Reagire, con misura

Difficile pretendere che uno stato subisca attacchi di missili senza reagire.

Da un editoriale di Ha'aretz

image_1033Il sequestro di stranieri venuti nella striscia di Gaza per aiutare i palestinesi sta diventando un fatto quasi di routine. La perdita di un minimo senso di sicurezza è una cosa che danneggia in primo luogo la stessa popolazione palestinese, e che getta pesanti incognite sull’Autorità Palestinese sollevando seri dubbi sulla sua capacità di governare, di sviluppare una società civile e di dare vita a uno stato.
Intanto continuano i lanci di missili Qassam contro obiettivi e abitazioni israeliane. Coloro che lanciano i missili stanno cercando, fra l’altro, di colpire la città israeliana di Ashkelon e, in particolare, la centrale energetica e l’impianto di desalinizzazione che vi si trovano. È difficile pretendere che uno stato sovrano si adatti a subire attacchi di missili Qassam senza reagire.
È evidente che da parte israeliana non c’è alcun desiderio di rioccupare territori nella striscia di Gaza. Israele ha persino evitato, finora, di lanciarsi in operazioni militari di terra nella striscia, dopo il ritiro. Ma non si può dire cosa potrebbe accadere se il lanci di Qassam dovessero continuare e addirittura intensificarsi.
Israele ha il pieno di diritto di difendersi, ma deve essere sicuro che le sue reazioni siano misurate e proporzionate. Deve anche garantire che siano conformi a quanto previsto dal diritto internazionale.
Sia il governo che le alte sfere delle Forze di Difesa sanno che qualunque colpo non indispensabile contro i palestinesi non farebbe che rafforzare i gruppi estremisti come la Jihad Islamica. Israele si trova spesso costretto ad adottare misure estreme che danneggiano anche la popolazione civile, come colpire strade e ponti utilizzati da coloro che lanciano i missili.
Chiaramente, senza una pressione dell’opinione pubblica palestinese su questi estremisti, il deterioramento della situazione non si fermerà. In ogni caso, bisogna fare ogni sforzo per garantire che le reazioni siano misurate e ragionevoli, ed evitare di colpire gente innocente.

(Da: Ha’aretz, 2.01.06)