C’è corteo e corteo. Da un lato si moltiplicano le nauseanti manifestazioni di chi si compiace della macelleria anti-ebraica del 7 ottobre e inneggia all’annientamento dello stato ebraico e degli ebrei gridando “Israele in pattumiera", "Palestina dal fiume al mare”.
Ci hanno messo la firma tre rappresentanti di livello nazionale: di Amnesty International Italia, della Rete Pace e Disarmo e delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale.
Erano i primissimi anni Duemila. La prospettiva “due stati per due popoli”, allora sostenuta da una netta maggioranza di israeliani, era stata affossata dal rifiuto palestinese dello stato palestinese indipendente accanto a Israele proposto a Yasser Arafat dal premier israeliano Ehud Barak e dal presidente americano Bill Clinton nel luglio 2000 e di nuovo nel gennaio 2001. E veniva tragicamente annientata, settimana dopo settimana, dalla orribile sequenza di attentati suicidi contro la popolazione israeliana nella cosiddetta seconda intifada.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha affermato che la carneficina del 7 ottobre "non è sorta dal nulla" ma da “56 anni” di occupazione, intendendo con questo che Israele se l’è cercata e magari anche un po' meritata.
Di Marco Paganoni (con Angelica Edna Livne Calò, Lucy Aharish)
Riflettendo (si fa per dire) sulla reazione di Israele alla carneficina nazi-islamista perpetrata il 7 ottobre dai terroristi palestinesi di Hamas in perfetto stile Isis e Boko Haram, l’editorialista della redazione digitale del Corriere della Sera che ha curato la rubrica “Il punto” di mercoledì mattina è stato a suo modo esplicito e istruttivo.
Rieccoli. Esiste una nutrita schiera di commentatori che ogni volta – anche dopo questa abominevole manifestazione dell’ideologia nazi-islamista che anima i nemici da cui Israele deve difendersi (la più grande carneficina di ebrei in un giorno solo dai tempi della Shoà, cit. il presidente Isaac Herzog) – ogni volta, con l’aria supponente di chi rivela la vera verità, ti spiegano
Chi desidera non capire niente, ma proprio niente della questione israelo-palestinese non deve far altro che affidarsi alle ineffabili sintesi proposte nella Rassegna Stampa della redazione digitale del Corriere della Sera.