Riconnettere Gerusalemme al suo retaggio ebraico

Centinaia di migliaia di visitatori affluiscono ogni anno agli scavi nel luogo dove re Davide stabilì la sua capitale

Editoriale del Jerusalem Post

David Be’eri, fondatore della City of David Foundation (Elad)

Il recente annuncio che a David Be’eri verrà conferito quest’anno il prestigioso Premio Israel per la sua opera votata a ripristinare e sviluppare un ex quartiere ebraico di Gerusalemme ha riacceso la polemica politica sull’identità dell’antica capitale ebraica conosciuta come la Città di Davide, nota anche con il nome arabo di Silwan.

Il nome biblico originale del sito, in ebraico, è Shiloah (Siloam), termine che indicava il bacino d’acqua che re Ezechia (agli inizi VII sec. a.e.v.) aveva fatto collegare con un tunnel alla sorgente di Gihon per garantire il rifornimento d’acqua alla città, allora sotto assedio.

Nei secoli successivi il centro della città si spostò progressivamente più a nord, tanto che l’area di Siloe si ritrovò fuori dalle mura costruite dai turchi nel XVI secolo.

Trovandosi comunque a poca distanza dal Muro Occidentale (detto “del pianto”), l’area rinacque nei primi anni ’90 del XIX secolo con il nome di Hashiloah: un villaggio di ebrei religiosi yemeniti che vi prosperarono fino a quando non vennero investiti dai tumulti arabi della seconda metà degli anni ’30 del ‘900, e le autorità del Mandato Britannico li costrinsero a trasferirsi altrove non potendo garantire la loro incolumità.

Documenti scoperti di recente, nel maggio 1995, dimostrano che già prima del 1948 degli arabi presero possesso illegalmente delle abitazioni ebraiche nel quartiere che loro chiamano Silwan. Con la guerra del ’48 l’area cadde sotto occupazione giordana e vi rimase fino al giugno ’67, quando Gerusalemme venne riunificata durante la guerra dei sei giorni. Da allora la Municipalità ha affrontato l’enorme sfida di restaurare le parti della capitale d’Israele che erano state distrutte e addirittura profanate nel 1948 dall’esercito d’occupazione giordano. La profanazione si spinse fino al millenario cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi, le cui lapidi vennero utilizzate per lastricare strade attraverso il cimitero stesso e per la costruzione dell’Hotel Inter-Continental (oggi Seven Arches Hotel) alla sommità del monte.

Scavi archeologici nella Città di David

David Be’eri è il fondatore della City of David Foundation (Elad), impegnata a “ricollegare le persone all’antica Gerusalemme attraverso scavi archeologici, visite turistiche, programmi educativi e rilancio residenziale”.

Il mese scorso, la Municipalità ha emesso ordini di demolizione per 16 strutture costruite illegalmente a Silwan, scatenando l’opposizione automatica di Emek Shaveh, un consorzio di archeologi e attivisti politicamente orientati che ha ripetutamente condannato quella che definisce la “giudaizzazione” di Gerusalemme est. Inutile dire che i molto trendy attivisti di Emek Shaveh non hanno mai pronunciato una parola contro “l’arabizzazione” di Gerusalemme.

Be’eri, il fondatore di Elad, ha ripristinato la Città di Davide, ha trasformato il derelitto parcheggio di Silwan in un importante sito archeologico, e continua ad acquistare del tutto legalmente immobili da proprietari arabi per permettere a cittadini ebrei di tornare ad abitare il quartiere da cui gli ebrei vennero cacciati con la forza negli anni ‘30.

Yonatan Mizrahi, direttore di Emek Shaveh – che ha presentato una quantità di petizioni alla Corte Suprema contro il lavoro di restauro di Elad – parlando al Jerusalem Post ha accusato Elad di essere un malcelato strumento per modificare i fatti sul terreno nella parte orientale di Gerusalemme. Le cose non stanno così, secondo il noto archeologo e Premio Jerusalem Gabriel Barkay, che definisce “totalmente fuoristrada” la critica di Emek Shaveh a Be’eri. “Penso che Be’eri sia un pioniere – ha detto Barkay al Jerusalem Post – Quando arrivai vent’anni fa nella Città di Davide, che è il nucleo antico di Gerusalemme, il luogo era trascurato e inaccessibile, e io ero l’unico che veniva a visitarlo. Ora ci vengono centinaia di migliaia di visitatori. Parlare di giudaizzazione è una sciocchezza. La Città di Davide era l’antico nucleo di Gerusalemme, quando non c’erano né cristiani né musulmani”.

Ora centinaia di migliaia di visitatori – scolari, soldati, personalità e comuni cittadini – affluiscono ogni anno per vedere gli scavi che dimostrano che in questo luogo re Davide stabilì la sua capitale e Salomone costruì il Tempio. Conferire il Premio Israel a Be’eri significa affermare chiaramente che Israele ha il diritto inalienabile di ristabilire e riaffermare la sovranità ebraica nella sua capitale.

(Da: Jerusalem Post, 23.3.17)

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