Se gli aiuti occidentali finanziano chi glorifica il terrorismo palestinese

Un rapporto di MEMRI getta luce sull’uso distorto di fondi che probabilmente vengono stanziati in buona fede da enti e paesi convinti di promuovere la pace

Il padre del terrorista Bahaa' Alian interviene all'evento organizzato da Popular Art Centre, un ente finanziato da organismi occidentali

Il padre del terrorista Bahaa’ Alian interviene all’evento organizzato dal Popular Art Center di Ramallah, un ente finanziato da organismi occidentali

Vi sono organizzazioni della società civile palestinese che ricevono finanziamenti esteri e istigano al terrorismo. E’ quanto denuncia un rapporto consegnato lunedì al Jerusalem Post da MEMRI (Media Research Institute Medio Oriente), dal quale risulta che esistono organizzazioni palestinesi attive in Cisgiordania che ricevono finanziamenti da paesi, istituzioni e fondazioni occidentali e che tuttavia “esprimono apertamente il loro sostegno al terrorismo”. Lo fanno “con cerimonie che glorificano i terroristi, con manifestazioni pubbliche di sostegno agli attentati e ai loro autori, esaltando i terroristi e pubblicando sui social network contenuti che incitano” all’odio e alla violenza.

Un esempio, è quello dell’Associazione ufficiale degli avvocati palestinesi in Cisgiordania e striscia di Gaza, che ha conferito un certificato di avvocato ad honorem a Muhannad Al-Halabi, uno studente di legge che è stato ucciso a Gerusalemme lo scorso ottobre mentre perpetrava un attentato durante il quale ha assassinato due persone e ferite altre due, tra cui un bambino due anni. Secondo il rapporto di MEMRI, l’Associazione degli avvocati palestinesi riceve finanziamenti dall’Unione Europea, dall’Ufficio di coordinamento di polizia della UE per il sostegno alla polizia palestinese (EUPOL COPPS), dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e da UN Women. Lo scorso 10 ottobre, l’Associazione degli avvocati palestinesi ha annunciato: “Nella riunione odierna abbiamo deciso di conferire un certificato di avvocato ad honorem all’eroe martire Muhannad Al-Halabi, e abbiamo deciso che la prossima cerimonia di giuramento [dei nuovi avvocati ] sarà intitolata in suo nome”. L’annuncio aggiungeva che membri dell’Associazione hanno fatto telefonate di condoglianze alla famiglia Al-Halabi. Lo scorso primo novembre, inoltre, l’Associazione degli avvocati palestinesi ha dichiarato che tutte le istituzioni giudiziarie di Ramallah e della zona di Al-Bireh sarebbe rimaste chiuse affinché i suoi membri potessero partecipare ai funerali dei “martiri eroe” Omar Al-Faqih (ucciso il 17 ottobre 2015 mentre tentava di effettuare un attacco all’arma bianca al posto di controllo di Qalandia) e di Muhammad Shamasneh (ucciso il 12 ottobre 2015 mentre perpetrava un attentato a colpi di pugnale su un autobus di linea israeliano).

Annuncio postato su Facebook dal Popular Art Center palestinese: inneggia ai “martiri” e riporta la consueta mappa della “Palestina” che comprende anche tutto Israele

Annuncio postato su Facebook dal Popular Art Center palestinese: inneggia ai “martiri” e riporta la consueta silhouette della “Palestina” che comprende anche tutto Israele

“Il rapporto presenta diversi esempi che mostrano come organismi sostenuti da enti occidentali sono attivamente impegnati nel fomentare e sostenere il terrorismo – dice Batsheva Shanee, ricercatrice del MEMRI e autrice del rapporto – Voglio sottolineare che i paesi e gli enti occidentali menzionati nel rapporto molto probabilmente agiscono con le migliori intenzioni, nella convinzione che il loro sostegno finanziario venga utilizzato in modo costruttivo all’interno della società palestinese. Perciò è importante mostrare loro come parte dei loro aiuti finisca invece nelle mani di organismi che appoggiano il terrorismo. Siamo convinti che le organizzazioni donatrici debbano esaminare con maggiore attenzione l’agenda degli enti ai cui mandano i finanziamenti, e fare in modo di garantire che gli aiuti vengano utilizzati per gli scopi previsti. Ci auguriamo che questo rapporto del MEMRI contribuisca ad aumentare la consapevolezza del problema”.

Un altro esempio evidenziato nel rapporto è quello del “Popular Art Center” di Ramallah, che riceve finanziamenti dall’Unione Europea attraverso la “AM Qattan Foundation” e l’associazione Taawon, che a sua volta riceve parte dei suoi fondi dalla “Bill and Melinda Gates Foundation”, dall’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), dall’Unione Europea, dall’UNESCO, dall’Agenzia svedese per la cooperazione allo sviluppo internazionale (SIDA), dall’ambasciata del Canada in Libano e da altri ancora. Nel mese di febbraio il Centro per l’Arte Popolare di Ramallah ha organizzato una raccolta fondi in solidarietà con le famiglie dei “martiri” di Gerusalemme le cui case erano state demolite. (Nota: la demolizione delle case viene considerata una delle poche misure in grado di esercitare un effetto deterrente su terroristi votati al suicidio; il fatto che la ricostruzione venga finanziata dai sostenitori del terrorismo sta spingendo le autorità israeliane a considerare, come misura deterrente alternativa, l’espulsione a Gaza dei famigliari dei terroristi di Cisgiordania.)

Dalla pagina Facebook del forum giovanile Shabab Al-Balad: “"Allah, accettali come martiri"

Dalla pagina Facebook del forum giovanile Shabab Al-Balad: “Allah, accoglili come martiri”

“Uno degli oratori intervenuti alla raccolta fondi – riferisce il rapporto di MEMRI – è stato Muhammad ‘Alian, padre di Bahaa’ Alian, il terrorista che il 13 ottobre 2015, insieme a Bilal Abu Ghamen, ha attacco con armi da fuoco e pugnali un autobus di linea nel quartiere Armon HaNatziv di Gerusalemme provocando tre morti e sette feriti”. Mohammad ‘Alian si è congratulato con i martiri di ogni città palestinese con queste parole: “I martiri di Hebron, capitale dell’intifada dell’onore e della forza, i martiri di Gerusalemme, iniziatrice e sposa dell’intifada, i martiri di Ramallah, la più bella delle città e leader della intifada, e i martiri di Nablus, Tulkarem, Jenin e dei campi della fermezza e della sfida … Noi, le famiglie dei martiri, chiediamo ai dirigenti ufficiali e popolari di inculcare la cultura dei martiri e di organizzare attività culturali sul retaggio dei martiri, le loro storie e le loro vite, per ciascun martire giacché ciascuno di essi ha una storia degna di studio, di esame e di attenzione”.

Un altro gruppo citato nel rapporto è Shabab Al-Balad, un forum di giovani per la cultura e l’istruzione che opera nel quartiere Jabel Mukaber di Gerusalemme est ed è finanziato da Taawon e dall’associazione Burj Al-Luqluq, che opera nella Città Vecchia di Gerusalemme e a sua volta è finanziata da fonti estere come il Programma Onu per lo sviluppo (UNDP), il Fondo Onu per la popolazione (UNFPA), l’UNESCO, l’Unione Europea, l’ambasciata di Francia a Gerusalemme, l’Agenzia francese per lo sviluppo (AFD), l’Agenzia svedese per la cooperazione allo sviluppo internazionale (SIDA), il consolato britannico a Gerusalemme, la Banca Mondiale e la Missione Pontificia. La pagina Facebook di Shabab Al-Balad riportava il 4 ottobre 2015 una dichiarazione intitolata “Allah, accoglili come martiri” accompagnata dalle immagini di Muhannad Al-Halabi e Fadi ‘Aloun, i terroristi responsabili quello stesso giorno di un attentato all’arma bianca a Gerusalemme.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 14.3,16)