Ricostruire e ricostruirsi
Una raccolta di studi e fotografie storiche sulla ricostruzione del popolo ebraico e la sua rinascita nellantico/nuovo Stato dIsraele subito dopo la Shoà, con particolare attenzione alle tappe in Italia
“Ricordo sempre le rose della villa Mayer di Abbiate come il ritorno alla vita dopo Auschwitz”. Con queste parole un’ebrea scampata allo sterminio nazista – che oggi vive vicino Tel Aviv, in Israele – esprime l’esperienza dei sopravissuti transitati per Abbiate Guazzone (Varese), uno dei centri di accoglienza allestiti in Italia lungo le tappe del travagliato viaggio verso la Terra d’Israele: a testimonianza del fatto che, nella seconda metà degli anni ’40 – dopo la Shoà e nonostante la Shoà – fu possibile, soprattutto in Italia, ricostruirsi come individui e come comunità.
E fu possibile grazie all’opera e alla passione di uomini e donne fortemente motivati, animati da quell’ideale sionista che già da più generazioni indicava nella Terra d’Israele la naturale e necessaria cornice dove costruire la rinata comunità nazionale. Ma soprattutto fu possibile grazie alla dedizione e alla generosità – di tempo, di sostanze, di energie – di alcune personalità d’eccezione, fra le quali spicca Astorre Mayer. E proprio ad Astorre Mayer sono dedicati gli studi raccolti in questo volume che – integrati da una ricca collezione di fotografie in buona parte inedite – gettano nuova luce su un passaggio storico cruciale: quello della ricostruzione del popolo ebraico e della rinascita dell’antico/nuovo Stato d’Israele. Un passaggio senza il quale la storia della Shoà potrebbe apparire non solo come quella incommensurabile tragedia che effettivamente fu, ma anche una quasi-vittoria del piano di sterminio: che invece fu sconfitto, come testimoniano i tanti bambini nati già nei campi di accoglienza, o durante il viaggio sulle precarie navi dell’immigrazione clandestina, o infine nella libera Terra d’Israele.
La presentazione del volume “Per ricostruire e ricostruirsi” si è tenuta a Milano domenica 17 ottobre.
Dalla Prefazione di Anna Maria Finoli, presidente dell’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme:
«Questo volume raccoglie gli atti di una giornata di studio intesa a ricordare, nella ricorrenza trentennale della scomparsa, una figura di grande rilievo, quella di Astorre Mayer, che, esempio di generosità illuminata e di coscienza civica, ha illustrato il nome e la storia della nostra città: egli non solo è stato il primo Console generale onorario di Israele a Milano, e per lunghi anni Presidente della Comunità ebraica, ma ha preso anche parte attiva in numerose iniziative di pubblica utilità, culturali e filantropiche, come, per citare esempi in campi diversi, la missione archeologica milanese di Cesarea e la creazione del Centro di Medicina Cardiovascolare presso l’Ospedale Maggiore.
A questo scopo, per dare alla celebrazione un contenuto di valori culturali, e non solo, che corrispondessero alla sensibilità morale del celebrato, si è voluto attirare l’attenzione degli studiosi, come anche di un pubblico più vasto, su un momento particolare del dopo guerra, quando, come indica il titolo del convegno, si è presentata la necessità di risolvere i problemi posti dalle tragiche vicende della persecuzione razziale e dalle conseguenze della guerra.
Il primo gruppo di contributi ha carattere eminentemente sto-rico: Roberto Bonfil e Sergio Minerbi aprono la serie illustrando, con il rigore dello storico e la vivezza del ricordo personale, la pre-senza di Astorre Mayer nel quadro delle complesse vicende del tempo; ad essi si ricollegano i Ricordi di Abbiate Guazzone di Shmuel Atzmon-Wirtzer, che si sofferma anche sull’ambiente fa-miliare dei Mayer. I saggi di Luisa Levi D’Ancona, di Sergio della Pergola e di Mario Toscano, privilegiando il momento italiano e milanese, completano il panorama storico.
La seconda parte presenta le testimonianze di varie esperien-ze verificatesi in altre parti d’Italia, utilizzando e valorizzando fonti locali, in qualche caso orali, e permette così di salvare realtà poco esplorate e materiali destinati altrimenti a scomparire; costituisce perciò un esempio di metodo e uno sprone ad ulteriori ricerche. La impreziosiscono con il loro alto valore letterario le pagine di Aharon Appelfeld.
Si deve infine segnalare l’importanza documentaria del cor-redo fotografico, anche se le immagini sono solo una parte di quelle esposte nella Mostra organizzata per il convegno: esse sono in gran parte inedite, reperite in archivi internazionali pubblici e privati. La gratitudine degli organizzatori e dei partecipanti trova espressione adeguata nello spazio riservato ai ringraziamenti a enti e persone che in varia misura hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa.»
IL VOLUME AA.VV., “PER RICOSTRUIRE E RICOSTRUIRSI. ASTORRE MAYER E LA RINASCITA EBRAICA TRA ITALIA E ISRAELE” (A CURA DI MARCO PAGANONI, FRANCOANGELI ED., 2010, PP. 249) È DISPONIBILE A PREZZO SCONTATO PER I LETTORI CHE LO RICHIEDONO SCRIVENDO A: israele@israele.net