Se ne discute in Israele

Alcuni commenti dagli editoriali della stampa israeliana di domenica 9 agosto

Yediot Aharonot osserva che “il detto più popolare riguardo a carattere, leadership ed azioni dell’attuale ministro della difesa Ehud Barak è: non lo amano, nel migliore dei casi; nel peggiore dei casi, è odiato”. Ma l’editoriale obietta che la maggior parte dei primi ministri di Israele non sono stati amati, e quelli che erano troppo simpatici venivano presi a calci. Scrive: “L’amore di solito si misura a letto. In politica, un leader si misura dai suoi successi… L’amore si trova nelle canzoni. La politica richiede buone azioni per il bene del paese”.

Ma’ariv sostiene che ci sarà una catastrofe economica “quando la produzione mondiale di petrolio arriverà al culmine e poi comincerà a diminuire”. L’editoriale sostiene che “questa è la maggiore preoccupazione nel mondo dell’economia e dell’energia”, e aggiunge che “lo stato d’Israele ha bisogno di formare immediatamente una squadra che formuli un prgramma nazionale per prepararsi al giorno successivo ai massimi del petrolio”.

Yisrael Hayom esamina una recente indagine condotta nelle scuole superiori da funzionari della sicurezza e dal ministero dell’istruzione. Mentre l’indagine attesta che la motivazione a servire nelle forze di difesa e nelle unità combattenti è ancora alta, indica anche che negli ultimi 15 anni “Tel Aviv si sta ritirando dalle forze di difesa. I religiosi, seguiti dai giovani dei kibbutz e moshav e, secondo altri studi, dai nuovi immigranti da Russia ed Etiopia, sono quelli che riempiono le prime linee di queste unità”.

Il Jerusalem Post suggerisce che il presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha richiesto che Israele rilasci il terrorista Salah Hassan Hamouri, detenuto per avere ammesso di aver programmato un attentato terroristico su larga scala contro importanti personaggi israeliani, abbia una ‘bussola morale male orientata’. L’editoriale critica l’amministrazione Netanyahu per aver esaminato la richiesta, e asserisce che, “con tutto il dovuto rispetto per un governo e un presidente amico, questo esame è più di quanto questa richiesta meritasse”.

Haaretz esamina i risultati di una recente indagine compiuta dal giornale, secondo la quale il 46% degli intervistati considerano l’omosessualità una deviazione. L’editoriale dichiara che, “alla luce dei pregiudizi e del conservatorismo della nostra società, la visita del primo ministro Benjamin Netanyahu al centro per giovani omosessuali e lesbiche a Tel Aviv, giovedì scorso, è stata particolarmente significativa, specialmente perché è avvenuta a pochi giorni dalla sparatoria in cui due giovani sono stati assassinati e altri 15 feriti”, e confida che “l’importante messaggio espresso da Netanyahu a Bar Noar – contro l’odio – possa anche guidare lui e i suoi colleghi politici nel loro atteggiamento verso altri individui, gruppi e comunità che subiscono privazioni e discriminazioni”.