Se i palestinesi affossano il dialogo ad ogni livello

Sconcerto e delusione per gli incontri fra pacifisti fatti annullare da minacce palestinesi.

Da un articolo di Khaled Abu Toameh

image_3316Per la seconda volta in una settimana attivisti palestinesi hanno impedito martedì che si tenesse un incontro fra esponenti pacifisti israeliani e palestinesi a Gerusalemme est. Gli attivisti si oppongono a questo genere di incontri perché sostengono che lo scopo è promuovere una “normalizzazione” dei rapporti fra palestinesi e israeliani.
L’incontro che avrebbe dovuto tenersi martedì era stato indetto per iniziativa del Palestine-Israel Journal, un’organizzazione non-profit fondata nel 1994 da Ziad Abu Zayyad e Victor Cygielman, due giornalisti di primo piano palestinese e israeliano. Abu Zayyad è stato anche ministro dell’Autorità Palestinese per gli affari di Gerusalemme.
Obiettivo dichiarato di Palestine-Israel Journal è incoraggiare il dialogo fra le due società civili e ampliare la base di consenso al processo di pace. “E’ stato chiaro fin dall’inizio – afferma Palestine-Israel Journal nel suo sito web – che, parallelamente agli sforzi palestinesi e israeliani a livello istituzionale, si devono aprire canali di comunicazione per accademici e intellettuali, opinionisti, politici, associazioni e attivisti di base affinché possano dare voce al loro punto di vista e prendere parte al dibattito pubblico per una soluzione giusta e democratica del conflitto”. L’incontro di martedì, dal titolo “L’impatto della primavera araba sul conflitto israelo-palestinese”, è stato cancellato all’ultimo minuto quando gli organizzatori hanno saputo che un folto gruppo di attivisti palestinesi affiliati a varie fazioni, compresa Fatah, l’organizzazione che fa capo al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), aveva deciso di inscenare una protesta davanti alla sala della conferenza. “A causa di circostanze indipendenti dalla nostra volontà – hanno informato gli organizzazioni con un comunicato – siamo spiacenti di annunciare che la conferenza che avrebbe dovuto tenersi oggi è rinviata”.
Questa è la seconda volta che personalità del dialogo israeliane e palestinesi sono costrette a cancellare un evento congiunto a Gerusalemme est a causa di pressioni e minacce da parte di attivisti palestinesi. La scorsa settimana un’altra organizzazione, chiamata Confederazione Israelo-Palestinese, s’era trovata costretta ad annullare una conferenza all’Hotel Ambassador di Gerusalemme est quando decine di palestinesi s’erano radunati per protestare all’entrata dell’edificio. Alcuni dei manifestanti avevano fatto irruzione nell’hotel requisendo materiali a stampa e insegne appartenenti agli organizzatori. Il presidente dell’Università Al Quds, Sari Nusseibeh, che era stato invitato ad intervenire alla conferenza, non si è presentato dopo aver ricevuto minacce dagli attivisti “anti-normalizzazione”. Fra gli israeliani che avrebbero dovuto parlare alla conferenza soppressa figuravano Shlomo Ben-Ami, ex ministro degli esteri della sinistra laburista, l’attivista di estrema sinistra Uri Avnery (Gush Shalom) e Ruth Dayan, fondatrice del gruppo arabo-ebraico Brit Bnei Shem/Ibnaa Sam e sostenitrice della comunità di Neve Shalom/Wahat al-Salam.
Effettivamente all’inizio della settimana Hatem Abdel Kader, un alto esponente di Fatah, aveva annunciato che la sua organizzazione aveva deciso di “dichiarare guerra” a tutti gli incontri volti a promuovere la “normalizzazione” con Israele. Interpellato dal Jerusalem Post, Abdel Kader aveva accusato Israele di sfruttare tali incontri per creare la sensazione che sia in corso una qualche forma di dialogo fra le due parti nonostante il rifiuto dell’Autorità Palestinese di tornare al tavolo negoziale finché Israele non accetterà le sue precondizioni (cessazione immediata e totale di tutte le attività edilizie ebraiche in Cisgiordania e Gerusalemme est; riconoscimento come base della soluzione a due stati delle “frontiere del ‘67”, cioè delle linee armistiziali in vigore fra Israele e Giordania nel periodo 1949-1967).
Martedì stesso Nusseibeh si è prodigato per smentire che il proposito della conferenza della scorsa settimana fosse quello di promuovere la normalizzazione” dei rapporti fra accademici israeliani e palestinesi. “Al contrario – ha scritto in un articolo pubblicato sul quotidiano palestinese Al Quds – l’obiettivo era quello di porre fine all’occupazione e predisporre un dispositivo per un futuro migliore per entrambe le parti”. Coloro che hanno fatto ricorso alla violenza per affossare l’incontro, continuava Nusseibeh, hanno danneggiato la leadership palestinese facendola apparire disinteressata alla pace. E concludeva: “Penso che questa sia una delle malattie che affiggono la nostra situazione politica generale. E veniamo esposti a questa malattia da coloro che sostengono di essere colti, ma sono degli ignoranti”.
Scrive sul Jerusalem Post Gershon Baskin, co-presidente dell’Israel Palestine Center for Research and Information ed editorialista di All for Peace Radio: “Ho chiesto ai miei amici palestinesi che appoggiano questa forma di anti-normalizzazione come può essere che non parlare con me faccia avanzare la causa dell’indipendenza palestinese, della fine dell’occupazione e della pace con Israele. Devo ancora trovare un sostenitore dell’anti-normalizzazione che sia in grado di rispondere a questa domanda. Se fossi palestinese – continua Baskin – cercherei di avere un dialogo con gli israeliani della destra più estrema che fossero disposti a parlare con me, esattamente come io, israeliano, cerco di avere un dialogo con i più estremisti dei palestinesi disposti a parlare con me. Le campagne anti-normalizzazione sono fasulle e controproducenti, e se leader di Fatah come Hatem Abdel Kader Eid le sostengono, io mi aspetto e spero di sentire altre voci chiare e forti dall’interno di Fatah che dimostrino coi fatti che continueranno a cercare una vera pace con gli israeliani che sono altrettanto impegnati a porre fine alla tragedia di questo nostro conflitto che dura già da troppo tempo”.

(Da: Jerusalem Post, 19-21.12.11)