Ricercatrice dell’Università di Gerusalemme scopre un antiossidante che ritarda le rughe

E’ di origine vegetale, sopporta alte temperature e resta efficace nel tempo

image_1815Una ricercatrice dell’Università di Gerusalemme ha trovato un nuovo metodo per combattere le rughe.
La dottoressa Orit Bossi è riuscita ad isolare un antiossidante a base vegetale che ritarda il processo di invecchiamento contrastando la caduta delle fibre di collagene della pelle.
Gli antiossidanti agiscono contro i radicali liberi che provocano la caduta di molti tessuti del corpo, compresa la pelle. Quando si trovano in piccole quantità nel corpo, i radicali liberi non sono dannosi e partecipano anzi a vari processi fisici. Quando c’è un eccesso di radicali liberi, però, come capita durante il normale invecchiamento o come risultato di un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti del sole, il risultato, tra le altre cose, è un crollo delle fibre di collagene ed elastina della pelle. Quando questo accade, c’è una perdita di elasticità della pelle e la formazione di rughe.
“Uno dei problemi di molti degli antiossidanti che si trovano oggi in commercio è che si ossidano rapidamente e quindi la loro efficacia diminuisce col tempo – dice la dottoressa Bossi – La vitamina C, per esempio, si ossida rapidamente ed è sensibile alle temperature elevate. Questo vale anche per l’antiossidante EGCG che si trova nel tè verde, e per la vitamina E. Invece, l’antiossidante che ho usato nella mia ricerca è in grado di sopportare temperature elevate, è solubile in acqua e non si ossida facilmente, rimanendo quindi efficace nel tempo”.
Orit Bossi sta pensando a una nuova generazione di prodotti cosmetici che non solo combatteranno le rughe ma saranno più efficaci contro i livelli più profondi delle rughe della pelle di quanto siano i prodotti attuali. La scienziata israeliana non ha rivelato da quale pianta deriva l’antiossidante, in quanto la sua ricerca è ancora in attesa di brevetto.
Nel corso della sua ricerca, la Bossi ha compiuto esperimenti sul tessuto della pelle dei topi, che è simile a quello umano. Ha applicato il suo antiossidante su due gruppi di cellule epidermiche: quelle che erano state esposte ai raggi del sole e avevano ricevuto l’antiossidante e quelle che erano state esposte anch’esse al sole ma senza antiossidante. Le cellule non trattate mostravano un aumento dei radicali liberi e conseguente formazione di rughe, mentre le cellule che erano state trattate non mostravano aumenti significativi nel livello dei radicali liberi.

(Da: Università di Gerusalemme, Dept. of Media Relations, 30.08.07)