Rivelazioni: con Oslo Arafat contava di far fuggire gli ebrei

Abdel Bari Atwan, direttore del quotidiano arabo edito a Londra Al-Quds al-Arabi, incontrò Arafat nel 1994.

image_443Un autorevole giornalista palestinese rivela che nel 1994 Yasser Arafat gli aveva spiegato d’aver accettato gli Accordi di Oslo perché contava sul fatto che quegli accordi avrebbero costretto migliaia di ebrei a fuggire da Israele.
Abdel Bari Atwan, direttore del quotidiano arabo edito a Londra Al-Quds al-Arabi, racconta che Arafat fece queste affermazioni durante un loro incontro a Tunisi, pochi giorni prima che la leadership dell’Olp facesse il suo ingresso nella striscia di Gaza grazie agli accordi firmati con Israele. “Lo incontrai nel suo ufficio intorno alle tre del mattino – ricorda Atwan – E Arafat mi disse: ascolta Abdel Bari, so che sei contrario agli accordi di Oslo, ma devi ricordare sempre quello che ti sto per dire: verrà il giorno in cui vedrete migliaia di ebrei fuggire dalla Palestina. Io non vivrò abbastanza per vedere quel giorno, ma tu lo vedrai sicuramente. Gli Accordi di Oslo ci aiuteranno a raggiungere questo obiettivo”.
Prima di firmare gli Accordi di Oslo, Atwan era legato da rapporti stretti con Arafat e i due si incontravano regolarmente. Dopo di allora, Atwan divenne un critico esplicito degli Accordi di Oslo e della corruzione nell’Autorità Palestinese. Nel corso degli ultimi anni Atwan ha chiesto ripetutamente ad Arafat di dimettersi, accusandolo di aver abbandonato i palestinesi circondandosi di collaboratori corrotti.
“I nostri stretti rapporti terminarono con la firma dei famigerati Accordi di Olso – sottolinea Atwan – Ma ero lieto di incontrarlo ogni tanto, nelle capitali d’Europa, all’apice del periodo della cosiddetta pace dei coraggiosi”.
Atwan rivela inoltre che fu Arafat che decise di creare le Brigate Martiri di al Aqsa, l’ala armata e terroristica di Fatah. “E’ stato il presidente Arafat colui che ha istituito le Brigate Martiri di Al Aqsa – ha detto Atwan – come reazione al tentativo israeliano e statunitense di metterlo ai margini dopo il fallimento del vertice di Camp David (nel luglio 2000). A Camp David Arafat affrontò un’enorme pressione da parte di Israele, Stati Uniti e alcuni arabi affinché accettasse un compromesso su Gerusalemme. Paradossalmente alcuni leader arabi, fra i quali il principe ereditario saudita Abdullah bin Abdel Aziz, chiamarono Arafat chiedendogli di mostrare flessibilità sulla questione di Gerusalemme”.
Atwan dice che Arafat rifiutò le offerte fatte da Israele a Camp David “perché non era pronto a firmare un accordo definitivo con lo stato ebraico: era ben consapevole che tale accordo lo avrebbe fatto passare alla storia come un traditore, perché avrebbe dovuto cedere il diritto al ritorno e gran parte della sovranità su Gerusalemme”.
Atwan afferma che Arafat, quando lo incontrò a Tunisi nel 1994, era isolato e depresso: “La maggior parte della gente attorno a lui lo aveva abbandonato, alcuni perché non volevano condividere la responsabilità per le conseguenze degli Accordi di Oslo; la maggior parte per motivi finanziari. I paesi del Golfo avevano interrotto gli aiuti economici all’Olp (dopo che Arafat aveva appoggiato l’invasione del Kuwait nella prima guerra del Golfo)”.

(Da: Khaled Abu Toameh su Jerusalem Post, 21.11.04)

Nella foto in alto: Abdel Bari Atwan