ricordare che di recente l’Unrwa, l’agenzia Onu per l’aiuto ai profughi palestinesi, ha denunciato che nel campo palestinese di Yarmouk, alla periferia sud di Damasco, vi sono non meno di 20mila palestinesi che soffrono letteralmente la fame, e dal settembre scorso una quindicina di loro sono già morti per questo. Il campo è sotto assedio non solo ad opera di estremisti siriani, ma anche di membri del gruppo terroristico Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp), un’organizzazione fedele al presidente siriano Bashar Assad.

Secondo il corrispondete del Jerusalem Post Khaled Abu Toameh, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha del tutto ignorato la loro condizione e non ha fatto sinora nessun appello alla comunità internazionale perché intervenga in qualche modo. Scrive Abu Toameh che la leadership dell’Olp si è ben guardata dal chiedere una convocazione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu o della Lega Araba per porre fine alle sofferenze dei palestinesi in Siria. Per la verità la Lega Araba si è riunita di recente al Cairo su richiesta del presidente palestinese Abu Mazen, ma la riunione è stata convocata non per discutere la tragica situazione in cui versano i palestinesi in Siria, ma per parlare delle ultime proposte del Segretario di stato Usa John Kerry per un accordo tra israeliani e palestinesi e per denunciare le attività edilizie israeliane a Gerusalemme est e in Cisgiordania. Insomma Abu Mazen, il massimo rappresentante ufficiale del popolo palestinese, non ha fatto alcuna campagna, non ha detto una parola per i palestinesi che languono nella miseria e che stanno morendo di fame, assediati da terroristi fanatici.

Il vecchio antisemitismo: “Gli ebrei sono malvagi, demoniaci e uccidono i bambini”. Il nuovo antisemitismo: “Lo stato ebraico è malvagio, demoniaco e uccide i bambini”

Come mai i gruppi e le organizzazioni che si dicono filo-palestinesi non scrivono e non fanno circolare delle petizioni, non manifestano, non fanno pressione sui rappresentanti dei governi perché prendano posizione in solidarietà con questi palestinesi, non organizzano flottiglie e convogli per spezzare l’assedio a questo campo palestinese, non lanciano campagne per il boicottaggio e le sanzioni contro prodotti e servizi siriani? Dov’è lo sdegno, dov’è l’indignazione? Non è che forse le sofferenze di arabi e palestinesi non sono degne neanche di un pigolio di protesta, se non c’è modo di dare addosso a Israele e screditarne l’immagine? Dunque i palestinesi, per questa gente, sono solo carne da cannone.

Un’altra interessante notizia che è scivolata via senza lasciare traccia è quella del ritrovamento di armi illegali, tra cui pistole e mitra, nell’edificio dell’ambasciata palestinese a Praga, dove all’inizio di quest’anno l’accidentale esplosione di una cassetta do sicurezza ha ucciso l’ambasciatore dell’Autorità Palestinese. Viene da domandarsi: non è che le autorità di altri paesi occidentali avrebbero qualche motivo di preoccupazione circa le sedi palestinesi nelle loro rispettive capitali? E giornalisti e politici, non hanno nessuna curiosità da soddisfare? (…)

Accadrà dunque di vedere mezzo mondo mobilitarsi a difesa dei palestinesi uccisi per fame in Siria? Vedremo levarsi uno scandalo internazionale per il deposito di armi illegali trovato nella sede diplomatica palestinese presso un paese dell’Unione Europea? Spiace deludere, ma si può star certi che, siccome Israele non può essere in qualche modo accusato e messo alla gogna, queste vicende verranno pubblicamente trascurate e dimenticate.

(Da: Jerusalem Post, 22.1.14)