Ramot Menashe riconosciuta dall’Unesco come “Riserva di biosfera”

Secondo il KKL, è una delle zone più belle di Israele per la combinazione di crescita naturale, attività agricole e foreste piantate dall’uomo

image_3191Gli sforzi per conservare la natura e gli spazi aperti in Israele hanno ottenuto recentemente un nuovo riconoscimento internazionale, quando l’Unesco ha conferito alla zona di Ramot Menashe il titolo di “Riserva di biosfera,” aggiungendola al suo programma “L’uomo e la biosfera”. “Riserva di biosfera” è un’area in cui coesistono conservazione della natura e attività umana continuativa. Il riconoscimento è stato conferito a un convegno a Dresda, in Germania, durante il quale diciotto nuove riserve di biosfera sono state incluse nel programma dell’Unesco.
Secondo l’agenzia Onu per l’educazione, la scienza e la cultura, Ramot Menashe “comprende un mosaico di sistemi ecologici che rappresentano la versione mediterranea delle foreste sempreverdi sclerofille e degli ecosistemi di boschi e arbusti”. L’area, che copra una superficie di circa 20.000 acri e si trova a sud-est di Yokne’am, nella zona dei kibbutz Ein Hashofet e Galed, è gestita dal Megiddo Regional Council. L’iniziativa è nata del lavoro in cooperazione fra Megiddo Regional Council e Fondo Nazionale Ebraico (KKL), ed è stata creata, dice l’Unesco, “grazie a un intenso processo innovativo dal basso che ha coinvolto tredici insediamenti agricoli e diecimila abitanti”.
Si tratta della la seconda zona in Israele, dopo il Monte Carmelo, a cui viene conferito il titolo di Riserva di Biosfera cioè di un’area dove, come si è detto, la natura si combina con l’attività umana. Nella programmazione di tale area la natura viene protetta e vengono posti limiti alle costruzioni. Tuttavia sono permesse comunità umane e infrastrutture, che possono anche essere estese, purché tali attività non danneggino la riserva naturale. Secondo l’Unesco, quello di Ramot Menashe “funziona come sito pilota per le pratiche di sviluppo sostenibile che potrebbero essere adottate da altre riserve di biosfera in terre aride”. L’agenzia indica in particolare le pratiche di “irrigazione goccia-a-goccia con acque principalmente reflue, trattate e riciclate”, provenienti dalle vicine comunità umane, come una delle “pratiche di sviluppo sostenibile” in grado di mantenere l’integrità degli ecosistemi, al contempo generando “reddito sostenibile derivante da sostentamento pastorale”.
Il KKL descrive l’area di Ramot Menashe come una delle zone più belle di Israele, grazie alla combinazione di crescita naturale selvatica, attività agricole e foreste piantate dall’uomo. Solo il 10% dell’area è interessato da strutture abitative e infrastrutture. “Come si è visto in diverse parti del mondo – spiega Shlomo Brand, direttore KKL per la zona di Menashe – dove l’Unesco ha riconosciuto l’esistenza di tali riserve di biosfera, il riconoscimento aggiunge valore al luogo e alle sue attrattive, e invoglia più gente a viverci”. Dice Brand che in passato a Ramot Menashe c’erano state iniziative per fondare altre comunità, far passare una linea ad alta tensione e persino aprire una discarica per la gestione dei rifiuti, ma sono state respinte per attuare il programma di creazione di una riserva di biosfera, con il sostegno dei residenti del posto. “Gli abitanti della zona convennero di fare a meno delle costruzioni nelle aree aperte, comprese le costruzioni per esigenze agricole – racconta Brand – e questo è avvenuto in una zona in cui in passato erano state concesse molte licenze edilizie”.

(Da: Ha’aretz, 04.07.11)