“Rifiutai l’offerta di pace di Olmert”

Lo ha detto Abu Mazen in un’intervista (ignorata da quelli che incolpano sempre Israele per la mancanza di un accordo)

Lo stato palestinese offerto da Ehud Olmert e rifiutato da Abu Mazen nel 2008 (clicca per ingrandire)

Lo stato palestinese offerto da Ehud Olmert e rifiutato da Abu Mazen nel 2008 (clicca per ingrandire)

Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha ammesso d’aver rifiutato l’accordo di pace proposto nel 2008 dall’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert. In un’intervista alla tv israeliana Canale 10 andata in onda la sera di martedì scorso, Abu Mazen ha spiegato il suo rifiuto dicendo che aveva potuto solo vedere, ma non trattenere, la mappa dettagliata dell’ipotesi di soluzione per Gerusalemme che avrebbe comportato il passaggio della Città Vecchia sotto controllo internazionale.

Olmert, anch’egli intervistato separatamente da Canale 10, ha detto che aveva offerto un ritiro quasi totale dalla Cisgiordania a favore di uno stato palestinese, proponendo che Israele mantenesse il 6,3% del territorio al fine di annettere i maggiori insediamenti ebraici, ma risarcendo la controparte con territori israeliani equivalenti a un 5,8% della Cisgiordania, più un collegamento fra Cisgiordania e striscia di Gaza anch’esso parte del futuro stato di Palestina. “Gli dissi – racconta Olmert nell’intervista – Ricorda le mie parole: passeranno cinquant’anni prima che un altro primo ministro israeliano vi offra quello che vi sto offrendo ora. Non perdete questa occasione”.

“Mi mostrò una mappa ma non me la consegnò”, afferma Abu Mazen nell’intervista sostenendo che questo sarebbe il motivo per cui la storica occasione andò perduta. Abu Mazen afferma anche, tuttavia, che l’offerta di Olmert di accettare in Israele un numero simbolico di profughi palestinesi non avrebbe risolto il problema perché i discendenti dei profughi palestinesi si contano oggi a milioni, sparsi in tutta la regione.

I negoziati diretti fra Israele e palestinesi sono di fatto congelati dall’aprile 2014 nonostante i ripetuti inviti a riprenderli da parte dell’attuale primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

(Da: i24news, Times of Israel, 19.11.15)

Gerusalemme, 2008: l’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen)

Scrive Elliott Abrams, su Israel HaYom: «Gli interrogativi circa quanto accadde alla fine del 2008 nei negoziati di pace israelo-palestinesi tra l’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen costituiscono una questione controversa sin dal momento in cui quei colloqui ebbero luogo.

Ma ora abbiamo l’ammissione diretta da parte di Abu Mazen che la versione israeliana degli eventi era corretta: lui disse no. Lo ammette lui stesso in una estesa intervista alla TV israeliana.

A mezzanotte e cinque, sugli schermi di Canale 10 il reporter Raviv Drucker chiede ad Abu Mazen: “Nella mappa che Olmert le presentò, Israele annetteva il 6,3% [della Cisgiordania] e compensava i palestinesi con un 5,8% [tratto da Israele pre-‘67 ]. Che cosa propose lei in cambio?”. “Non ero d’accordo – risponde secco Abu Mazen – Rifiutai subito”.

L’intervista (anche quella con Olmert) contiene dettagli che saranno di grande interesse per molte persone, ma la sostanza è che Abu Mazen si sottrasse all’accordo come aveva fatto Yasser Arafat ai negoziati di Camp David del luglio 2000.

Vi sono vari argomenti che cercano di spiegare perché Abu Mazen disse di no: ad esempio, che aspettava di vedere quale sarebbe stata la politica del nuovo presidente che stava per entrare in carica negli Stati Uniti, oppure che non voleva firmare con un primo ministro, Olmert, “azzoppato” dalle inchieste che erano in corso a suo carico. Altri sostengono che Abu Mazen non aveva la legittimità, o il coraggio, di firmare un accordo che Hamas avrebbe immediatamente attaccato; ed anche che Abu Mazen, come Arafat, non aveva fatto nulla per preparare i palestinesi ai compromessi che un accordo di pace avrebbe inevitabilmente richiesto. Ma sono tutte speculazioni.

Quello che non è una speculazione è che il primo ministro israeliano fece un’offerta di pace e il capo palestinese – capo del partito Fatah, dell’Olp e dell’Autorità Palestinese – la respinse.

Coloro che amano incolpare Israele per la perdurante mancanza di progressi verso un complessivo accordo di pace probabilmente non presteranno attenzione a questa intervista. Ma quelli sono i fatti».

(Da: Israel haYom, 19.11.15)

Si veda anche:

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Condoleeza Rice: “Restai scioccata dal no di Abu Mazen all’offerta di Olmert”

Aspettando il Godot palestinese