Ricostruire e ricostruirsi

Una raccolta di studi e fotografie storiche sulla ricostruzione del popolo ebraico e la sua rinascita nell’antico/nuovo Stato d’Israele subito dopo la Shoà, con particolare attenzione alle tappe in Italia

image_2958“Ricordo sempre le rose della villa Mayer di Abbiate come il ritorno alla vita dopo Auschwitz”. Con queste parole un’ebrea scampata allo sterminio nazista – che oggi vive vicino Tel Aviv, in Israele – esprime l’esperienza dei sopravissuti transitati per Abbiate Guazzone (Varese), uno dei centri di accoglienza allestiti in Italia lungo le tappe del travagliato viaggio verso la Terra d’Israele: a testimonianza del fatto che, nella seconda metà degli anni ’40 – dopo la Shoà e nonostante la Shoà – fu possibile, soprattutto in Italia, ricostruirsi come individui e come comunità.
E fu possibile grazie all’opera e alla passione di uomini e donne fortemente motivati, animati da quell’ideale sionista che già da più generazioni indicava nella Terra d’Israele la naturale e necessaria cornice dove costruire la rinata comunità nazionale. Ma soprattutto fu possibile grazie alla dedizione e alla generosità – di tempo, di sostanze, di energie – di alcune personalità d’eccezione, fra le quali spicca Astorre Mayer. E proprio ad Astorre Mayer sono dedicati gli studi raccolti in questo volume che – integrati da una ricca collezione di fotografie in buona parte inedite – gettano nuova luce su un passaggio storico cruciale: quello della ricostruzione del popolo ebraico e della rinascita dell’antico/nuovo Stato d’Israele. Un passaggio senza il quale la storia della Shoà potrebbe apparire non solo come quella incommensurabile tragedia che effettivamente fu, ma anche una quasi-vittoria del piano di sterminio: che invece fu sconfitto, come testimoniano i tanti bambini nati già nei campi di accoglienza, o durante il viaggio sulle precarie navi dell’immigrazione clandestina, o infine nella libera Terra d’Israele.

La presentazione del volume “Per ricostruire e ricostruirsi” si è tenuta a Milano domenica 17 ottobre.

Dalla Prefazione di Anna Maria Finoli, presidente dell’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme:
«Questo volume raccoglie gli atti di una giornata di studio intesa a ricordare, nella ricorrenza trentennale della scomparsa, una figura di grande rilievo, quella di Astorre Mayer, che, esempio di generosità illuminata e di coscienza civica, ha illustrato il nome e la storia della nostra città: egli non solo è stato il primo Console generale onorario di Israele a Milano, e per lunghi anni Presidente della Comunità ebraica, ma ha preso anche parte attiva in numerose iniziative di pubblica utilità, culturali e filantropiche, come, per citare esempi in campi diversi, la missione archeologica milanese di Cesarea e la creazione del Centro di Medicina Cardiovascolare presso l’Ospedale Maggiore.
A questo scopo, per dare alla celebrazione un contenuto di valori culturali, e non solo, che corrispondessero alla sensibilità morale del celebrato, si è voluto attirare l’attenzione degli studiosi, come anche di un pubblico più vasto, su un momento particolare del dopo guerra, quando, come indica il titolo del convegno, si è presentata la necessità di risolvere i problemi posti dalle tragiche vicende della persecuzione razziale e dalle conseguenze della guerra.
Il primo gruppo di contributi ha carattere eminentemente sto-rico: Roberto Bonfil e Sergio Minerbi aprono la serie illustrando, con il rigore dello storico e la vivezza del ricordo personale, la pre-senza di Astorre Mayer nel quadro delle complesse vicende del tempo; ad essi si ricollegano i Ricordi di Abbiate Guazzone di Shmuel Atzmon-Wirtzer, che si sofferma anche sull’ambiente fa-miliare dei Mayer. I saggi di Luisa Levi D’Ancona, di Sergio della Pergola e di Mario Toscano, privilegiando il momento italiano e milanese, completano il panorama storico.
La seconda parte presenta le testimonianze di varie esperien-ze verificatesi in altre parti d’Italia, utilizzando e valorizzando fonti locali, in qualche caso orali, e permette così di salvare realtà poco esplorate e materiali destinati altrimenti a scomparire; costituisce perciò un esempio di metodo e uno sprone ad ulteriori ricerche. La impreziosiscono con il loro alto valore letterario le pagine di Aharon Appelfeld.
Si deve infine segnalare l’importanza documentaria del cor-redo fotografico, anche se le immagini sono solo una parte di quelle esposte nella Mostra organizzata per il convegno: esse sono in gran parte inedite, reperite in archivi internazionali pubblici e privati. La gratitudine degli organizzatori e dei partecipanti trova espressione adeguata nello spazio riservato ai ringraziamenti a enti e persone che in varia misura hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa.»

IL VOLUME AA.VV., “PER RICOSTRUIRE E RICOSTRUIRSI. ASTORRE MAYER E LA RINASCITA EBRAICA TRA ITALIA E ISRAELE” (A CURA DI MARCO PAGANONI, FRANCOANGELI ED., 2010, PP. 249) È DISPONIBILE A PREZZO SCONTATO PER I LETTORI CHE LO RICHIEDONO SCRIVENDO A: israele@israele.net