Scoperto da ricercatori dell’Università di Gerusalemme il più antico documento scritto rinvenuto nella città

Risale a 600 anni prima del documento più antico finora conosciuto, e avvalora l’importanza di Gerusalemme come una delle maggiori città della tarda età del bronzo

image_2891Un piccolo frammento di argilla che risale al XIV secolo a.e.v., rinvenuto negli scavi fuori le mura della Città Vecchia a Gerusalemme, contiene il più antico documento scritto mai trovato a Gerusalemme. Ne hanno dato notizia i ricercatori dell’Università di Gerusalemme che lo hanno trovato. Il reperto, che si ritiene facesse parte di una tavoletta degli archivi reali, costituisce un’ulteriore testimonianza dell’importanza di Gerusalemme come una delle maggiori città della tarda età del bronzo, molto prima della sua conquista da parte di re David.
Il frammento è stato scoperto recentemente durante la setacciatura di materiale estratto sotto una torre del X secolo a.e.v., del periodo di re Salomone, nella zona di Ophel situata tra il muro meridionale della Città Vecchia di Gerusalemme e la città di David, a sud. I particolari della scoperta appaiono nell’ultimo numero uscito dell’Israel Exploration Journal.
Gli scavi di Ophel sono condotti dall’archeologa Eilat Mazar, dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Gerusalemme. I finanziamenti per il progetto sono stati forniti da Daniel Mintz e Meredith Berkman, di New York, che hanno anche fornito i fondi per il completamento degli scavi e l’apertura del sito al pubblico ad opera dell’Antiquities Authority, in cooperazione con l’Israel Nature and Parks Authority e la Compagnia per lo sviluppo di Gerusalemme est. Il lavoro di setacciatura è stato guidato dagli archeologi Gabriel Barkay e Zachi Zweig nel sito per la setacciatura a umido di Emek Zurim.
Il frammento rinvenuto misura centimetri 2 x 2,8, e un centimetro di spessore e contiene simboli cuneiformi nell’antico accadico (la lingua franca dell’epoca). Le parole formate dai simboli non sono significative in se stesse; ciò che è significativo è che lo scritto è di un livello molto alto, il che testimonia il fatto che è stato scritto da uno scriba molto abile che con ogni probabilità preparava tavolette per la casa reale dell’epoca, spiega il professor. Wayne Horowitz, studioso di assiriologia presso l’Istituto di Archeologia dell’Università di Gerusalemme. Horowitz ha decifrato lo scritto insieme al suo ex allievo, Takayoshi Oshima, ora all’università di Lipsia, in Germania.
Le tavolette con messaggi diplomatici erano solitamente scambiate tra i re dell’antico Vicino Oriente, dice Horowitz, e c’è una grande probabilità, a causa della bella scrittura e del fatto che è stata scoperto vicino alla zona dell’acropoli della città antica, che il frammento fosse parte proprio di una “missiva reale”. Horowitz ha interpretato tra i simboli sul frammento le parole “tu”, “tu eri”, “più tardi”, “fare” e “loro”.
Finora il più antico documento scritto ritrovato a Gerusalemme era la tavoletta rinvenuta nel tunnel idrico di Shiloah, nella zona della Città di David, risalente all’VIII secoli a.e.v. sotto il regno di re Ezechia. Quella tavoletta, che celebrava il completamento del tunnel, si trova in un museo di Istanbul. Quest’ultimo ritrovamento precede la tavoletta di Ezechia di circa 600 anni.
Il frammento trovato ad Ophel è ritenuto contemporaneo di circa 380 tavolette scoperte nel XIX secolo ad Amarna, in Egitto, negli archivi del faraone Amenhotep IV (Akhenaten), che visse nel XIV secolo a.e.v. Gli archivi comprendono tavolette inviate ad Akhenaten dai re che gli erano sottoposti a Canaan e in Siria, e contengono dettagli sulle complesse relazioni tra loro, rivelando molti aspetti del governo e della società. Tra queste tavolette ce ne sono sei inviate da Abdi-Heba, il governatore cananeo di Gerusalemme. Il frammento di tavoletta trovato a Gerusalemme è molto probabilmente parte di un messaggio che sarebbe stato inviato dal re di Gerusalemme, forse Abdi-Heba, in Egitto, dice Mazar.
L’esame del materiale del frammento fatto dal professor Yuval Goren, dell’Università di Tel Aviv, mostra che esso proviene dal suolo dell’area di Gerusalemme e non somiglia a materiali di altre zone, il che rafforza ulteriormente la probabilità che fosse parte di una tavoletta di un archivio reale a Gerusalemme contenente copie di tavolette inviate dal re di Gerusalemme al faraone Achenaten in Egitto.
Mazar dice che questa nuova scoperta, che fornisce solide prove dell’importanza di Gerusalemme durante la tarda età del bronzo (seconda metà del II millennio a.e.v), va a contrastare l’opinione di coloro che citavano la mancanza finora di sostanziosi ritrovamenti archeologici risalenti a quel periodo per sostenere che Gerusalemme in quell’epoca non fosse un centro importante. Esso dà anche nuovo peso all’importanza che la città acquisì in seguito, fino alla sua conquista da parte di re David nel X secolo a.e.v.

(Da: Università di Gerusalemme, Dept. Of Media Relations, 11.07.10)