Scavando millesettecento anni di storia a Ramat Rachel

Terza campagna di scavi sull’altura alle porte sud di Gerusalemme: i ritrovati spaziano dall’VIII secolo a.e.v. all’XI secolo e.v.

image_1907La terza sessione della ripresa degli scavi di Ramat Rahel, alle porte sud di Gerusalemme, si è chiusa quest’estate con parecchi ritrovamenti eccezionali che hanno aiutato gli archeologi a meglio comprendere il sito.
Gli scavi sono il risultato di un progetto congiunto tra l’Università di Tel Aviv e l’Università di Heidelberg in Germania, e dovrebbero proseguire per altre tre stagioni.
Il direttore degli scavi, Oded Lipschits dell’Università di Tel Aviv, ha detto che gli obiettivi degli scavi di quest’anno erano quelli di estendere l’area intorno a una chiesa bizantina (IV-VII secolo e.v.) precedentemente scavata da Yohanan Aharoni dell’Università di Gerusalemme negli anni ‘50, e in particolare di portare ulteriormente alla luce un giardino e un profondo sistema idrico di un palazzo o edificio amministrativo che era in uso dalla tarda età del ferro (VII-VI secolo a.e.v.) fino all’inizio del periodo asmoneo nel II secolo a.e.v.
Questi obiettivi sono stati raggiunti, ha detto, ed ora “comprendiamo molto meglio l’epoca e l’estensione del giardino”.
Secondo Lipschits, Ramat Rahel è stato usato come centro amministrativo da varie potenze straniere che governarono la Giudea a partire dagli assiri dopo la conquista della Giudea nel 701 a.e.v. da parte di Sennacherib.
Ramat Rahel fu anche usato com grosso centro amministrativo durante il periodo persiano (538-333 a.e.v.) fino al primo periodo ellenistico (333-165 a.e.v.), ma fu distrutto dai Maccabei nel II secolo e.v.
Più tardi i romani vi tennero un campo militare, con terme e una villa, e furono seguiti dai bizantini che costruirono una chiesa e parecchi edifici di supporto. Ramat Rahel fu occupato in modo continuativo fino al periodo abbaside nel X secolo e.v.
L’ archeologo di Gerusalemme Gabi Barkay, che al momento dirige il progetto di vagliatura del Monte del Tempio, non è d’accordo con i ritrovamenti di Lipschits. Barkay ha guidato una piccola spedizione a Ramat Rahel nel 1984 e, benché non sia stato pubblicato nulla di ufficiale, alcune delle sue conclusioni sono state presentate nella rivista Biblical Archaeology Review.
Nei suoi articoli Barkay indica varie timbrature “LMLK” (in ebraico, “per il re”) e un piccolo frammento di vaso dipinto che raffigura un re sul trono come prova che il sito fu costruito dal re Hezekiah, che governò dal 715 al 687 a.e.v. circa. Secondo Barkay, Gerusalemme era diventata troppo affollata ed Hezekiah voleva costruire un grande palazzo reale a Ramat Rahel che riflettesse meglio la sua grandezza. Lipschits dice che i vasi con la timbratura “LMLK” erano tasse raccolte dal re e poi mandate al governatore assiro a Ramat Rahel.
C’è ancora molto da imparare sulle prime fasi di Ramat Rahel, concorda Lipschits, aggiungendo che gli scavi futuri saranno centrati sul “rapporto tra i secoli VIII e VII a.e.v. e tra i periodi persiano ed ellenistico”. Gli scavi futuri cercheranno anche di scoprire di più sulla zona immediatamente circostante Ramat Rahel e sul rapporto tra questi vari siti.
Gli scavi di quest’anno hanno fruttato alcuni ritrovamenti spettacolari, tra cui un pezzo di capitello proto-ionico (anche noto come proto-eolico) dell’età del ferro. Finora solo 13 di questi capitelli sono stati trovati in Giudea, uno nella Città di Davide a Gerusalemme e ora 12 a Ramat Rahel.
Il capitello proto-ionico era anche usato sui sigilli all’inizio dell’età del Ferro prima della scrittura nel regno d’Israele e si può vedere oggi sul retro della monete da 5 shekel. Quest’anno sono stati trovati anche alcuni manici di vasi timbrati con una variante del timbro “Yehud” del periodo persiano, che si aggiungono agli oltre 320 timbri simili precedentemente trovati sul sito.
E’ stato anche trovato un pezzo di coccio con le lettere le mem nun e lamed in ebraico antico, ritenuto provenire forse da un boccale per libagioni, ed un mikve (bagno rituale) con una notevole incisione di un albero su uno dei muri intonacati.
Gruppi di archeologi, studenti e volontari hanno lavorato in aree diverse dello scavo, divise secondo i periodi. Un gruppo ha scavato un edificio del periodo musulmano Ayubide, un altro gruppo una chiesa bizantina, un altro un muro del periodo persiano mentre altri due gruppi hanno lavorato su un edificio amministrativo e un giardino dell’età del ferro.
I gruppi nel loro complesso hanno portato alla luce strutture che vanno dall’VIII secolo a.e.v. all’XI secolo e.v., oltre millesettecento anni di insediamento umano a Ramat Rahel.
Nell’ultima settimana e mezza di scavi, un bulldozer ha scavato in un’area ancora intonsa alla ricerca di un letto di roccia affinché gli archeologi possano comprendere meglio la forma e il comportamento della collina a Ramat Rahel. Tuttavia, il bulldozer è stato fermato dopo aver scoperto una zona che si è rivelata essere una vasta piattaforma scolpita nella roccia.
L’area è poi stata ulteriormente scavata da archeologi e volontari che vi hanno scoperto pavimenti intonacati e parecchi canali, usati presumibilmente per convogliare l’acqua. Secondo Lipschits, questa nuova area sarà il punto focale delle prossime stagioni di scavi.
Alla domanda come sia lavorare con un’università tedesca, Lipschits ha risposto: “E’ la terza volta che mettiamo insieme gruppi diversi di cristiani ed ebrei: per me questa è una parte importante del progetto”.
Ha sottolineato che a Ramat Rahel i due gruppi erano insieme a scavare le strutture dei periodi sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, ed anche i periodi musulmani. Gli scavi di quest’anno hanno attirato volontari e studenti di parecchi paesi tra cui Israele, Germania, Stati Uniti, Paesi Bassi, Canada, Finlandia, Norvegia e Australia.
“Volevo andare in Israele e ho pensato che sarebbe stata una buona opportunità per andare con gente che conoscevo”, dice Magdalena Gebessler, studentessa dell’Università di Heidelberg. Durante le sue quattro settimane di scavi, Gebessler ha detto di aver trovato “quintali di vasellame e il pavimento del mikve”.
E’ stata raggiunta da oltre 20 altri partecipanti tedeschi, tra cui molti studenti di teologia o di studi ebraici dell’università di Heidelberg, allievi del dottor Manfred Oeming, co-direttore dello scavo.

(Da: Jerusalem Post, 30.09.07)

Vedi anche (in inglese):

http://www.tau.ac.il/~rmtrachl/index.html

http://www.ramatrachel.co.il/ARCHEOLOGY/summary.htm